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Il Progresso

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Numero 20 del 2021

Titolo: Ambiente- Il primo caffè 100% siciliano

Autore: Chiara Guzzonato


Articolo:
(da «focus.it» del 13 ottobre 2021)
Complici i cambiamenti climatici, in Sicilia cresce un'agricoltura alternativa, come quella del caffè, mentre è sempre meno ricca la produzione di agrumi
Macché limoni, arance e mandorle: il futuro dell'agricoltura siciliana è il caffè. Complici i cambiamenti climatici, che rendono parti dell'isola sempre meno ospitali per le coltivazioni tradizionali e sempre più adatte a piante e frutti tropicali, quest'anno la terra ha donato un ricco raccolto di caffè 100% Made in Italy. L'azienda della famiglia Morettino ha così finalmente potuto vedere i frutti del proprio lavoro, iniziato 30 anni fa con la semina di circa 60 piante di caffè.
«Siamo rimasti sorpresi dall'abbondante raccolto delle nostre piante», ha dichiarato Arturo Morettino.
Le piante sono state coltivate a soli 350 metri sul livello del mare (normalmente si piantano a circa 1.500 metri di altitudine) e sono cresciute all'aperto senza l'utilizzo di pesticidi.
«I cambiamenti climatici devono farci riflettere sul presente e sul futuro della nostra terra», sottolinea Andrea Morettino, quarta generazione della famiglia: «se da un lato ha mostrato segnali di insofferenza per le colture tradizionali, dall'altro ha rivelato inaspettate potenzialità come dimostrano il successo delle coltivazioni di frutta tropicale quali mango, papaya, avocado, kiwi o litchi siciliani».
Non è la prima volta che in Sicilia si tenta di produrre un caffè a km 0: già agli inizi del Novecento un gruppo di agronomi dell'orto botanico di Palermo aveva tentato di seminare caffè, ma il progetto si era infranto contro il gelo dell'inverno del 1912, che aveva ucciso tutte le piante. Ora che l'emergenza climatica sta irrimediabilmente tropicalizzando l'agricoltura mediterranea della Sicilia, un caffè Made in Italy non sembra più essere un'utopia. Ma a quale prezzo?
L'altra faccia della medaglia
Negli ultimi anni la produzione di agrumi è crollata drammaticamente: i terreni destinati alla coltivazione di aranci sono diminuiti del 31% in 15 anni, e quelli di limoni sono quasi dimezzati a causa delle estati sempre più calde e secche. Nel 2020 la Sicilia non ha visto la pioggia per 90 giorni consecutivi, e secondo i dati raccolti dall'Osservatorio Balcani e Caucaso la temperatura media dell'isola negli ultimi 50 anni è aumentata di quasi 2 gradi C.
«Il rischio desertificazione è concreto», sottolinea Christian Mulder, professore di ecologia ed emergenza climatica all'Università di Catania: «di questo passo la parte più meridionale della Sicilia sarà indistinguibile dalla Tunisia dal punto di vista climatico».



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