Numero 17 del 2021
Titolo: Beatrice Venezi
Autore: Diana De Marsanich
Articolo:
(da «F» n. 35 del 2021)
«La musica e femmina» secondo la famosa direttrice d'orchestra. Che sul palco veste made in Italy: «Porto nel mondo il nostro talento»
D. Beatrice, lei è una delle poche donne al mondo a dirigere orchestre internazionali. Come si arriva a questi livelli? E a quale costo?
R. Con grande impegno, dedizione e studio. Ho iniziato a studiare musica a sette anni, non esistevano sabati, domeniche né orari: fino a che un brano non mi veniva, continuavo a esercitarmi. I sacrifici, però, sono più legati al passato: la ricompensa è stata grande. Anche se oggi mantenere un certo standard significa essere sempre preparatissima: studio, concentrazione e sveglie all'alba per essere da un posto all'altro.
D. Ha scritto il libro «Allegro con fuoco», per avvicinare i giovani alla musica classica. Ci svela almeno un motivo per cui vale la pena ascoltarla?
R. Perché classica non significa vecchia, un'orchestra dal vivo emoziona quanto un concerto pop. E non evoca un mondo distante di noi: alcune pièce narrano l'emancipazione delle donne e i grandi e piccoli comportamenti umani che ritroviamo nelle vite di tutti i·giorni. Come la «Carmen» di Bizet, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, e la «Bohème» di Puccini la cui storia non è poi così distante dalla serie Friends.
D. Alle donne e musiciste geniali dimenticate dalla storia della musica ha dedicato il suo libro «Le sorelle di Mozart». A quale di queste figure è più legata, e perché?
R. A Nadia Boulanger, il primo direttore d'orchestra donna a essere riconosciuta in un mondo estremamente maschile. Eppure la musica, come sostantivo, è femminile. È stata la madre spirituale di una generazione di compositori e musicisti del Novecento, per quanto continuassero a sottostimarla, chiamandola «Mademoiselle».
D. La musica può farsi portavoce di un messaggio di valore. Qual è il suo?
R. Diffondere l'amore per il nostro Paese. Conoscere la lirica ci deve rendere ancora più orgogliosi delle nostre radici. Attraverso le opere dei grandi compositori italiani abbiamo esportato in tutto il mondo il Made in Italy. Ancora oggi essere italiani ha un grande valore aggiunto nel mondo della musica classica.
D. Tra i grandi musicisti italiani, chi ci consiglia di ascoltare per avvicinarci al mondo della lirica?
R. Giacomo Puccini: fra tutti gli operisti è in assoluto il più moderno. E Pietro Mascagni, tra i primi compositori ad abbracciare il mezzo cinematografico e a scrivere una colonna sonora per il film «Rapsodia satanica» del 1917.
D. Beatrice, oltre al suo talento in scena porta anche la sua eleganza. Come definisce il suo stile?
R. Made in Italy. Quando dirigo: vesto sempre capi di stilisti italiani.
D. Il capo che indossa più spesso?
R. Le sneakers: cammino molto.
D. L'accessorio must have?
R. Anelli e orecchini di Bulgari.
D. Una it-bag?
R. Una pochette rossa di Giorgio Armani.
D. Un'icona di eleganza?
R. Grace Kelly.
D. Deve salvare 7 pezzi del suo guardaroba: cosa sceglie?
R. Un cappotto cammello di Max Mara, un abito da concerto sartoriale rosso che mi ha portato molta fortuna, un Barbour antipioggia, una camicia fru-fru con piume sulle maniche, un panama bianco a tesa larga, un paio di décolletée di Le Silla e un paio di sandali di Aquazzura.
D. Un profumo?
R. Tapis Volant di Liquides Imaginaires.
D. Il fiore che la rappresenta?
R. La passiflora.
D. Ha un amuleto o un oggetto da cui non si separa?
R. La mia bacchetta. È in argento con zaffiri che riproducono la cupola del Brunelleschi.
D. I luoghi che ama di più?
R. La Toscana, sono nata a Lucca, e Lugano, dove abito.
D. E quello che sogna di visitare?
R. Due: Bolivia e Birmania.
D. Il ristorante del cuore?
R. Amazonico, a Londra.
D. Un film da rivedere?
R. Linea di sangue, con Audrey Hepburn.
D. Cinema: il regista preferito?
R. Federico Fellini.
D. Il libro da rileggere?
R. Delitto e castigo di Fédor Dostoevskij.
D. La colonna sonora della sua giornata?
R. «My journey», il mio album.
D. Tre cose che le interessano nella vita?
R. Viaggiare, passare il tempo con le persone a me care e conoscere.
D. Cosa la fa arrabbiare?
R. La poca professionalità.
D. Una verità su se stessa?
R. So fare bene il mio lavoro, nonostante le malelingue.
Diana De Marsanich