Numero 12 del 2021
Titolo: ATTUALITÀ- Le discriminazioni multiple e il nostro tempo...
Autore: Pierfrancesco Greco
Articolo:
Una prospettiva di speranza, facendo rete, donando Amore
Il Coraggio e la Cultura, la Consapevolezza e la denuncia: questi i punti che possono tracciare la rotta su un futuro libero dalla violenza di genere; futuro di cui si è parlato nel pomeriggio di mercoledì 24 novembre, alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nel corso di un Convegno, dal tema "Fai la differenza: ferma la violenza", tenutosi a Roma, sotto la volta e tra le pareti dipinte della Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, su iniziativa della senatrice Urania Papatheu, in collaborazione con l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Moderato dalla giornalista Rai Dania Mondini, tale momento di salubre raffronto ideale e valoriale è stato pensato per fare il punto su una realtà amara e allarmante, contestualmente a cui elemento cruciale è l'educazione, quella che inizia a sedimentarsi in famiglia, quella che si consolida a scuola, quella capace di destrutturare il coacervo di pregiudizi e luoghi comuni in cui trova agio la discriminazione; la discriminazione che riceve alimento nel silenzio, la discriminazione che fa male prima ancora di sfociare in violenza, la discriminazione che, se possibile, diventa ancora più virulenta per le donne portatrici di una qualche forma di disabilità, per quelle donne chiamate ad affrontare il supplizio quotidiano di una doppia discriminazione: prima perché donne, poi perché disabili. Una discriminazione multipla, su cui focalizza l’attenzione la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, e che è stata diffusamente evidenziata dal tavolo delle relatrici, da cui hanno offerto i loro contributi autorevolissime rappresentanti delle istituzioni, tra cui la promotrice del meeting, Urania Papatheu, nonché Erika Stefani, Ministro per le disabilità, e Patrizia Toia, parlamentare europea, delle forze dell'ordine, del mondo accademico e scientifico, tra le quali Virginia Ciaravolo, Psicoterapeuta e Criminologa, autrice del libro "La violenza di genere dalla A alla Z", e Maria Luisa Gargiulo, Psicologa e Psicoterapeuta, delle associazioni, come Antonella Veltri, Presidente di Di.Re., Donne in Rete contro la violenza, e del mondo dello spettacolo, come Fiorella Mannoia, che con un messaggio video ha inteso prendere parte, con le proprie riflessioni mediate dall’eleganza dell’arte, al simposio. Un simposio che ci ha detto tanto: ci ha detto che è tempo di prendere coscienza, nei fatti, oltre le parole, di una tragedia quotidiana, che si può arginare mediante una mobilitazione morale, che chiama in causa la società, le istituzioni, le vittime. Una mobilitazione che, come accennato prima, deve coinvolgere anche le scuole, dove inizia il cambiamento; una mobilitazione che deve orientare il senso comune, anche a livello istituzionale, che deve spingere le vittime a uscire dall’isolamento, che può coadiuvare le forze di polizia e gli altri operatori nella formazione, nelle tecniche investigative, nell’approccio alle vicende connesse alla violenza di genere, nell’attività di contrasto, rispetto a cui uno dei punti nodali è la denuncia, "che - ha spiegato il Capitano Mariantonia Secconi, Comandante della Sezione Atti persecutori del Reparto analisi criminologiche presso il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma - non deve arrivare necessariamente dalla vittima, bensì deve e può arrivare da tutti. Dal momento che per i maltrattamenti contro i familiari conviventi si può procedere d’ufficio, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte: fondamentale è prevenire, senza aspettare l’irreparabile; al riguardo l’Arma è impegnata in un’opera di sensibilizzazione finalizzata a rompere il muro dell’indifferenza, che produce silenzio. Prevenire significa anticipare: per cui, se un vicino di casa percepisce che qualcosa non va in una coppia, se un insegnante nota in una bambina o in un bambino poca serenità, o peggio, segni e altro, se un collega, un professionista, nota qualcosa di strano (l’articolo 331 del Codice di Procedura Penale obbliga i pubblici ufficiali, alla stregua delle forze di polizia, e gli incaricati di un pubblico servizio alla denuncia), occorre denunciare. Per quanto riguarda le donne con disabilità vittime di violenza, non solo i maltrattamenti in famiglia contro familiari conviventi, ma anche gli atti persecutori sono procedibili d’ufficio; pertanto, anche la segnalazione di qualcuno che non sia la vittima è fondamentale. L’invito, quindi, è di denunciare, perché noi, forze di polizia, ci siamo, ovunque, cercando di essere tempestivi, di portare