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SEZIONE PROVINCIALE U.I.C.I.: PROVINCIA PERUGIA -

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Relazione Morale 2008

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ONLUS

Sezione Provinciale di Perugia

RELAZIONE MORALE ANNO 2008

L’anno 2008 ha rappresentato per il paese un momento di grandi rivolgimenti di tipo sociale ed economico. Ciò a causa della crisi economica che ha investito la totalità dei paesi mondiali, ma anche per tutta una serie di processi politici interni che stanno portando a compimento un percorso di tipo istituzionale sul quale si dibatte da ormai qualche decennio.

Appare superfluo, in questa sede, soffermarsi in maniera analitica sui processi politici e le innovazioni di tipo economico introdotte nel nostro paese dal Governo e dal Parlamento. Tuttavia non si può non rilevare che la congiuntura negativa, iniziata nei primi mesi del 2008 e che ha avuto nel corso dell’anno una fortissima accelerazione, non ha risparmiato nessuna categoria sociale, imprenditoriale, eccetera.

Per quanto ci riguarda, abbiamo dovuto registrare, nostro malgrado, una contrazione forte delle risorse destinate al sociale.

La recente manifestazione che ha visto la Direzione nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti occupare la Camera dei Deputati rappresenta, meglio di ogni altra considerazione, il livello di rabbia e di esasperazione che la nostra categoria, al pari di altre, hanno ritenuto di notificare all’esecutivo e al Parlamento.

Trattandosi di consuntivo rispetto all’azione associativa intrapresa nel 2008, è bene partire dall’analizzare il progetto politico al quale la dirigenza perugina ha lavorato nell’anno appena trascorso.

Da sempre la nostra Associazione ha avuto, fra i propri obiettivi strategici principali, quello di incoraggiare un percorso finalizzato alla costituzione di una forma di rappresentanza del mondo del volontariato e della promozione sociale politicamente forte, capace, cioè, di rappresentare in maniera concreta ed efficace, ai tavoli istituzionali, la grande forza che incontrovertibilmente i numeri gli conferiscono.

Sono decine di migliaia, nella nostra provincia e nella nostra regione, le persone che, a vario titolo, orbitano nel mondo del volontariato e della promozione sociale e sono oltre novecento le associazioni di diversa natura e orientamento, anche politico, presenti sul territorio della provincia di Perugia.

Sarebbe una grave responsabilità delle associazioni stesse non comprendere l’importanza della costituzione di una soggettività “politica”. Purtroppo, è con amarezza che si deve constatare come questo processo, che sembrava potesse concludersi positivamente nel 2006 e che invece le vicissitudini legate al CESVOL hanno bruscamente e brutalmente interrotto, non accenna a riprendere.

Da quel momento, infatti, che ha portato ad una forte lacerazione nei rapporti tra le principali associazioni del panorama provinciale e regionale, si è assistito ad una parcellizzazione del tessuto associativo; si è definitivamente rotto, cioè, quel fronte abbastanza coeso che aveva, per dieci anni, consentito la gestione unitaria del CESVOL, che aveva consentito una interlocuzione soggettiva con le istituzioni, che aveva insomma fatto ritenere che l’associazionismo di promozione sociale e quello del volontariato potessero compiere quell’auspicato salto di qualità per diventare un soggetto politico strutturato e quindi pienamente legittimato a rappresentare il proprio mondo.

L’Unione si è fortemente impegnata, a tutti i livelli, adoperandosi in un lavoro di difficile e paziente ricucitura che, ad oggi, dobbiamo riconoscere, non ha portato ad alcun risultato concreto.

D’altronde, la politica non è estranea a queste difficoltà; infatti le turbolenze politiche, che in vista delle prossime scadenze elettorali stanno agitando il Palazzo, hanno un forte riverbero anche sul mondo delle associazioni. Come è noto il variegatissimo mondo associazionistico, spesso, in molte sue articolazioni, è riconducibile, per un verso o per un altro, ad aree politiche; il che ne influenza, quando non ne determina, l’azione e quindi le alleanze e gli allontanamenti.

In questa confusione, pertanto, ogni associazione cura il suo particolare, cercando di cogliere tutte le occasioni che la situazione congiunturale offre. La situazione descritta, accresce in maniera esponenziale le difficoltà anche per la nostra associazione, la quale si trova ad agire in un regime di concorrenza troppo spesso drogata, che ne diminuisce i margini operativi e, quindi, la capacità di acquisire risorse e spazi attraverso i tradizionali percorsi istituzionali.

