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Kaleîdos

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Numero 4 del 2022

Titolo: Esiste ancora l'amore eterno?

Autore: Myriam Defilippi


Articolo:
(da «Donna moderna» n. 8 del 2022)
E vissero per sempre felici e contenti... Le fiabe finiscono furbescamente così. Furbescamente, perché lasciano a noi l'attraversamento concreto di giorni, mesi e anni lastricati di intoppi o voragini. Persino in mondi che paiono favolosi - emblematico il munifico impero allestito da Bill Gates con Melinda Ann French - la coppia può incagliarsi e affondare. E se scendiamo dall'Olimpo dei supervip al mondo dei comuni mortali di convivenze e matrimoni spezzati ne contiamo sempre più. Amore in giro ce n'è, ma l'aspirazione alla sua perenne durata è stata costretta a ridimensionarsi.
Il Covid ha fatto barcollare tante relazioni, quella a due compresa.
Le statistiche, però, fanno arretrare al pre-pandemia la constatazione che oggi tenere insieme la coppia è diventata una sfida più ardua di ieri: nel 2019 - certifica l'Istat - si sono celebrati 184.000 matrimoni e registrati 93.000 separazioni e 85.000 divorzi. Tradotto: ci si dice tanti «addio» quasi quanti «sì». «Non voglio apparire irrispettosa paragonando il legame amoroso a un cellulare, ma viviamo in una società dove è più facile cambiare qualcosa che cercare di ripararla. Questo approccio si riverbera nella difficoltà a occuparsi della manutenzione della coppia» spiega Alessandra Salerno, co-curatrice del libro appena uscito «Nuove coppie. Nuove unioni» (FrancoAngeli). «Impedire al legame di sfilacciarsi richiede un impegno costante». Lo conferma una delle coppie più ammirate del nostro star system: l'attore e regista Sergio Castellitto e la scrittrice Margaret Mazzantini, che nel 2022 celebrano 35 anni di matrimonio. «Ci unisce un grande amore, ma anche un enorme rispetto» ha dichiarato lui in varie interviste. «Due sentimenti che sembrano quasi banali, ma che sono complicatissimi da mantenere intatti negli anni». A imporre tanta fatica contribuisce il cambio di senso della relazione. «Oggi si sta in coppia perché si cerca la felicità» dice Salerno. «Prima sposarsi non significava volersi garantire passione e piena realizzazione. Se uno o entrambi i coniugi soffrivano, il dolore restava blindato nel privato. Ora è pubblico. Quando ho cominciato il lavoro di terapeuta a Palermo, temevo il pregiudizio che i panni sporchi si lavano in famiglia e pensavo che di coppie ne avrei viste poche. Molte, invece, chiedono aiuto».
Di fronte a tanto sparigliamento viene da chiedersi chi lo porti a galla. «A presentare richiesta di separazione, a prescindere dalla durata del matrimonio, è più spesso lei di lui, mentre le richieste di divorzio sono un po' più spesso maschili» dice la sociologa Carla Facchini, professore senior di Sociologia della famiglia all'università di Milano Bicocca. Un moto centrifugo innescato da varie ragioni: «Ci trasciniamo ancora in paralizzanti sensi di colpa e frustrazioni, ma dopo secoli di sottomissione sta emergendo la rabbia delle donne ed è benefica» osserva la scrittrice Teresa Cinque, che definisce il suo nuovo libro «Amorologia» (Longanesi) la scienza impossibile dell'amore. «Pare che oggi ci si lasci tanto, in realtà prima non ci si lasciava solo perché non si poteva». Concorda Alessandra Salerno: «Una volta si usciva dalla famiglia d'origine e si entrava in quella del marito. Ora la donna sa di poter scegliere se sposarsi o no e con chi, se fare un figlio e quando farlo. È la consapevolezza di un potere femminile che si vede soprattutto nelle coppie giovani, nonostante anche in loro resti un retaggio culturale patriarcale da cui è difficile disarcionarsi».
I cambiamenti sociali che hanno impatto sulla coppia sono tanti: dal rarefarsi del ruolo della religione (dal 2018 i matrimoni in Comune hanno superato quelli in chiesa) alle nuove norme (come il divorzio breve del 2015). Ma cosa la minaccia dall'interno? «Tanti elementi, tra i principali il tradimento, e non necessariamente quello con una terza persona» risponde Salerno. «Molto delicato è il tradimento del cosiddetto patto di coppia, ovvero le aspettative implicite che non raccontiamo neppure a noi stessi ma riponiamo nell'unione. Se io scelgo un uomo perché mi convinco che mi coccolerà come non mi ha mai coccolata la mia famiglia d'origine, e invece lui vede in me la donna autonoma che non vuole gesti di affetto, a un certo punto l'incastro tra noi non funzionerà più. Alla base non c'è la volontà di fregare l'altro, ma la mancata esplicitazione di come vediamo il partner e di cosa ci aspettiamo da lui». Anche il tradimento con una terza persona