Numero 2 del 2022
Titolo: ESTERO- Il sogno di un ambulatorio diventa realtà
Autore: a cura di Anna Mandanici
Articolo:
Un piccolo ambulatorio cambia la vita in Togo
Bassar è una città della regione di Kara, a nord nella Repubblica Togolese, a 170 km dalla capitale Lomè. Per gli abitanti di questa regione fino a qualche anno fa era quasi impossibile accedere alle cure sanitarie oftalmologiche, a causa di una forte carenza di centri specializzati. Basti pensare che per trovare un ospedale con servizio oftalmologico bisognava percorrere circa 59 km per arrivare a Sokodé o 63 per arrivare a Kara, percorrenza non certo lunga se si pensa a come ci si sposta in Italia o nel resto dell'Occidente, ma non con le infrastrutture e alle reti stradali di un paese africano, per cui la gente impiega anche diversi giorni per potersi spostare da una città all'altra.
È proprio in questa città che da un'idea di Moïse A. Tchapo, nel 2010, nasce l'associazione «Solidaire Terre d'Espérance - Togo», al fine di colmare il vuoto sanitario presente in questa terra.
Moïse Allassan Tchapo, nato a Bassan, trascorre tre anni e mezzo in totale cecità ad entrambi gli occhi ed emiplegia alla parte destra del suo corpo a causa di un'emorragia al nervo ottico. Poi, grazie a un intervento in Germania, riacquista completamente la vista e torna a casa con lo scopo di dedicarsi a una missione importantissima, quella di portare cure oftalmologiche in Togo. Una missione che è riuscita grazie alla collaborazione con la Fondazione S. Francesco d'Assisi, una piccola onlus che sostiene da 30 anni l'istruzione dei bambini e dei ragazzi non vedenti in Togo, e con IAPB Italia Onlus, che negli anni ha provveduto a fornire l'attrezzatura oculistica necessaria. Tuttavia Tchapo, per veder realizzato il suo sogno, non solo ha dovuto lottare contro problemi burocratici ed economici, ma si è imbattuto in un ostacolo molto più grande: il pregiudizio culturale. In un paese dove i problemi alla vista e la cecità sono considerati una punizione di Dio, molte persone spesso tengono nascoste le loro difficoltà visive o decidono di non affrontarle. L'unico modo per spingere i suoi connazionali ad abbandonare i pregiudizi e ad avere fiducia nelle cure mediche è stato proprio sfruttare la sua esperienza ed è stato proprio raccontando la sua storia che è riuscito a superare la diffidenza iniziale e ad ottenere i primi risultati.
Dal 2016 l'associazione «SO.T.ES. - TOGO» ha iniziato a operare concretamente sul territorio organizzando campagne annuali di screening e cura in diversi villaggi della zona circostante il centro di Bassar (chiamata comunemente la grande Bassar) raggiungendo persone bisognose di interventi oculistici di vario tipo, dalla semplice fornitura di occhiali alla cura di infezioni, fino a patologie più complesse che richiedevano interventi chirurgici organizzati successivamente a Karà, Sokodé o a Lomé. Nel 2016 sono riusciti ad aiutare 900 persone, nel 2017 circa 1200, poi circa 2000 nel 2018 arrivando nel 2019 a sfiorare i 3000 pazienti.
Per dare continuità al progetto e fornire un supporto medico per tutto l'anno, non solo in occasione dello screening, l'associazione ha cercato per molto tempo di realizzare in zona un piccolo edificio.
Solo nel mese di giugno 2019, grazie ad una donazione ricevuta da una famiglia italiana, è stato possibile mettere in atto questo progetto e iniziare i lavori per la costruzione di un piccolo centro oculistico, su un terreno offerto dalla comunità locale, intitolato "Difiidi", che nella lingua di Bassar significa "Salvataggio". Successivamente, un importante finanziamento della Caritas Antoniana di Padova, ricevuto agli inizi del 2020, ha consentito di completare pressoché interamente i lavori. Inoltre, grazie ad un pozzo scavato in concomitanza con i lavori di costruzione, il centro è ora anche in grado di fornire acqua gratuitamente alla popolazione circostante, in particolare studenti e apprendisti.
Adesso che il suo sogno è realizzato, Moise Tchapo non si ferma e guarda con ottimismo al futuro: sono infatti in cantiere progetti di formazione del personale sanitario in loco e l'ampliamento del progetto scolastico volto a integrare i bambini non vedenti all'interno della comunità.