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ONLUS
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CONSIGLIO REGIONALE U.I.C.I.: REGIONE UMBRIA -

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Relazione morale 2007

19 Aprile 2008

Nell’ultimo scorcio dell’anno 2006, allorquando cioè è stato redatto il documento programmatico relativo al 2007, gli orientamenti governativi in ordine alle questioni del paese, erano ben lungi dall’essere chiari in virtù dei fermenti interni che stavano caratterizzando e che avrebbero caratterizzato l’intero arco della durata del governo Prodi.

Tuttavia già allora, tutti avevano potuto comprendere che sarebbe stato impossibile ragionare sulla base di politiche governative lineari e di prospettiva, proprio perché le contraddizioni all’interno della maggioranza, non consentivano la loro stesura, anzi, tali contraddizioni hanno rapidamente posto termine all’esperienza del governo Prodi.

Di ciò hanno dovuto tener conto tutti gli attori sociali portatori di interessi diffusi oltre ovviamente i cittadini. Anche i corpi sociali intermedi infatti, si sono trovati nella condizione di dover improvvisare le proprie azioni, badando al contingente senza poter avviare ragionamenti di carattere politico istituzionale, tesi a porre in essere percorsi significativi, in ordine tanto alle politiche sociali quanto alle politiche economiche, industriali ecc…

E’ in questo contesto che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti a tutti i livelli, è stata chiamata a confrontarsi e purtroppo ad adeguarsi ad una realtà statica, che di fatto ha rappresentato un blocco di due anni di tutte le iniziative concernenti anche le politiche sociali, sia a livello nazionale, sia a livello regionale che provinciale. I numerosi provvedimenti legislativi, sui quali la dirigenza nazionale stava operando, sono in realtà naufragati nel nulla, per le motivazioni di ordine politico sopra richiamate.

A volte addirittura, si è riscontrato un intervento peggiorativo, in particolare in termini finanziari, con il famigerato taglio del 13 % dei trasferimenti statali alla nostra associazione, oltre a un ingiustificabile disinteresse per le problematiche, fortemente poste dall’Unione al ministro competente, relative al servizio civile.

Per quanto riguarda la nostra regione, come accennato, il quadro generale non cambia assolutamente rispetto a quello nazionale. All’ordine del giorno della giunta regionale dell’Umbria era, fra l’altro, l’approvazione del piano sociale regionale e del piano sanitario regionale. Allo stato bisogna rilevare come, né l’uno né l’altro, intravedono il traguardo dell’approvazione. Siamo infatti appena all’inizio dell’iter partecipativo, il che nella migliore delle ipotesi, potrebbe condurre all’approvazione definitiva dei piani, nell’ultimissima parte del 2008.

Tuttavia, all’interno di un quadro generale certamente non esaltante, si possono rilevare aspetti positivi, che non vanno certamente sottovalutati. L’azione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, nelle sue articolazioni territoriali, unitamente ad altre realtà associative come la CRUIDU, il forum del terzo settore ecc.. ha certamente contribuito a facilitare alcuni percorsi assai interessanti ed utili, posti in essere dalla giunta regionale dell’Umbria ed in particolare, dall’ assessorato alle politiche sociali.

Ci si riferisce in maniera specifica, alla norma regionale che diminuisce, anche se non nei termini richiesti, l’Irap dovuta dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, riducendo in parte la disparità di trattamento fra le Onlus stesse e le cooperative sociali, queste ultime del tutto esentate dal pagamento dell’imposta sopra citata.

Analoga dinamica ha visto protagonista la norma che riguarda l’istituzione del fondo per la non autosufficienza, tale fondo, che ammonta a circa 34 milioni di euro, rappresenta una importante fonte di risorse per tutte quelle situazioni di disagio, che in virtù della contingenza economica del paese, vengono vissute dalle famiglie in maniera spesso drammatica. Il disegno di legge di che trattasi, rappresenta in vero una risposta estremamente positiva a questo grave problema, non solo perché in termini economici risponde in maniera forte alle problematiche poste dal disagio, inteso in senso ampio, ma anche perché la norma sotto il profilo tecnico-giuridico-politico, recepisce pienamente quelli che sono gli indirizzi delle politiche di settore internazionali e nazionali, confermando l’universalità dello stato sociale ed individuando correttamente la classificazione delle patologie, indicandone in maniera corretta i percorsi per i loro accertamenti.

Come detto questi due atti rappresentano il fulcro delle politiche socio assistenziali della regione, per il resto la nostra come altre associazioni, sono ancora e saranno impegnate sui temi di cui si è accennato in precedenza, che assumono maggiore rilevanza, se mai sia possibile, in virtù del rivolgimento politico verificatosi nel paese, che ragionevolmente non potrà non incidere condizionandole, sulle politiche regionali.

Si preannunciano con ogni probabilità, periodi complicati soprattutto per chi, come le associazioni, ha l’onere e l’onore di concorrere alla costruzione di uno stato sociale, che probabilmente sarà diverso da quello attuale, fermi restandone i principi generali.

La dirigenza della nostra associazione ha sempre lavorato affinchè i documenti di indirizzo regionali, sia in abito sanitario che sociale, contenessero e contengano interventi settoriali, proprio perché si è convinti che la specificità degli interventi stessi, rappresenti la garanzia di efficacia delle azioni a sostegno poste in essere.

