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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Kaleîdos

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Numero 17 del 2021

Titolo: Donne tra le righe

Autore: a cura di Rossella Lazzari


Articolo:
L'acqua del lago non è mai dolce: la genesi di una «donna cattiva»
Gaia è una giovane donna che vive con la sua famiglia in una casa popolare in un paesino vicino a Roma, sulle rive del lago di Bracciano; è quella che i cinquanta-sessantenni di oggi definirebbero una Millennial, ha una laurea che non le serve a trovare lavoro, una chioma fulva che la rende riconoscibile e che ha ereditato dalla madre. Ma i capelli rossi non sono l'unica eredità che la madre, Antonia, le ha lasciato in dote: a lei Gaia deve un'educazione ferrea fatta di «no», di «non si toccano le cose degli altri, specie quelle che sono di tutti», di aspettative sempre un po' più su di quanto sperasse, di libri presi in biblioteca, di parole amate e parole taciute, di riscatti troppe volte mancati ma sempre cercati. Dalla madre Gaia ha imparato a lottare, ma ha anche capito cosa non vuole essere, come non vuole veder diventare la sua vita. Gaia è una giovane donna «cattiva», una che reagisce ai torti subiti e lo fa colpo su colpo, con violenza sproporzionata, con il rancore di chi si è visto, per una vita intera, sfilare via ogni conquista, ogni promesso sorso d'acqua fresca in una società arida di benessere, di sogni, di amore. Ma come si diventa una «donna cattiva»? Ce lo spiega, Gaia, attraverso le pagine di «L'acqua del lago non è mai dolce», il nuovo, stupendo libro di Giulia Caminito. Pagine dense, fitte, graffianti, pagine in cui le parole perforano la carta, e si inchiodano dirette nel pensiero. Si diventa un po' più cattiva ad ogni torto subito, ad ogni umiliazione, ogni volta che ci si è dovuti difendere da soli, ogni volta che bisogna affrontare una delusione, l'ennesima. E il risentimento, la rabbia, la vendetta scaldano là dove il freddo di paura e solitudine rischiano di coprire anche il cuore. Scaldano, sì, e crescono, corrodono, erompono. Ed è così che, passo dopo passo, sopruso dopo sopruso, ci si ritrova a rischiare di commettere l'irreparabile senza che, peraltro, questo dia vera soddisfazione o risolva alcun problema. L'umiliazione, la discriminazione, l'abbandono affettivo feriscono ed acuiscono le incomprensioni, ed è così che ci si ritrova nemiche, sedute allo stesso tavolo senza parlarsi, quando si potrebbe lottare dalla stessa parte. L'intransigenza di una madre, le ribellioni di una figlia indomita, le amicizie sbagliate, le delusioni, la rabbia... tutto questo e molto di più c'è in questo nuovo romanzo di Giulia Caminito, molto di più perché grande è l'affetto che Gaia e forse anche Antonia sono riuscite a trasmettere, loro che per se stesse parevano non averne più scorte. È la storia di una bambina con le orecchie lunghe che lotta e lotta e non si arrende neanche agli urti più duri, una storia che Giulia Caminito ci ha raccontato qui magistralmente e che è il condensato di tante storie di disagio, problemi, ambiente, contesto... società civile. Non c'è solo la storia di Gaia, Antonia e la loro disastrata famiglia qui: c'è Roma, c'è il lago, l'Italia, i tumori, i rifiuti, le morti giovani... un romanzo intenso che getta luce su tanti punti oscuri della nostra società.
a cura di Rossella Lazzari



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