Ciò naturalmente non ci farà deflettere in alcun modo dal continuare a perseguire con pazienza l’obiettivo iniziale, nella certezza che in un momento socio politico come quello attuale, in cui lo stato sociale rischia di essere smontato pezzo per pezzo e in cui viene messo a rischio lo stesso principio dell’universalità del welfare, è fondamentale che il terzo settore e, segnatamente, l’associazionismo di promozione sociale e del volontariato costituiscano un modello di rappresentanza chiaramente individuabile e legittimabile, tanto dalle forze politiche, quanto dalle istituzioni.

Come esposto nel documento di programmazione relativo all’anno 2008, tre erano gli snodi fondamentali di natura politico amministrativa messi in calendario dalla Regione dell’Umbria:

  • Il piano sociale
  • Il piano sanitario
  • Il P.R.I.N.A.

E’ di tutta evidenza che sono questi i cardini che determineranno le politiche socio assistenziali nei prossimi anni.

Era un’occasione importante per attivare un dibattito serio e sincero, un’occasione per consentire alle diverse categorie associazionistiche e alle singole associazioni di incidere in maniera reale sulle future scelte socio-sanitarie ed assistenziali. Purtroppo, per l’ennesima volta, si è dovuto prendere atto che non è stato possibile andare al di là di una “partecipazione” istituzionale, che non ha portato a nulla in quanto un concetto dirigistico dell’amministrazione della cosa pubblica rende, di fatto, le istituzioni “autistiche”.

Le istituzioni, cioè, ascoltano, ma non recepiscono; si rifugge un rapporto diretto con le associazioni, il che consente ai manovratori di produrre documenti confusi, che non tengono conto delle specificità degli interventi, burocratizzando in maniera esasperante ed anti-economica le procedure per l’accesso ai benefici da parte delle famiglie, rendendo possibile a chiunque ne abbia interesse un accesso alle risorse poco chiaro nel metodo, certamente improduttivo e, spesso, di dubbia legittimità.

Non è facile invertire questo trend, soprattutto per colpa delle associazioni, le quali, per i motivi esposti in precedenza, si sono venute a trovare comunque in una situazione di assoluta debolezza.

Nonostante le difficoltà’ sopra descritte l’attività’ della dirigenza è proseguita secondo le linee guida tracciate dai documenti assembleari. Una ulteriore dimostrazione del buon lavoro svolto dalla nostra associazione in ambito locale è data dalla decisione della sede centrale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di tenere nel 2008 due importanti eventi nella nostra Regione:

  • Il “Convegno Internazionale sulle disabilità afferenziali plurime” organizzato ad Assisi dal 28 febbraio al 2 marzo 2008 insieme alla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro ciechi e all’Istituto Serafico, al quale sono intervenuti fra gli altri il Ministro della Pubblica Istruzione, il Ministro della Sanità, il Ministro della Famiglia oltre a numerosi studiosi italiani e stranieri
  • La quinta edizione del convegno per le famiglie dei bambini ciechi pluriminorati che ha avuto luogo a Perugia

Per quanto riguarda la presenza sul territorio della nostra associazione essa ha continuato ad operare all’interno dei Piani Sociali di Zona, al fine di affrontare le problematiche della categoria, nella speranza che possa vedere la luce il nuovo Piano Sociale Regionale, al quale dovranno essere affidate le numerose criticità non risolte sulle quali la nostra associazione come altre hanno fortemente concentrato la loro azione politica nei confronti delle istituzioni.

Sarà in ogni caso compito della dirigenza intervenire direttamente, come peraltro ha sempre fatto, in tutte le situazioni che i singoli tavoli territoriali non dovessero risolvere.

E’ proseguita proficuamente l’attività del nostro rappresentante all’interno della Commissione Provinciale Tripartita per le politiche del lavoro di cui alla legge 68/99.

