Numero 18 del 2021
Titolo: Innovazione- Conosciamo davvero quel che mangiamo? La tecnologia oggi può essere d'aiuto
Autore: Lorenzo Nicolao
Articolo:
(da «Corriere.it» del 10 settembre 2021)
Etichette interattive e blockchain l'antidoto contro fake news e pubblicità ingannevole. Conoscendo la filiera alimentare le persone possono migliorare le proprie abitudini
Etichetta interattiva
C'è un solo modo per poter conoscere davvero quel che si acquista, si cucina e si porta in tavola, perché tutta la trasparenza e le garanzie del caso oggi passano dalle nuove tecnologie. Grazie a blockchain, servizio cloud e una maggiore accessibilità alle informazioni, il mondo digitale e piattaforme specifiche oggi possono offrire al consumatore una migliore ampiezza di vedute attraverso una vera e propria etichetta interattiva, che raccoglie a portata di smartphone ingredienti, provenienze, tabelle nutrizionali e tracciabilità di un qualsiasi prodotto alimentare, ovvero tutto quello che occorre per poter acquistare cibi e alimenti in modo consapevole.
Le persone hanno infatti bisogni sempre più particolari nella società contemporanea e mai prima d'ora era stato possibile conoscere esattamente le tappe di certi processi produttivi.
Qr Code
Grazie a Trackyfood, piattaforma che ha messo a punto questo nuovo sistema completamente digitale per l'identificazione dei prodotti, basta un Qr Code per accedere a un ventaglio di informazioni vastissimo e sicuro per poter finalizzare l'acquisto di un prodotto alla migliore soddisfazione personali, sia in termini di appagamento gustativo (e perché no, anche economico), sia per tutelare al meglio la propria salute. Il servizio permette di fatto di gestire e valorizzare al meglio la tracciabilità delle filiere agroalimentari, con tanto di provenienza, lavorazione e tappe produttive. Con questa tecnologia si possono acquisire dati da più fonti e con i più innovativi strumenti supportati dalla blockchain fare buon uso di queste conoscenze sia dal lato dei consumatori finali, sia da quello dei produttori, che presumibilmente desiderano solo prodotti sicuri da vendere e offrire ai propri clienti.
Riscrivere le abitudini
In un periodo che vede il rientro dalle vacanze e la volontà di tutti di rimettersi in forma per un nuovo anno lavorativo ormai cominciato, unito alle nuove esigenze alimentari dei singoli, tra intolleranze, allergie e altre problematiche, nuove e virtuose abitudini dispongono di un nuovo mezzo per poter rispondere prontamente alle richieste del medico o a tutti quei prodotti, anche particolari, che vengono consigliati per stare bene.
Per esempio possono essere consigliati il muesli o i cereali per colazione, ma non tutti quelli che si comprano rispecchiano le stesse caratteristiche e sono frutto di un processo di lavorazione che ne garantisce le loro caratteristiche benefiche. Stesso discorso per la carne, il pesce o tanti tipi di frutta e verdura, che magari non sono frutto della stessa catena produttiva o magari dello stesso luogo d'origine.
Poter consultare le informazioni utili e scegliere in modo consapevole è così un grande passo in avanti per ogni individuo.
Contro le fake news
Se non si vogliono cambiare le proprie abitudini in modo radicale, di certo ci si può regolare però negli acquisti prediligendo un certo tipo di coltivazione oppure l'impiego di ingredienti quanto più naturali possibili, migliorando la propria dieta attraverso la limitazione di conservanti o grassi saturi, estremamente dannosi per l'organismo. Il controllo della filiera da parte dei singoli può così prevenire l'impatto negativo di tanti slogan pubblicitari ingannevoli, grazie anche alla possibilità di usufruire digitalmente di foto, testi e video che raccontino il territorio di provenienza o la tradizione che riguarda la produzione di un certo prodotto.
Federico Persico, Chief Technology Officer di Trackyfood, ha ricordato anche un altro scopo della piattaforma: «Uno strumento efficace per tutelare il Made in Italy. La certificazione di provenienza delle materie prime e del prodotto sono efficaci deterrenti per contrastare l'Italian sounding, imitazioni e concorrenza sleale».