Numero 1 del 2022
Titolo: RELAZIONI INTERNAZIONALI- Insieme per contare di più in Europa
Autore: Manuela Esposito
Articolo:
Unione Europea dei Ciechi
L'Unione Europea dei Ciechi (EBU) è l'organizzazione europea a cui aderiscono attualmente 41 associazioni nazionali di persone cieche e ipovedenti e, dalla sua fondazione nel 1984, si impegna nel raggiungimento delle pari opportunità per le persone con disabilità visiva in una società che sia accessibile e inclusiva. Fondamentale per l'efficacia della sua azione è il lavoro della sua Commissione per i Rapporti con le Istituzioni dell'Unione Europea (UE), che favorisce la collaborazione e lo scambio tra i delegati delle organizzazioni nazionali dei paesi aderenti all'Unione Europea al fine di portare avanti le principali direzioni di lavoro dell'organizzazione a livello di politiche europee e nazionali. Partecipare a una riunione di questa commissione offre l'opportunità unica di avere una visione globale di quali sono le attuali priorità per le persone con disabilità visiva a livello europeo e di capire quanto il lavoro portato avanti dall'EBU e dalle organizzazioni nazionali affiliate sia cruciale per migliorare la vita quotidiana nel paese in cui viviamo. Ho avuto questo privilegio lo scorso mese di novembre, quando i componenti nazionali della Commissione per i Rapporti con le Istituzioni UE dell'EBU si sono riuniti a Lubiana (Slovenia). Alla riunione, presieduta dallo svedese Håkan Thomsson, erano presenti anche il Presidente dell'EBU Rodolfo Cattani, che è stato per molti anni Coordinatore di questa Commissione, e la rappresentante italiana Francesca Sbianchi, componente dell'Ufficio di Presidenza della Commissione stessa e coordinatrice dell'Ufficio Relazioni Internazionali dell'UICI.
Rilievo particolare nelle discussioni della Commissione hanno avuto le attività collegate alla Convenzione delle Nazioni Unite per i Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall'UE nel 2011 ed entrata ormai da tempo in fase di "attuazione" in tutti gli Stati Parti, ossia recepita nei sistemi legislativi nazionali. L'applicazione della Convenzione da parte dell'UE e degli Stati firmatari è ciclicamente posta sotto monitoraggio dal Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità dell'ONU. L'azione dell'EBU in questa fase riguarda soprattutto la sensibilizzazione e la diffusione delle informazioni relative all'obbligo degli Stati di rispettare i diritti sanciti nella Convenzione e di come essi trovino applicazioni concrete nella vita quotidiana di tutti i cittadini con disabilità. A tale scopo, l'EBU ha stabilito un programma di azione pluriennale denominato PARVIS (Promoting Awareness on the Rights of Visually Impared People in an Inclusive Society). Grazie a questo programma sono in fase di realizzazione diversi strumenti utili per sostenere campagne, in particolare tramite social media, rivolte principalmente ai decisori politici, per favorire una corretta attuazione degli articoli della Convenzione a livello nazionale. In questo momento si sta provvedendo alla realizzazione di brevi video animati, che sono messi a disposizione in diverse lingue, tra cui l'italiano, e di un video lungo intitolato "A day in the life of a person with a visual impairment". PARVIS, che ha ricevuto un importante finanziamento da parte dell'UE, prevede inoltre la realizzazione di podcast, e-workshop, eventi di sensibilizzazione e un seminario sulle politiche sulla non-discriminazione in Europa.