Inoltre, anche nel 2008, è proseguita la presenza della nostra Sezione all’interno del progetto “scuola” promosso dal CESVOL e dall’Ufficio Scolastico Regionale, che vede ormai l’adesione di un numero crescente di scuole. Tale progetto sta facendo conoscere ai giovani la realtà della nostra categoria, facilitando in tal modo la presa di coscienza, da parte degli stessi e dei loro insegnanti, delle reali possibilità dei non vedenti e soprattutto sta favorendo il superamento del pregiudizio, che a causa della non conoscenza delle problematiche dell’handicap, si annida ancora nella società. Si sta compiendo, in sintesi, un grosso sforzo finalizzato a veicolare il non vedente non come un problema, bensì come soggetto in grado di essere coinvolto in maniera intelligente e senza condizionamenti pregiudiziali, come risorsa che può concorrere al pari di altre alla crescita dell’intera comunità.

La centralità della persona deve essere alla base di ogni iniziativa politica; la dignità della persona, senza volere attribuire a tale concetto nessuna etichetta ideologica, deve rappresentare per tutti un valore assoluto e quindi non negoziabile. E’ intorno a questo concetto che va costruita la società. E’chiaro che siamo in presenza di un percorso lungo e difficile, perché trattasi di un processo soprattutto culturale e, come tutti i processi culturali, per essere portato a compimento, necessita di tempi lunghi.

Per quanto riguarda i servizi, occorre, in maniera estremamente sintetica, elencare quelli che sono stati implementati per l’anno 2008.

  • In particolare si è cercato, per quanto possibile riuscendovi, di potenziare il servizio di accompagnamento, nonostante la riduzione del numero di unità dei giovani del Servizio Civile derivata dai tagli delle risorse, attuati dal governo
  • La nastro-biblioteca ha implementato il proprio catalogo ed ha continuato a produrre opere in MP3
  • Di grande importanza si è rivelata l’attività della così detta “Ministamperia Braille”: infatti fin dall’inizio dell’anno scolastico 2008/2009 tutti i nostri studenti hanno avuto a disposizione i testi braille necessari, contrariamente a quanto avveniva in precedenza, quando occorreva aspettare la disponibilità dei testi stessi fino al mese di gennaio/febbraio. - Nell’anno appena trascorso sono stati stipulati accordi con numerosi comuni anche extra-regionali per la fornitura di testi braille ingranditi agli studenti frequentanti scuole di ogni ordine e grado
  • Con grande soddisfazione di tutti, nel corso del 2008, la nostra Sezione, grazie ad un progetto presentato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e da questa cofinanziato, è stata in grado, come preannunciato già nell’ assemblea 2007, di acquisire le attrezzature necessarie alla produzione di testi per soggetti ipovedenti, completando in linea di massima la stamperia, la cui realizzazione, solo tre o quattro anni fa, appariva un vero e proprio sogno di mezza estate
  • Inoltre è stato perseguito, purtroppo senza riuscirvi, l’ obiettivo volto ad ottenere la riconducibilità degli ausili tiflologici dalle nostre A.S.L. di riferimento, uniformando le procedure per l’ottenimento degli stessi, che attualmente sono assai diverse sul territorio regionale
  • Analoga sorte negativa hanno avuto i tentativi non solo dell’unione di ottenere:
  1. l’ abolizione della quota della tassa di circolazione regionale sugli autoveicoli di proprietà delle associazioni di volontariato e di promozione sociale al fine di favorire l’associazionismo.
  2. l’equiparazione del trattamento dell’aliquota Irap delle ONLUS a quello delle cooperative sociali, equiparazione peraltro proposta in maniera bipartisan con disegno di legge regionale n. 687 del gennaio 2007 a firma dei Consiglieri Sebastiani e Tomassoni.
  3. l’attuazione, reperendo gli adeguati stanziamenti, della circolare Sirchia per il finanziamento di corsi di orientamento e mobilità: purtroppo infatti l’Assessorato competente, nonostante numerose sollecitazioni, non ha ancora provveduto ad emanare una circolare di indirizzo, ciò con grave pregiudizio per gli utenti.
  4. la predisposizione di un piano organico per i trasporti dei disabili sia in ambito urbano che extraurbano.
  • Ha preso avvio il già preannunciato progetto in ambito sanitario volto ad umanizzare i servizi sanitari, istituendo la figura di un tutor per i disabili, così come accade nelle strutture universitarie
  • Si sono svolti brevi corsi di formazione rivolti al personale aereo-portuale di Sant’Egidio finalizzati a creare le condizioni per un rapporto naturale fra il personale stesso e i viaggiatori non vedenti

Dal punto di vista della politica associativa queste ci sembrano le problematiche principali da continuare ad affrontare nei prossimi mesi con le istituzioni e con i partiti.

