Numero 12 del 2021
Titolo: IPOVISIONE- La Prevenzione della cecità in Italia
Autore: Filippo Cruciani e Angelo Mombelli
Articolo:
Il ruolo delle associazioni
L'attuale statuto della IAPB Sezione Italiana, all'art. 2 ne riporta i compiti istituzionali:
"La IAPB Italia onlus ha per scopi la prevenzione della cecità e la riabilitazione visiva degli ipovedenti. Essa svolge esclusivamente le attività di seguito elencate, oltre a quelle ad esse direttamente connesse; in particolare:
a) diffonde a livello nazionale, regionale e locale la conoscenza delle principali patologie oculari, causa di cecità o di ipovisione a tutte le età, promuovendo e sostenendo campagne di informazione, Convegni e riunioni a carattere scientifico; inoltre, pubblica e diffonde materiale scientifico e informativo;
b) promuove iniziative di studio, di ricerca scientifica, di indagini epidemiologiche, anche attraverso accordi di collaborazione con lo Stato, le Regioni, le strutture universitarie e ospedaliere di Oftalmologia e Istituzioni con competenze affini nonché con ogni altro Ente pubblico o privato, mirate a rendere effettiva la prevenzione della cecità, la riabilitazione visiva e il recupero psicologico e sociale degli ipovedenti;
c) interviene come interlocutore idoneo presso i Ministeri della Salute, della Pubblica Istruzione, del Lavoro e presso le Amministrazioni Pubbliche e private, internazionali, nazionali e locali, per proporre e sollecitare iniziative per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva degli ipovedenti;
d) promuove e organizza Corsi di formazione e di aggiornamento per educatori e per riabilitatori visivi;
e) istituisce o potenzia, anche in convenzione, Centri per l'educazione e la riabilitazione visiva degli ipovedenti;
f) promuove e organizza sul territorio iniziative per la prevenzione delle minorazioni visive, anche attraverso l'utilizzo di unità mobili oftalmiche;
g) fornisce ai cittadini, con ogni mezzo idoneo, informazioni e consulenza sulle minorazioni visive, nonché sostegno ove ritenuto necessario;
h) promuove e attua iniziative volte alla prevenzione della cecità e alla riabilitazione visiva nei Paesi particolarmente disagiati;
i) è fatto divieto, secondo quanto previsto dall'art. 10, comma 5, del D. L.vo 460/97, di svolgere attività diverse da quelle di cui ai commi precedenti, ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse".
Tuttavia, le risorse della sezione Italiana della IAPB, nei primi anni, furono limitate ai contributi versati dagli enti fondatori: decisamente insufficienti per sviluppare un'attività adeguata alle necessità. Inoltre la scomparsa del prof. Bietti proprio nell'anno della fondazione influì pesantemente sulla crescita della neonata Sezione.
Nonostante tutto, in questo periodo, vide la luce la rivista di Oftalmologia Sociale che nel corso degli anni successivi sino ad oggi è stato uno strumento fondamentale di divulgazione e di confronto delle problematiche di medicina sociale in ambito oftalmologico.
Le unità mobili oftalmiche
Nei primi anni '90 la Direzione Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi inaugurò un'iniziativa i cui risultati hanno assunto nel tempo un notevole valore per la prevenzione, ovverosia l'acquisto di un'Unità mobile oftalmica, ovvero di un camper attrezzato con strumentazione utile ad effettuare visite oculistiche di base e dato in gestione alle strutture territoriali dell'Unione; l'idea si dimostrò vincente e, a parte le difficoltà gestionali inziali, comprensibili per la novità, l'iniziativa prese piede: oggi le unità mobili oftalmiche sono circa una ventina, sparse su tutto il territorio nazionale e svolgono iniziative nelle piazze, nelle scuole, nelle località più dislocate, dove suppliscono alle carenze delle strutture pubbliche locali. Un esempio valga per tutti: dopo il terremoto dell'Aquila nel 2009 un'unità mobile oftalmica fu inviata in zona per supportare i soccorsi alla popolazione.
Ad oggi l'attività dei camper viene finanziata da contributi specifici da parte della IAPB. Dai dati segnalati risulta che circa all'8% delle persone visitate sono riscontrate patologie silenti non a conoscenza dell'interessato; in questi casi i soggetti vengono inviati ad accertamenti specifici prima che le patologie riscontrate causino un danno irreversibile all'apparato visivo.
La legge 284/97
Un'altra svolta decisiva si presentò esattamente vent'anni dopo la costituzione della Sezione Italiana della IAPB, con l'entrata in vigore della Legge 284 del 1997. L'Unione Italiana Ciechi e la IAPB unirono le proprie forze per promuovere un provvedimento legislativo che finalmente riconoscesse alla prevenzione delle malattie della vista in Italia l'importanza e l'attenzione che merita. Per l'occasione, fu predisposto un documento che metteva in evidenza quanto una persona divenuta cieca nel pieno della sua vita pesasse, a livello meramente economico, sull'intera comunità; e, viceversa, quante risorse pubbliche si potessero risparmiare nel caso in cui anche ad un solo individuo fosse evitata la cecità. Pensiamo infatti ad un soggetto che "nel mezzo del cammin della sua vita si ritrovi in una selva oscura perché la sua vista era smarrita". Trattasi dell'inizio di un "inferno" per sé e per i propri cari, un dramma che di certo non ha prezzo, ma anche di un aggravio economico per la società, non indifferente e di durata indefinita: all'interessato infatti spetterà un'indennità di accompagnamento pari a circa diecimila euro all'anno (per 40 anni circa?) e se esercitava un'attività lavorativa, la sua pensione di invalidità fino all'età pensionabile ammonterà a circa 300.000 euro; si aggiungano alle cifre sopracitate l'esenzione totale dai ticket sanitari, l'accesso al nomenclatore tariffario delle protesi, la libera circolazione sui mezzi di trasporto e le altre svariate agevolazioni, concesse alle persone con disabilità.
Fu quindi dimostrato come le somme richieste (e poi stanziate) dalla legge 284/97 risultassero quasi risibili in confronto ai costi della disabilità visiva: un'adeguata attività di prevenzione delle malattie della vista avrebbe giovato economicamente all'intera società.
La 284/97 previde quindi uno stanziamento a favore della IAPB che nel 1997 ammontava a circa 500.000 euro (1 miliardo delle vecchie lire); con i successivi aggiornamenti, fu poi portato all'attuale milione di euro annuo circa, a dimostrazione della bontà e dell'efficacia dell'operato svolto nel corso degli anni.
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