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Kaleîdos

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Numero 1 del 2022

Titolo: Guida alla salute delle donne

Autore: Alessandro Pellizzari


Articolo:
Cistite, quest'inverno non mi avrai
(da «Starbene» n. 1 del 2022)
L'attrice Francesca Neri ne ha parlato apertamente: la cistite è stato il suo incubo per tre lunghi anni. Certo, lei ha vissuto la forma più grave, quella interstiziale e cronica, ma questa infiammazione ha diversi «vizi»: è diffusa, è fastidiosa e preferisce le temperature estreme. Badate bene: abbiamo scritto infiammazione, e non infezione. «Perché spesso non lo è, anche se questo stato spalanca di frequente la porta ai batteri», spiega Riccardo Galli, urologo e andrologo a Bergamo. «Da qui l'abuso di antibiotici e disinfettanti urinari che, se presi fuori dal controllo medico, possono dare sollievo momentaneo ma diventano terreno fertile per altri episodi, con un effetto «a cascata» che può innescare una serie di recidive sempre peggiori». La tendenza al fai da te è innescata anche dalla riconoscibilità dei sintomi: aumentata frequenza delle visite al bagno, stimoli impellenti a fare pipì pure quando non è necessario, fastidio o dolore alla minzione, a volte tracce di sangue nelle urine e alterazione dell'odore delle stesse (colpa dei batteri in questo caso); non poche donne, facendo autodiagnosi, ricorrono all'antibiotico rimasto nell'armadietto dei farmaci. Grave errore.
La forma senza batteri
Chi ha i sintomi della cistite, soprattutto se non si limita a un episodio, prima o poi fa un'urinocoltura, l'esame irrinunciabile in questo campo, teso a scoprire se l'infiammazione è anche infezione batterica. «Ed è proprio da questo esame che spesso, risultando negativo, si scopre che la cistite è «meccanica», cioè è stata prodotta da un'alterazione fisica del pH delle mucose del tratto uro-genitale, che si irritano e infiammano al punto da dare i famosi sintomi», spiega Galli. «Le cause? L'eccessiva detersione intima, magari con prodotti non dedicati, rapporti sessuali con una non sufficiente lubrificazione (succede in menopausa o nei giorni antecedenti o che seguono il ciclo) e gli errori alimentari che alterano l'equilibrio intestinale sono fra i responsabili più frequenti di questa tipologia di cistiti che non richiede l'uso di antibiotici e disinfettanti».
Ama gli sbalzi
Ma ci si mette anche il freddo. La cistite adora le variazioni di temperatura: non a caso si presenta soprattutto ai cambi di stagione, e prospera in inverno come in estate. «Lo shock termico dei passaggi dal freddo dell'ambiente al caldo di casa e ufficio abbassa le difese immunitarie ed espone le delicate mucose intime all'infiammazione», avverte l'urologo. «Evitiamo quindi, arrivati a casa, di piazzarci attaccati al termosifone o troppo vicini al camino, e anche di fare subito un bagno bollente; meglio una doccia a media temperatura». E attenzione: come succede d'estate, anche una bevanda fredda può scatenare la cistite.
Vescica e intestino organi «gemellati»
Il riferimento alle bevande fredde ci introduce al tema dell'intestino non solo come organo confinante con la vescica, ma come suo mediatore della salute. «È da lì che partono spesso i guai che trasformano l'infiammazione in infezione», aggiunge l'esperto. «Non che i batteri siano tutti cattivi. L'escherichia coli per esempio, responsabile di 8 casi su dieci di cistite, vive normalmente in pace nell'intestino, ma si trasforma in nemico se trattiamo male il colon. Non a caso chi soffre di stipsi, perché non ha un'alimentazione abbastanza ricca di fibre, vegetali e non equilibrata in generale, incorre nella cistite. Stessa cosa per chi ha l'intolleranza al lattosio e consuma cibi proibiti (magari perché non lo sa) o soffre di colon irritabile, che ha nello stress uno dei fattori scatenanti. Questo abbassa tutte le difese immunitarie, anche quelle della vescica. Insomma, la cistite è una malattia multifattoriale.
Cosa fare se ti prende alla sprovvista
Metti una domenica senza medico a portata di mano (e neanche di telefono) e arrivano bruciori e corse al bagno: che fare? «Innanzitutto vincere la ritrosia a bere (molte pensano che se bevono troppo si moltiplicano le visite alla toilette e anche i dolori), facendolo invece più spesso, per diluire l'eventuale carica batterica», spiega Galli. «Vietato comprare in farmacia un disinfettante, cioè una sottospecie di antibiotico da banco: le linee guida lo prevedono solo dopo la visita urologica, e non in tutti i casi. Vietatissimo qualunque antibiotico prima di fare l'urinocoltura che, tra l'altro, può risultare anche positiva per i batteri ma se non ci sono sintomi associati, anche questa volta l'antibiotico è da evitare. Si può usare un antinfiammatorio della categoria Fans, meglio se in supposta (agisce localmente e più in fretta), per lenire i disturbi fino al momento della visita. L'alimentazione deve essere resettata all'istante: tutto ciò che irrita va bandito dalla tavola almeno per il periodo di presenza dei sintomi, e poi limitato a occasioni. Parlo di tutti i cibi piccanti, i fritti, i salumi, gli alcolici, il caffè e il cioccolato». E lo sport? «Va messo in pausa nel periodo acuto ma poi ripreso (o iniziato) subito dopo perché è un fantastico antistress e aiuta la motilità intestinale», aggiunge l'esperto.
Previeni le ricadute
Ma come fare per evitare altri spiacevoli episodi, oltre ad adottare le regole viste sopra? «Occorre innanzitutto rivedere la propria igiene intima», sottolinea Galli. «Non si deve fare il bidet troppo spesso (massimo 1-2 volte al giorno, un po' di più durante il ciclo) e occorre usare detergenti che rispettino il pH intimo, meglio se ginecologicamente o dermatologicamente testati. In doccia non si usa un prodotto per tutto: teniamo anche lì un detergente intimo a portata di mano. Contro la stipsi, mentre aspettiamo che l'intestino ritrovi il suo equilibrio resettando l'alimentazione, facciamoci consigliare dal farmacista dei fermenti lattici. E programmiamo con l'urologo dei cicli di integratori a base di melograno, D mannosio, mirtillo, uva ursina e altre sostanze più benefiche». Perché la cistite è un «abbonamento» che si può evitare.
Cistite interstiziale: conviverci (bene) si può
Quella interstiziale è la forma di cistite più grave e cronica, «che non passa mai». Per fortuna è rara ma, quando colpisce, sono letteralmente dolori, come ha recentemente testimoniato raccontando la sua storia l'attrice Francesca Neri. «In questi casi i sintomi sono gli stessi della cistite classica, ma spesso più accentuati e con episodi di febbre e possibile presenza di sangue nelle urine», spiega il nostro esperto, il dottor Riccardo Galli. «Si formano delle vere e proprie ulcere sulle pareti della vescica (urotelio), come può succedere nell'esofago per le gastriti più gravi. La diagnosi viene fatta per esclusione, cioè scartando le altre possibili ipotesi a mano a mano che si gestisce la forma acuta e, infine, con il cistoscopio, che permette di vedere l'interno della vescica. Essendo una malattia cronica, va gestita nel tempo con farmaci, integratori e adottando tutte le regole alimentari, di prevenzione e igiene che abbiamo visto per le forme più comuni. Se ci si applica, la convivenza con il disturbo diventa assolutamente gestibile».
Alessandro Pellizzari



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