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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Gennariello

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Numero 10 del 2021

Titolo: Parliamo di...

Autore: Redazionale


Articolo:
I Giochi paralimpici sono l'equivalente dei Giochi olimpici ma rivolti ad atleti con disabilità. Essendo pensati come Olimpiadi parallele, prendono il nome proprio dalla fusione del prefisso «para» con la parola «Olimpiade».
Le moderne Paralimpiadi nascono nel lontano 1948, quando il medico tedesco Ludwig Guttmann, diventato direttore del centro delle lesioni spinali (1) di Stoke Mandeville in Inghilterra alla fine della seconda guerra mondiale, mette in atto una cura particolare per gli ex soldati gravemente feriti: organizzare gare sportive. Così nell'anno delle Olimpiadi di Londra, nel 1948 appunto, inaugurò i primi giochi per persone disabili motori: quattordici uomini e due donne si confrontarono nella disciplina del tiro con l'arco. I giochi di Stoke Mandeville, come furono chiamati, divennero per la prima volta internazionali nel 1952 quando parteciparono anche atleti olandesi.
Nell'edizione del 1960 che si svolse a Roma, nascono le Paralimpiadi moderne. Per la prima volta nella storia i Giochi olimpici e paralimpici si svolgono nella stessa città. Ben 400 atleti in carrozzina, in rappresentanza di 23 paesi, si sfidarono in tante discipline tra cui il biliardo, il lancio del giavellotto, la scherma, la pallacanestro, il tennistavolo ed il tiro con l'arco. L'Italia conquistò 28 medaglie d'oro, 30 d'argento e 24 di bronzo.
Con l'edizione del 2012 a Londra, il movimento paralimpico compie un ulteriore passo avanti: per la prima volta il comitato organizzatore dei Giochi olimpici è lo stesso dei Giochi paralimpici. Un evento quello di Londra che ha evocato un cambiamento senza precedenti da parte del pubblico nei confronti dello sport per persone con disabilità: un record fatto di 500 ore di trasmissione televisive e di ben 40 milioni di persone nel mondo che hanno guardato le Paralimpiadi di Londra 2012.
E anche l'edizione di Tokio 2021, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid, è stata una manifestazione che ha attirato l'attenzione dei mass-media per la capacità di trasmettere con grande forza un messaggio limpido e chiaro di uguaglianza e di inclusione sociale. Per i nostri atleti italiani, Tokio è stato un trionfo. Hanno portato a casa 69 medaglie di cui 14 d'oro, 29 d'argento e 26 di bronzo, superando di gran lunga il medagliere conquistato alle Paralimpiadi di Rio nel 2016. Cinque medaglie sono state vinte da atleti con disabilità visiva che si sono esibiti in diversi sport come i 100 metri, il lancio del disco, il lancio del peso e il triathlon. Tante le medaglie che ci hanno emozionato: l'oro nel fioretto di Bebe Vio; l'oro con il record del mondo di Antonio Fantin, nella gara dei 100 metri stile libero e tutte le altre medaglie conquistate nel nuoto, ben 39; il meraviglioso podio tutto azzurro conquistato l'ultima giornata con la straordinaria tripletta nei 100 metri femminili di Ambra Sabatini (oro), Martina Caironi (argento) e Monica Contraffatto (bronzo). Storie meravigliose, uniche, fatte di amore e di sport.
Oggi le Paralimpiadi rappresentano la massima espressione di ciò che per uno sportivo significa «superare i propri limiti». Quando si parla dei Giochi paralimpici ormai e per fortuna si parla di sport, si parla di abilità... non di disabilità, si parla di quello che le persone possono fare non di quello che non possono fare.
Allora forza ragazzi, ispiriamoci a questi campioni, per trovare lo sport che fa per noi!
Glossario:
(1) Lesioni spinali: fratture della colonna vertebrale che contiene il midollo spinale.



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