PREMESSA
Le “Carte dei Servizi” sono state introdotte nell’ordinamento italiano relativamente da breve tempo (la prima direttiva al riguardo è stata emanata con D.P.C.M. del 27 gennaio 1994) con lo scopo di modellare i servizi pubblici in modo da aumentarne l’efficienza e meglio rispondere ai bisogni ed esigenze degli utenti.
L’Unione Italiana dei Ciechi – organizzazione non lucrativa di utilità sociale – è ente morale ed associazione di promozione sociale con personalità giuridica di diritto privato. Non e’, pertanto, obbligata alla adozione della “carta” per i servizi gestiti.
La Direzione Nazionale, tuttavia, ha ritenuto di dover adottare una “carta dei servizi” per ciascun settore in cui opera con attività diretta a favore dei minorati della vista. Questo ai fini di una maggiore chiarezza nei confronti dei fruitori, che vedono così tutelati i loro diritti ed aspettative, con la possibilità di proporre reclami attraverso una procedura predefinita e garantita. In sostanza, con la “carta dei servizi”, l’Unione formula una promessa rivolta ai destinatari dei propri servizi, relativamente alla “qualità” ed ai “tempi” dei servizi, nonchè dei “rimedi” ad eventuali disfunzioni e manchevolezze.
La “carta” e’ centrata sui principi della eguaglianza, della imparzialità, della continuità, della efficacia ed efficienza, oltre che della partecipazione. I principi della uguaglianza ed imparzialità garantiscono la parità di tutti i fruitori ed evitano la discriminazione.
Naturalmente sarà tenuto conto delle diversità dei bisogni, poichè uguaglianza non significa abbassamento dei livelli. Il principio di continuità garantisce l’impegno dell’Unione di proseguire nel tempo il servizio.
Il principio della partecipazione assicura la flessibilità del servizio, cioè il suo continuo adattarsi alla evoluzione tecnologica e di mercato, ma in particolare il suo adattarsi alle esigenze manifestate dai fruitori. Il Centro Studi e Riabilitazione “Giuseppe Fucà” in Tirrenia di Pisa, nato nella metà degli anni settanta soprattutto come struttura ricettiva di comunità, e sorgendo nella pineta di Tirrenia a 300 metri dal mare e a pochi chilometri di distanza da Pisa e Livorno con la conseguente facilità dei collegamenti, il Centro aveva come fine immediato quello di consentire la fruizione senza disagi di serene vacanze estive ai soci dell'Unione: essi, ad esempio, possono raggiungere la spiaggia autonomamente, servendosi di un percorso appositamente studiato ed attrezzato, fra l'altro, con speciali semafori sonori che permettono un sicuro attraversamento delle strade.
A questo proposito va segnalata la grande disponibilità delle autorità comunali di Pisa che, dimostrando una sensibilità non comune, hanno facilitato la costruzione di questi percorsi. La struttura risentiva, però, a quell'epoca, della natura di casa-alloggi di comunità, con stanzoni pluriletto, bagni in quantità sensibilmente inferiore al numero delle stanze, comfort non elevato.
Il vasto consenso nato intorno all'iniziativa indusse, successivamente, l'Unione, all'inizio degli anni ottanta e successivamente negli anni 2000, a porre mano a rilevanti opere di trasformazione e ristrutturazione dirette non solo a migliorarne il tono alberghiero, ma anche a rendere possibile una attività convegnistica e di centro studi, prima solo timidamente tentata, pur con qualche significativa esperienza, soprattutto in occasione di riunioni di organi collegiali dell'Unione.
La presente “carta dei servizi” riguarda la gestione del Centro sotto l’aspetto turistico-alberghiero.
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