Numero 20 del 2021
Titolo: Ma l'indifferenza è ancora tanta
Autore: Antonio Russo
Articolo:
Se si pensa al pregiudizio come barriera culturale da rimuovere dalla vita che ci appartiene, di certo la strada è ancora lunga.
In proposito, vorrei condividere queste mie riflessioni, nate da una lista di discussione online. Come sordocieco e cittadino disabile, mi sento coinvolto in qualcosa che, alla fine, riguarderà tutti. Buona lettura e grazie.
Io, che a un certo punto della vita mi sono trovato cieco e sordo, ho imparato a progettarmi, a farmi carico di me stesso. Mi sono rivolto in direzione di quella conoscenza quotidiana che valorizza l'identità individuale attraverso un essenziale sforzo culturale. Bisogna credere in un simile sforzo, soprattutto in un contesto sociale come quello in cui viviamo, dove prevale l'incapacità di realizzarlo.
È per questo che diventa fondamentale affinare le armi del conoscere per aiutare ed aiutarsi. L'obiettivo è qualcosa di più della semplice sopravvivenza in una condizione di indifferenza più propria ai morti che non ai vivi: piuttosto, è vivere diffondendo quegli stimoli che si fanno cultura, della persona e per la persona. In questo modo diventa possibile dare più certezze ad una società che ha bisogno di essere guidata a capire chi sono e cosa sono i disabili.
Sono convinto che queste riflessioni possano portare a quel miglioramento che auspichiamo da sempre, il miglioramento di quell'umanità che si fa concetto primo e logico di vita. Basti pensare al fatto che oggi siamo ancora lontani dal possesso di quella sensibilità necessaria per comprendere i problemi del prossimo, ma che tale divario esistenziale si potrebbe superare anche semplicemente usando e lavorando col pc.
Eppure è difficile comunicare con gli altri, come abbattere quella barriera tra me e il mondo. E lo è ancor di più se la nostra diversità viene considerata il punto di partenza dal quale ogni singolo acquisisce la propria dignità, esistenziale e sociale. Ecco perché, basandosi sull'idea che il sapere genera sapere, cercare di dimostrare me stesso, seguendo il limite che la quotidianità m'impone, significa essersi dato da fare con e per gli altri.
Grazie, saluto tutti.
Antonio Russo