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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 9 del 2021

Titolo: EDITORIALE- Per chi suona la campanella

Autore: Linda Legname


Articolo:
Non la famosa campana del celebre libro di Hemingway, ma la più proverbiale, semplice e famigerata campanella, suona in tempo di settembre per milioni di scolari, maestri, studenti e professori, chiamandoli a un ritorno nelle aule e sui banchi di scuola. La campanella che, purtroppo, negli ultimi mesi è rimasta spesso muta e inoperosa a causa della tanto abusata Didattica a distanza indotta dalla pandemia. Quella modalità di fare scuola che dovrebbe essere un modo più evoluto e avanzato di formare e diffondere sapere, ma che è divenuta invece, di recente, una specie di castigo divino, un incubo vissuto da allievi, docenti e famiglie, per questo Covid che perseguita l’umanità da tanti mesi. Una Scuola fragile e impreparata ha dovuto improvvisare su due piedi modelli di Didattica a distanza nel quadro di un sistema privo di esperienza e competenza, senza le dotazioni tecniche e strumentali necessarie, con una connettività digitale inadeguata e soprattutto con allievi e famiglie del tutto carenti di computer o tablet per tutti e connessioni insufficienti. Didattica a distanza non può significare una mera replica dei modelli attuati in classe e in presenza, semplicemente da remoto.
L’inizio dell’anno scolastico, da sempre, per tutti noi, appartenenti a qualsiasi generazione, ha rappresentato un momento troppo importante della nostra vita di bambini e ragazzi: da un lato il rimpianto che già diventava nostalgia per le vacanze agli sgoccioli, ai giochi prolungati spesso fino a tarda sera, per le gite, le nuotate in mare o le passeggiate nei boschi di montagna, ma anche, un po’, ansioso desiderio di tornare, per ritrovare amici e compagni dai quali l’estate spesso ci divideva. Risentire quell’odore familiare delle aule di scuola, le voci che rimbombano in corridoi troppo lunghi e alti, il tempo delle mattinate senza fine, scandito, soprattutto a partire dalle medie, dal susseguirsi delle materie e avvicendarsi dei professori sulla cattedra; dalla paura di essere interrogati, a volte vero e proprio fuoco liquido nella pancia; dalla noia, perché no, dei pomeriggi segnati da compiti, letture ed esercizi. Eppure, insieme ad ansie, timori, fatica e noia dei giorni di scuola tutti uguali, segnati dal dovere dello studio, punteggiati dal periodico arrivo dei temutissimi compiti in classe, c’è anche quella sensazione di curiosità mai sazia di sapere e di conoscere, quel piacere di condividere, spalla a spalla con gli amici e i compagni più cari il tempo e la vita della classe. Tutto questo e molto altro ancora ha significato da sempre e sempre significherà il ritorno a scuola, la partenza e la ripresa dell’anno scolastico, la vita quotidiana sui banchi delle classi che ci vedranno bambini e poi ragazzi e infine studenti adulti e consapevoli negli ultimi anni delle Superiori e nelle austere aule delle università. Tutto questo, però, nel nuovo anno scolastico che ora va a cominciare, prende un sapore, un colore, perfino un odore speciale proprio perché le vicende della pandemia, in qualche momento, ci hanno dato la sensazione di dover dimenticare la vita di sempre, di essere costretti a rinunciare alle abitudini, buone o cattive, che hanno segnato la nostra crescita e la nostra esistenza da che mondo è mondo. E allora pensieri, ansie, timori e speranze, in questi giorni, per tanti tra noi, alunni, famiglie, insegnanti, si affacciano più insistenti al nostro cuore e alla nostra mente, dandoci, sì, la certezza che comincia un anno diverso, nonostante ogni cosa sia rimasta uguale, ogni sensazione si sia conservata, antica eppure attualissima dentro di noi. Sappiamo dunque di accingerci a vivere un anno difficile, diverso. Comunque segnato da parole-chiave sconosciute fino a poco tempo fa, quali distanziamento, mascherine, vaccino, tampone, contagio, quarantena, covid, green pass.
L’anno scolastico 21-22 viene a noi con il volto di sempre eppure con un volto nuovo, di speranza e tuttavia di imprecisato pericolo. Speranza che desideriamo divenga presto certezza di un presente e un futuro finalmente senza contagi e pandemie. Un pericolo, invece, che tutto possa ripetersi con le sequenze angosciose e glaciali degli ultimi diciotto mesi. Per i nostri ragazzi, operatori, consulenti e assistenti tiflologi, tra speranze e timori, le giornate del nuovo anno scolastico saranno senz’altro tutte da vivere e spendere nella gioia di ricominciare e col desiderio di recuperare anche il tempo perduto. A patto che il sistema ci sia amico e sappia finalmente venire incontro alle esigenze senza pesantezza burocratica e senza ritardi ingiustificabili. Vogliamo che siano pronti e predisposti i libri di testo in Braille, caratteri ingranditi, voce, digitale e qualsiasi altro modo utile a studiare e seguire le lezioni alla pari dei compagni. Vogliamo il materiale didattico necessario, nelle forme e negli adattamenti richiesti per assicurare a ogni allieva e allievo il proprio diritto ad apprendere e istruirsi. Vogliamo l’insegnante di sostegno dal primo giorno di scuola; con la giusta preparazione e il richiesto entusiasmo. Vogliamo l’accesso assicurato e senza ostacoli per i nostri consulenti e assistenti offerti alle scuole senza costo grazie alla rete dei nostri centri di consulenza tiflodidattica. Vogliamo delle scuole accessibili dove ognuno possa respirare e vivere gli ambienti scolastici in autonomia.
Insomma, vogliamo un sistema scolastico modellato sulle esigenze delle persone e soprattutto degli alunni, in particolare proprio se presentano difficoltà maggiori rispetto ai loro pari all’interno della classe. Basta con ritardi, intoppi, lentezze e disservizi.
Il sistema scolastico che saprà vincere e superare ogni effetto della pandemia dovrà essere nuovo, diverso, animato da uno spirito mai conosciuto prima, improntato a rispetto, condivisione, competenza, collaborazione.
Chiediamo troppo? No!
Chiediamo soltanto, finalmente, un sistema che abbia il volto umano e civile dell’accoglienza, dell’inclusione, della rinascita, per sconfiggere il flagello del Covid, per annientare per sempre il virus ben più persistente dell’inadeguatezza e dell’insufficienza che da troppo tempo ci affligge.
Non perdete mai la voglia di sorridere e imparare. Incrociate e intrecciate le vostre belle reciproche diversità per costruire esperienze, amicizie, apprendimenti, percorsi, sogni.
Noi insieme a voi.
Buon inizio di anno scolastico a tutte le bambine e bambini, alle ragazze e ragazzi, ai genitori, agli insegnanti, ai tiflologi e agli educatori e tutti coloro che oggi giorno lavorano al nostro fianco per costruire una Scuola migliore per tutti.



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