Numero 18 del 2021
Titolo: Vorrei sentirmi più serena
Autore: Cinzia Testa
Articolo:
(da «Donna moderna» n. 41 del 2021)
In questo periodo capita a tanti. La bussola dell'umore vira al brutto e si fatica a concentrarsi o a riposare. Gli psicointegratori danno una mano ma bisogna scegliere i più adatti. Facciamolo insieme
Prima la pandemia, poi lo stress da rientro, ora le incognite della ripartenza: tutto questo carico di emozioni sta mettendo a dura prova il benessere delle persone più sensibili. E diventano sempre più diffusi e ricorrenti i momenti di stanchezza, gli episodi di insonnia, gli sbalzi d'umore e i vuoti di memoria. La bella notizia, però, ce la dà Arrigo F. G. Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica: «Sono problemi che si possono risolvere quasi sempre con gli integratori» spiega l'esperto. «Prodotti che possono essere di grande aiuto, ma bisogna imparare a scegliere quello giusto, in base alla fase della vita che si sta attraversando e ai disturbi che danno più fastidio. Fermo restando che se non ci sono miglioramenti, è bene sempre parlarne con il medico». Che devi consultare anche se stai assumendo medicinali per altre malattie, così eviterai fastidiose o pericolose interazioni. Sono rischi messi nero su bianco dagli esperti dell'ente americano Food and Drug Administration e riassunti in una guida che trovi sul sito dell'Aifa. Ti facciamo un esempio. Il ginkgo biloba, una pianta officinale, non va bene se stai seguendo una terapia con un principio attivo anticoagulante, il warfarin, perché può aumentare il rischio di sanguinamento.
Per l'insonnia
A conti fatti, tra chi si addormenta tardi, chi si sveglia troppo presto e chi si ritrova in piena notte con gli occhi sbarrati, sono circa otto italiani su 10 ad avere una pessima qualità del sonno. Ma non solo. Chi dorme male, non sta bene durante il giorno: è irritabile, ha vuoti di memoria e molte volte anche colpi di sonno. Le soluzioni? Molte, ma per sceglierle devi fare mente locale sulla tua insonnia. «Uno dei principi attivi più innovativi è l'olio essenziale di lavandula multifoglia» spiega il professor Cicero. «Funziona quando c'è una forma di ansia presente giorno e notte, si ha difficoltà a prendere sonno oppure ci si sveglia più volte». Per regolarizzare il ritmo sonno veglia l'ideale è la melatonina. «È l'integratore giusto dopo i 50-60 anni, quando ci si accorge di non avere più un sonno di buona qualità» continua l'esperto. «Nei prodotti più moderni di solito è associata a piante dalla nota azione calmante come passiflora, melissa, valeriana ed escolzia. L'effetto sembra particolarmente evidente nelle donne che con la menopausa hanno iniziato a soffrire di ansia».
Per l'ansia
«Tra i principi attivi dai provati effetti calmanti c'è il magnesio citrato» dice il professor Cicero. «Gli studi hanno dimostrato che abbassa nel sangue i livelli di cortisolo, l'ormone che aumenta in caso di tensione nervosa mettendo in stato di allerta il corpo e la mente. Per questo, è indicato quando c'è difficoltà a rilassarsi anche da un punto di vista muscolare. È una situazione tipica di questo periodo, perché è legata allo stress sociale e all'ansia che qualcuno prova per il ritorno al contatto fisico con altre persone, per esempio sui mezzi pubblici». Se in più si hanno sbalzi d'umore e insonnia, va bene la Withania somnifera: aiuta l'organismo ad adattarsi allo stress e favorisce anche un sonno ristoratore.
Per i vuoti di memoria
A volte ti sembra di avere un muro che ti impedisce l'apprendimento delle nozioni? È un problema comune a molti ultimamente. Per lunghi periodi infatti, la nostra mente ha dovuto fare a meno della sua benzina migliore: i rapporti sociali, i concerti di musica dal vivo, il visitare una mostra, l'osservare paesaggi diversi. Ma si può rimediare. «I ricercatori si sono concentrati sulle proprietà dello zafferano: si è visto che contiene principi attivi con un effetto importante sui centri della memoria e in grado di migliorare le capacità di apprendimento» sottolinea l'esperto. «Funziona in particolare quando i disturbi mnemonici sono associati a una depressione lieve, perché influisce positivamente sul tono dell'umore». Fa sempre parte dei prodotti più nuovi, almeno per noi occidentali, la Bacopa monnieri, una pianta officinale di origine indiana consigliata in particolare per aiutare le funzioni cerebrali, migliorare la memoria e la concentrazione. È mirato invece alla terza età il ginkgo biloba, che agisce su un meccanismo preciso: migliora le performances mentali quando queste calano a causa di una cattiva circolazione del sangue. Un problema che si presenta spesso con il passare degli anni.
Per la stanchezza mentale
La chiamano sindrome del «back to work» ed è quella sensazione di stanchezza fisica e mentale, così intensa da far desiderare già all'ora di pranzo che arrivi presto la sera, per andare a dormire. Alla base ci sono l'ansia di non riuscire a svolgere le solite attività, lo stress di dividersi tra lavoro, casa e figli e una forma lieve di depressione. Tutte queste situazioni causano un sonno disturbato (anche se non ne siamo sempre consapevoli) e impediscono un buon recupero delle energie. «Quando la stanchezza è soprattutto mentale e sembra che il cervello elabori ogni informazione lentamente, si possono provare i funghi medicinali come Maitake, Reishi e Shitake» dice l'esperto. «Danno una sferzata di energia puntando sull'azione adattogena, cioè sulla capacità di aumentare le resistenze dell'organismo a diverse situazioni di stress».
Per il malumore
La tua stanchezza non è fisica ma ti senti triste, giù di tono già al risveglio? Ti sembra di non avere vie di uscita ai tuoi problemi? Il principio attivo da provare è la S-Adenosil-L-metionina. Interviene nella produzione di alcuni neurotrasmettitori, sostanze che migliorano la vitalità dei neuroni, le cellule cerebrali. «Aiutano anche i probiotici, ma devono essere il più possibile mirati in base al proprio stato di salute e associati a una corretta alimentazione e a una regolare attività fisica» conclude l'esperto. «Uno stile di vita necessario per aiutare i probiotici a riportare in equilibrio la popolazione di batteri che convivono con noi. E che, lo dicono numerosi studi, hanno una grande influenza sul nostro benessere psicofisico. Si è visto che un microbioma intestinale alterato può avere un impatto negativo sull'umore e peggiorare qualità del sonno e stanchezza».
Cinzia Testa