Un altro argomento su cui si è concentrata l'attenzione della Commissione è l'applicazione a livello nazionale del Trattato di Marrakech, che garantisce la presenza di limitazioni o eccezioni alle norme in materia di diritto d'autore per alcuni utilizzi a beneficio delle persone cieche, ipovedenti o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa e che consente inoltre lo scambio transfrontaliero di copie di opere pubblicate realizzate in formato accessibile, al fine di aumentarne la disponibilità. Sull'applicazione del Trattato di Marrakech, l'EBU ha condotto un'importante campagna nella fase di elaborazione delle legislazioni nazionali che hanno attuato il Trattato, recepito dalla Direttiva UE 2017/1564 e in Italia dalla legge 37/2019, e sta ora conducendo un'indagine finalizzata ad avere un quadro completo delle modalità in cui i diversi paesi europei hanno applicato gli elementi più importanti del Trattato. Seguirà un'ulteriore campagna, che l'EBU auspica sia sviluppata a livello nazionale, per far conoscere meglio le possibilità offerte dal nuovo regime legale agli enti che ne potrebbero trarre vantaggio, come università, biblioteche, ecc.
Tra la lista delle priorità di azione individuate dall'EBU, un ruolo di primo piano lo occupa anche l'accessibilità. Nel 2019 l'UE ha emanato l'Atto Europeo sull'Accessibilità, una direttiva che stabilisce requisiti minimi di accessibilità in una serie definita di comparti, sinteticamente hardware, software, web e alcuni servizi, come i terminali di pagamento. Per il momento, il lavoro dell'EBU sull'accessibilità si concentrerà, da una parte, su alcuni aspetti definiti all'interno di questi comparti, procedendo alla costituzione di un gruppo di lavoro i cui componenti saranno indicati dalle organizzazioni nazionali; dall'altra, tuttavia, è chiaro all'EBU che l'impegno nei riguardi dell'accessibilità, per essere efficace, deve riguardare non solo gli elementi legislativi, che prescrivono obblighi e obiettivi, ma anche quelli tecnici, nei riguardi dei quali un contributo dovrebbe essere fornito dalle associazioni nazionali di persone con disabilità visiva nella definizione degli standard da rispettare per realizzare quegli obiettivi di accessibilità. In tal senso, la Commissione di Collegamento proseguirà il lavoro già avviato con gli enti di normazione a livello europeo (il CEN) e a livello nazionale (in Italia l'UNI) al fine di favorire l'emissione di standard tecnici, regolarmente revisionati e aggiornati, che garantiscano la reale accessibilità di prodotti e servizi alle persone cieche e ipovedenti. Pertanto alle associazioni aderenti all'EBU verrà chiesto di contribuire a campagne di ampio raggio o ad azioni mirate anche su questo fronte.
La Commissione di Collegamento ha infine considerato gli sviluppi di altre importanti questioni: il monitoraggio dell'applicazione della Direttiva europea relativa all'accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici, che gli Stati dovrebbero aver completato entro la metà del 2021, e il supporto che l'EBU e le sue organizzazioni affiliate possono offrire agli enti pubblici per rendere i propri siti e app accessibili; la sicurezza stradale, in considerazione dei nuovi mezzi di trasporto individuali, per i quali non sono state ancora elaborate delle normative complete; la nuova normativa del programma Europa Creativa - Media, che ha integrato le istanze presentate dall'EBU per l'incremento della quota di film e materiali mediatici audiodescritti; la ripresa dei lavori istituzionali sulla proposta di Direttiva sul Pari Trattamento; la campagna di sensibilizzazione sulle elezioni accessibili, che verrà condotta fino al 2024 insieme al Forum Europeo della Disabilità e che riguarderà quindi tutte le persone con disabilità; la fase di attuazione, ampliata a un numero più ampio di paesi europei, della Carta Europea della Disabilità che garantisce l'accesso delle persone con disabilità a una serie di servizi gratuiti o scontati, in regime di reciprocità tra i Paesi dell'UE.
In conclusione, l'agenda di lavoro dell'EBU nel nuovo anno continua ad essere fitta di impegni. La condivisione dei suoi obiettivi e la collaborazione da parte delle associazioni nazionali che la compongono è fondamentale per garantire che lo svilupparsi delle politiche, della cultura, dell'economia e delle tecnologie non lasci indietro nessuno, e che anzi sia un'occasione per migliorare le nostre società e renderle sempre più eque e accessibili.