non è certo una passeggiata di benessere. «È sempre molto doloroso, ma può essere «solo» un sintomo del malessere tra i due e diventare l'occasione per fare un percorso che rimetta insieme i pezzi. Anche in questo caso, però, alcuni ci riescono, altri non ce la fanno e si lasciano». La carrellata di eventi destabilizzanti è variegata. «I problemi economici possono rendere molto tesa la vita a due e allo stesso tempo impediscono di uscire di casa pagando un altro affitto: il legame formalmente resta, ma l'amore scompare. L'arrivo di un figlio è invece un momento gioioso, ma anche insidioso: si rischia di scivolare nel ruolo esclusivo di genitore, perdendo di vista la coppia e la sua intimità. Il sesso non va mai trascurato perché è indice di salute del rapporto a due».
Ci sono situazioni in cui si può prosperare o sfarinarsi. «Io e Mario ci siamo fidanzati al liceo, una di quelle coppie di cui si sente dire: «Figurati se durano, crescendo si cambia e non ci si riconosce più». Invece dopo 30 anni siamo ancora felici» racconta Laura. «Lui per lavoro sta in Francia 5 giorni alla settimana, io vivo qui con il mio, di lavoro, e i figli. Questo aspettarsi e ritrovarsi non lo sentiamo come una mancanza, anzi continua a mettere in moto il desiderio e la complicità». La distanza fisica è addirittura ricercata da chi si dà un'ulteriore chance: «Su 10 matrimoni, 2 sono seconde o terze nozze» dice Salerno. «Tra queste crescono le coppie Lat: «living apart together», vivere insieme ma distanti». Sulla misura ci si mette d'accordo - dai pochi metri di un appartamento a fianco ai chilometri di un'altra città - ma per stare insieme nel tempo si rinuncia a stare insieme nello spazio.
Le nuove coordinate di coppia non si esauriscono qui. A smentita di tanti benpensanti analogici secondo cui i siti di incontri promuoverebbero solo accoppiate per sesso occasionale, app come Tinder paiono funzionare anche come sensali. «Una volta ci si conosceva al bar o in palestra, oggi in particolare la Generazione Z usa anche il web come luogo in cui trovare un partner. E non sono rari i casi in cui dall'online si finisce poi in municipio o in chiesa» conferma Alessandra Salerno. Se i giovani sperimentano nuove modalità di costruzione di legami, anche le generazioni più mature riservano sorprese. «Oggi, dato che si vive più a lungo, tante coppie festeggiano le nozze d'oro e qualcuna arriva anche a 60 anni di matrimonio e oltre» spiega la sociologa Carla Facchini. «Più che di amore eterno parlerei di capacità di un assestamento continuo: si devono affrontare passaggi importanti quali il pensionamento, il processo di invecchiamento, l'uscita di casa dei figli, l'arrivo dei nipoti... Tutte prove che richiedono risposte ed elaborazioni condivise».
Lo sanno bene Marta e Sergio, 59 e 62 anni, sposati da 27. «Litighiamo su tutto, persino su chi debba portare fuori la spazzatura» racconta lei. «Ma ridiamo anche tanto e nelle sfide della vita ci siamo trovati alleati. Siamo fortunati: aver scoperto di non poter aver figli avrebbe potuto creare una frattura incolmabile. Poi aver sentito una comune vocazione per l'adozione ci ha dato gioia ed energia. Da poco ci siamo ridisegnati: nostro figlio è andato a studiare all'estero e il nido è vuoto. Abbiamo creato nuovi riti quasi fossimo tornati fidanzati. Il mercoledì pomeriggio e sera sono solo per noi: ci ritroviamo a pranzo in un bel locale, poi passeggiamo e torniamo a casa insieme».
Non tutti però possono agguantare un guizzo di creatività e una dose massiccia di buona sorte, tanto che quasi una su 4 delle coppie che chiedono la separazione lo fa dopo aver condiviso oltre 20 anni di matrimonio. «Oggi anche nelle unioni mature il continuare a stare insieme è frutto di una scelta, non è imposto socialmente come un tempo. La maggioranza rimane unita, ma in una parte dei casi, arrivati all'età della pensione, ci si separa o perché si ritiene di aver concluso il proprio ruolo genitoriale o perché si vede, con la separazione, l'opportunità di dare una sterzata rigenerante alla propria vita. Questa capacità progettuale a 60 anni una volta sarebbe stata impensabile».
Che si riporti sui binari la coppia a rischio deragliamento o che si inizi un percorso con un nuovo partner, a qualunque età la sfida di una relazione resta tra le più toste. Perciò, quando il cantautore Ultimo a dicembre ha posizionato il suo pianoforte a coda davanti a una palazzina nel Torinese e si sono affacciati sul balcone Domenico e Domenica, sposati da 74 anni, abbiamo sentito che il titolo di quelle note loro se lo meritavano tutto: una coppia così è di veri «Supereroi».
Myriam Defilippi



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