Nell’anno 2008 sono stati organizzati corsi di formazione Braille per insegnanti, in collaborazione con il CRESC e con il Centro di Consulenza Tiflodidattica di Assisi, il che garantisce il riconoscimento giuridico dei corsi stessi in virtù degli accreditamenti regionali e ministeriali del CRESC medesimo.

Per quanto riguarda il tempo libero, tenendo conto delle richieste dei non vedenti della provincia, e anche di comuni cittadini, è stato realizzato un momento d’incontro conviviale e di socializzazione svoltosi a Ponte san Giovanni ed al quale hanno preso parte oltre 250 persone.

Cari amici, in un clima sociale difficile e complesso come quello descritto in precedenza, l’unità della categoria resta il baluardo fondamentale per la difesa dei diritti, delle legittimazioni conseguite con decenni di sacrifici, nonché un’arma formidabile per il raggiungimento di nuovi ed importanti traguardi che possono portare i ciechi italiani ad una completa integrazione.

Sul concetto di unità vale la pena insistere, visto che non a tutti è chiaro che qualunque fuga in avanti verso separazioni che appaiono davvero insensate, ancorché largamente minoritarie, non fanno altro che accrescere i problemi dei ciechi, soddisfacendo effimere ambizioni personali fini a se stesse. Pertanto, da parte della dirigenza, l’unità della categoria rappresenta il primo obiettivo in assoluto che continuerà ad essere perseguito a qualsiasi costo, utilizzando ogni mezzo legittimo messo a disposizione dalle norme statutarie e regolamentari dell’ente.

Il programma contenuto nella relazione programmatica 2008 era, e resta, un programma assai impegnativo, di ampio respiro e certamente proiettato nel medio lungo periodo. La situazione attuale in cui l’Unione si trova ad agire richiede pazienza, capacità di mediazione, ma soprattutto la consapevolezza che gli obiettivi prioritari sono quelli di difendere i risultati raggiunti nel corso di quasi un secolo di storia. Ciò’ non significa affatto che sia subentrato nella dirigenza uno spirito di rassegnazione, di impotenza, che sarebbe certamente l’anticamera del tradimento del mandato ricevuto dalla base, ma anche il tradimento di tutti coloro che, nel tempo, hanno, attraverso battaglie difficili e grandi sacrifici, consentito a tutti noi di svolgere pienamente il ruolo di cittadino apportando con dignità e competenza il proprio contributo alla crescita della società.

Per quanto attiene la gestione amministrativa è possibile affermare che, nel corso dell’anno appena trascorso, non si sono verificati scostamenti dell’andamento economico e finanziario. Infatti le modalità gestionali, attuate ormai da molti anni, hanno consentito e consentono di monitorare costantemente l’andamento economico, garantendo l’equilibrio finanziario nel corso dell’esercizio di competenza, senza tuttavia mortificare gli investimenti strutturali.

Cari amici, come già detto ripetutamente il momento socio-politico attuale non è dei più semplici. In questi frangenti, giova ripeterlo, è molto facile vedersi vanificare i frutti di un lavoro quasi secolare con la conseguente probabile e definitiva marginalizzazione delle categorie più deboli.

Noi oggi diciamo, in maniera chiara e convinta, alla classe politica nazionale e locale, che contrasteremo, se necessario con tutti i mezzi democratici, qualsiasi tentativo di ricacciare i ciechi, e più in generale i disabili, ai margini della società.

Chiediamo alle forze politiche tutte, di considerare i nostri problemi come problemi di serie A e di cercare un dialogo costante anche con le associazioni, quella concertazione, cioè, che costituisce la base metodologica, peraltro condivisibile, del programma di governo regionale presentato all’inizio di questa legislatura dalla presidente Maria Rita Lorenzetti.

Chiediamo alle istituzioni una valutazione di merito delle attività delle associazioni e quindi un’attribuzione sul merito delle risorse pubbliche.

Amici, ci poniamo obiettivi ambiziosi, perché crediamo che la giusta ambizione rappresenti una delle molle principali del progresso. Siamo convinti che con il sostegno morale e materiale di tutti potremmo traghettare la categoria verso lidi migliori, verso una cittadinanza attiva che faccia apprezzare ancora di più il dono della vita.

Per il Consiglio Sezionale, il presidente Dott. Giuliano Ciani