aiuto concreto: questo è il nostro obiettivo. Poi, da qualche anno, a fornirci maggiori strumenti, nel contrasto alle forme di violenza contro le donne, c’è la Convenzione di Istanbul - la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che apre la strada alla creazione di un quadro giuridico a livello paneuropeo per proteggere le donne contro tutte le forme di violenza e prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica. La Convenzione, che interviene specificamente anche nell'ambito della violenza tra le mura di casa, riguardante non solo le donne, ma anche altri soggetti, ad esempio bambini e anziani, ai quali altrettanto si applicano le medesime norme di tutela, precisa (articolo 3) che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione. Aperta alla firma l’11 maggio del 2011, in Italia la Convenzione è stata ratificata, e il testo convertito in legge, nel 2013 - i cui principi, che si basano sugli obiettivi delle quattro P, ovvero Prevenzione, Protezione e aiuto alle vittime, Perseguimento dei colpevoli e Politiche integrate - di cui ha fatto menzione il Ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, tramite un contributo video - vengono ogni giorno declinati dall’Arma capillarmente su tutto il territorio nazionale, con umanità, con quell’umanità che si spiega in maniera particolare verso quelle persone le cui specificità, se possibile, ci responsabilizzano ancora di più nel dare il meglio della nostra professionalità". Responsabilizzazione, già... Un aspetto che è stato raccontato in foggia circostanziata durante il convegno, il quale ci ha anche detto che è tempo di giungere a un incontro, quello tra società civile e istituzioni, le quali devono confrontarsi realmente, senza perifrasi, con franchezza, come avvenuto mercoledì, attraverso un'iniziativa che ha preso vita dall'incontro tra il senso morale animante l'UICI e la sensibilità riscontrata nell'ambito di un'istituzione apicale come quella senatoriale; ci ha detto che è tempo di alzare lo sguardo verso un universo speciale, quello in cui orbitano le unicità delle donne, pure di quelle che, sulla scorta della loro disabilità, sono capaci di guardare col cuore, anche quando non vedono. È tempo di guardare lontano, "facendo rete - ha evidenziato la vicepresidente UICI Linda Legname, potenziando formazione e, per le donne diversamente abili, fruibilità degli strumenti, anche presso i centri antiviolenza, che devono essere pronti ad accogliere le specificità proprie della disabilità, di cui si è parlato pure oggi, al fine di rendere più agevole la possibilità di denunciare gli abusi: nel momento in cui si giungerà a riconoscere la doppia specificità, o meglio, la doppia unicità della donna con disabilità, si potrà guardare al domani con più serenità, con determinazione e forza".
Forza come quella palesata da Fernanda Flamigni, dalla sua testimonianza, a cui anche Bruno Vespa, nel suo Porta a Porta, ha poi dato spazio, che ha emozionato e commosso i presenti: a lei una violenza cieca ha sconvolto la vita, ha strappato una persona cara, ha tolto la luce dagli occhi, ma non è riuscita a toccare la luce del cuore, quella che valica il crepuscolo della paura, quella che dissolve il buio del silenzio, quella che apre l’orizzonte a tempi nuovi. È tempo, insomma, di guardare insieme verso una prospettiva di futuro e speranza per le donne, per tutte le donne, rimediando, come ha osservato Simona Lancioni, alle lacune legislative che ancora permangono rispetto alle discriminazioni multiple e riempiendo, nel contempo, quel vuoto di umanità provocato dalla violenza connessa al genere, alla disabilità, a entrambe le dimensioni; quel vuoto che la capacità - tutta femminile - di essere elementi di luce, in un cielo di ombre, può arginare, anche con la grazia e con "il rispetto per la loro essenza che - ha chiosato Alina Pulcini, Consigliera Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti - nelle donne non deve mai venire meno"; quel vuoto che l'Amore, con la sua poesia, può colmare; poesia che è ancora più aulica dello scritto, attribuito a Shakespeare, "In piedi, signori, davanti a una donna", declamato dal presidente nazionale UICI Mario Barbuto sul principiare dei lavori. Sì, in un pomeriggio di novembre, dalla Città Eterna, si sono levati alcuni sprazzi di luce, ancora più belli e fulgidi del rosso che, nei giorni scorsi, ha colorato finestre, monumenti e palazzi... Sprazzi di luce che recano bellezza, come la Donna, la Luce più preziosa... Una Luce che il firmamento colma di grazia... La Grazia che il Cielo dona ogni giorno alla realtà mondana... Una realtà che, dall'altra metà, il Cielo asperge di Amore... Con Coraggio, con Cultura, con Consapevolezza.