La generica definizione di portatore di handicap, diversamente abile, non rappresenta se non un modo strampalato per immaginare interventi a 360°, il che favorisce soltanto forme di diseconomia, di inefficienza ed inefficacia, ma soprattutto porta alla creazione di una nebulosa all’interno della quale vengono rastrellati o distribuiti fondi in maniera poco trasparente, e quindi certamente non utili al cittadino, ma funzionali alle logiche di parte o se si vuole di appartenenza, che nulla hanno a che fare con i desiderata della collettività, la quale si aspetta dalla politica, come è stato ampiamente dimostrato, concretezza, certezza e trasparenza.

Come evidenziato nella relazione programmatica relativa all’anno 2007, la questione istruzione, che rappresenta sempre una delle principali aree di interesse della nostra associazione, ha costituito una delle criticità principali, anche in virtù del fatto che, come è a tutti noto, l’istruzione ricade fra le materie di competenza regionale, e quindi di particolare rilevanza per la nostra associazione.

L’Unione ed in particolare l’Irifor e l’UTC, hanno accentuato l’azione di consulenza e assistenza nei confronti delle scuole, presso le quali sono presenti alunni non vedenti, soprattutto è stata promossa, proprio in virtù di una collegialità ormai consolidata, tanto all’interno del consiglio regionale quanto all’interno di quelli provinciali, una discussione con le istituzioni scolastiche in ordine ad una diversa rappresentazione all’interno del mondo scolastico, dell’immagine delle persone non vedenti. In questo senso si è lavorato affinchè nei piani formativi destinati agli insegnati curriculari, predisposti dalla direzione generale scolastica regionale, venissero creati specifici ambiti formativi riservati alle problematiche sociali, pedagogiche e didattiche, relative ai non vedenti.

Il comune obiettivo quindi del consiglio regionale e dei consigli provinciali, volto a cambiare la percezione dell’immagine del non vedente, all’interno della società partendo da quella che è la naturale fucina (la scuola all’interno della quale si formano le coscienze della società del domani), ha nel 2007 mosso altri passi significativi.

Inoltre, il problema relativo al numero degli insegnanti di sostegno, continua ad aggravarsi ben al di là di quanto previsto dalla legge 53/2003. Purtroppo si è solo potuto arginare in maniera estremamente limitata tale criticità, proprio in virtù della situazione economica generale, di cui anche la scuola risente. La riduzione del numero degli insegnanti di sostegno sta ulteriormente accentuando le difficoltà tanto agli alunni, quanto alle famiglie, che vedono ridursi in maniera sensibile, l’efficacia degli inserimenti in termini di integrazione, riducendo drasticamente le opportunità che un’adeguata istruzione può offrire.

Pertanto, sia a livello nazionale, sia a livello regionale, anche nel 2007 si è prodotto il massimo sforzo, affinché il diritto allo studio non rimanesse un sogno, ma una concreta possibilità di integrazione e realizzazione del proprio progetto di vita.

Come già evidenziato in altre occasioni, l’attuazione della legge sulle politiche attive del lavoro, sta trovando notevoli difficoltà; infatti, le convenzioni di cui all’articolo 14 del decreto legislativo 276/2003 non sono state stipulate neppure nello scorso anno, il che continua a rappresentare un fatto piuttosto grave, in quanto continua ad essere assai problematico l’inserimento al lavoro dei soggetti disabili anche pluriminorati. Su questo specifico tema è proseguita una pressante azione da parte dell’Unione sull’assessorato competente, affinché si possa giungere finalmente in tempi rapidi, ad una definizione della materia e alla possibilità di garantire una realizzazione professionale, anche ai soggetti disabili.

Nell’anno passato, come peraltro programmato, sono stati affrontati per quanto possibile, anche le tematiche riguardanti gli anziani. Il problema del “dopo di noi” sul quale si è iniziato a ragionare anche all’interno di questo consiglio regionale, ha rappresentato e rappresenta certamente un’altra delle priorità alla quale la nostra associazione deve dare una risposta. Le associazioni come la nostra hanno continuato a premere sulla regione, affinchè la stessa provvedesse celermente ad aumentare il numero dei posti letto-accreditati, in maniera da consentire ad un numero maggiore di anziani, in particolare a quelli non autosufficienti, di essere ospitati all’interno di strutture residenziali adeguate. Ad oggi dobbiamo constatare come nulla sia stato fatto.

Come si è potuto arguire da quanto precede, i problemi sul tappeto sono molti e di grande rilevanza, e hanno pertanto richiesto e richiedono una notevole dedizione da parte della dirigenza. Proprio ciò ha consentito di raggiungere alcuni risultati che comunque vanno valutati positivamente proprio in virtù delle difficoltà sopra esposte.

Anche per il 2007 la politica amministrativa gestionale seguita è stata improntata, come accade ormai da molti anni, ad una razionalizzazione e contenimento della spesa. Il monitoraggio costante dei flussi di cassa ha consentito una tranquilla gestione che, pur considerando le difficoltà economiche generali, non ha penalizzato l’attività del Consiglio regionale. D’ altronde le scritture contabili e quindi il risultato economico dell’esercizio finanziario 2007, conferma in pieno la validità dei criteri gestionali adottati, con un avanzo amministrativo di € 13.012,81.

In conclusione si ritiene di poter affermare ragionevolmente che nonostante tutto, anche nel 2007, l’azione del Consiglio Regionale e delle Sezioni provinciali, pur tra le difficoltà sopra evidenziate, abbia concorso ad un ulteriore miglioramento delle condizioni dei non vedenti dei nostri territori.

Ciò è certamente di conforto, ma soprattutto rappresenta un incentivo per la dirigenza a proseguire nell’impegno associativo, nella consapevolezza che molta strada deve essere percorsa verso il conseguimento effettivo delle pari opportunità, e quindi della piena integrazione sociale dei ciechi.

Il Presidente del Consiglio Regionale Emilio Vantaggi