Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Kaleîdos

torna alla visualizzazione del numero 16 del Kaleîdos

Numero 16 del 2021

Titolo: Donne coraggiose

Autore: Redazionale


Articolo:
Sedotta e truffata su Facebook
Storia di Jolanda
(tratto da «Coraggiose» a cura di Silvana Gavino - Cairo Editore)
Pierre è alto, bello, elegante nella foto che lo ritrae sul profilo Facebook. È un ingegnere edile. Scrive in francese dandomi del lei, anzi del voi, e io ne approfitto per rispolverare una lingua che amo.
Sto attraversando un periodo d'inattività forzata: ho smesso di lavorare e mia madre, in cattive condizioni di salute, è venuta a condividere il mio appartamento da single.
Perché non rispondere a questo cinquantenne affascinante, ben educato, che sembra molto intelligente? Mi ha scritto di essere solo: i genitori sono morti e la moglie l'ha lasciato. Il mio istinto da crocerossina mi porta ad ascoltarlo, a solidarizzare e a condividere i suoi stati d'animo.
«Sono un uomo d'altri tempi» mi scrive. «Tengo molto all'onestà, anche se è un valore fuori moda». Wow! Sembra distinguersi in un panorama di grande superficialità. Potevo immaginare quale immane fregatura nascondesse?
Non sono una sprovveduta: non do a Pierre il mio numero di telefono né il mio indirizzo, ma ci incontriamo su Skype ogni sera.
Lui si racconta, io sono affascinata. Vedo immagini a «macchia di leopardo» perché sono ipovedente, ma gli faccio molte domande e poi controllo le sue risposte facendo ricerche in internet.
Dopo l'idillio, i guai
Un giorno mi scrive di essere in trasferta in Costa d'Avorio. Ho consultato il sito dell'azienda per cui lavora, dove ci sono il suo profilo e le sue mansioni e tutto risulta più che credibile. Pochi giorni dopo lo derubano in mezzo alla strada. È abbattuto, ma dice che se la caverà. A me non chiede niente. Passano 48 ore e mi cerca di nuovo su Skype. È sconvolto: piange, parla in fretta. Dice che sta malissimo. Ha mangiato qualcosa di avariato e ora ha coliche tremende, ma non ha i soldi per pagare un medico competente.
Sembra davvero spaventato e io sento riaffiorare la diffidenza. Non è che mi sta prendendo in giro e sta cercando una scusa per spillarmi dei soldi?
Consulto alcune amiche, ma sono incerte quanto me.
Chiedo dritte alla polizia.
«Signora, lasci perdere. Non abbiamo il tempo di indagare su questa persona che per ora non ci risulta aver commesso alcun reato» mi dice un agente.
Cerco di stare alla larga dal computer finché non mi arriva un allegato con la cartella clinica firmata da un chirurgo ivoriano, di cui controllo immediatamente le credenziali: è tutto veritiero. Pierre è stato operato per un'appendicite acuta e ha rischiato di morire. La clinica ovviamente chiede il conto e lui non ha più le carte di credito. Mi sento una carogna. Sto negando aiuto a una persona in difficoltà?
Finora Pierre non ha voluto nulla da me, ma ora mi chiede aiuto per saldare l'intervento e andarsene. Gli consiglio di rivolgersi all'ambasciata, che però è al Nord del Paese.
«Appena mi riprendo noleggio un'automobile e ci vado. Qui le comunicazioni sono pessime» mi risponde. D'accordo, penso, gli mando qualcosa per tirarsi fuori di lì. Mi spiega come fare e invio 200 euro tramite Western Union, in modo che gli arrivino in due ore. Solo dopo scoprirò che con questo sistema i soldi non sono tracciabili se non dalla Guardia di Finanza, che però non si muove per cifre così modeste.
Sono divisa tra diffidenza e sospetto. Ma Pierre fa parte della mia quotidianità e, dopo aver trascorso tanto tempo a parlare, lui è diventato una presenza concreta nella mia vita. E io spero ancora che tutto si sistemi in un incontro bello e positivo. Chiedo troppo?
Speravo in una bella storia
Non penso di essere la sola che si trucca prima di mettersi davanti alla webcam. Oggi i rapporti sono difficili per tutti, se poi sei una single che ha superato gli «anta» dove lo trovi un uomo con cui fare discorsi profondi? Noi donne amiamo le belle parole, i complimenti ed essere ascoltate con interesse. Gli uomini, invece, si lasciano attrarre da quello che vedono sulla webcam, di solito ragazze formose e poco vestite. Alla fine, però, quando emergono le storie delle truffe amorose, con i maschi si è più indulgenti e si strizza l'occhio al loro «piglio conquistatore». Con le donne, invece, scattano gli insulti, frutto di stereotipi duri a morire: da «ingenua babbiona» a «carampana in cerca del principe azzurro», ce n'è per tutte. È triste scoprire come possa finire oggetto di facili ironie il legittimo bisogno di affettività di una donna over 50-60.
Purtroppo, i peggiori giudizi vengono spesso da altre donne. L'ho potuto constatare quando mi sono esposta pubblicamente ricevendo diversi attacchi e offese sul mio profilo Facebook. Il succo è sempre lo stesso: «Alla tua età cosa vai ancora a cercare?». Un'espressione che ricorda molto i commenti che spesso accompagnano i casi di violenza di genere: «In fondo se l'è andata a cercare». E che rende ancora più difficile, per le vittime, denunciare la truffa subita.
Scopro la truffa sul web
Alla fine gli ho mandato poco più di 800 euro. Soldi buttati via, lo so, ma che non mi hanno creato un grosso danno economico. È stato peggio, per me, dover ammettere di essermi confidata con un impostore che specula sui sentimenti per mestiere. Mi ha perfino detto che voleva venire a Torino per restituirmi i soldi. E naturalmente mi ha prima chiesto il denaro per saldare il conto dell'hotel visto che l'ambasciata gli aveva procurato solo il biglietto aereo. E così ho cominciato a recitare anch'io, temporeggiando per cercare di raccogliere informazioni sulle truffe affettive, all'epoca ancora sconosciute in Italia ma diffusissime all'estero: volevo smascherarlo apertamente. Ho scoperto, grazie ai molti siti stranieri, che dietro questi finti profili ci sono organizzazioni criminali, con menti preparate che sanno usare la tecnologia, manipolare le vittime e far girare i soldi che ricavano.
I tanti «Pierre» non sono che la punta dell'iceberg. Si fingono spesso medici e, prima o poi, quando hanno fatto breccia nel cuore delle donne che circuiscono, i dongiovanni da tastiera iniziano a chiedere soldi per un problema con carte di credito, conti, operazioni mediche impreviste e quant'altro.
Per stanarlo mi sono fatta mandare la fotocopia del biglietto aereo per l'Italia. Sembrava perfetto, finché non sono andata all'aeroporto di Caselle, dalla polizia, dove mi hanno rivelato che era sì autentico, ma non si usava più da anni.
Ottanta Pierre sul web
Ma quante persone sono coinvolte in questo giro? Produrre documenti falsi, biglietti aerei, cartelle cliniche, non è così facile. E i dati anagrafici? Ho visitato siti con gallerie di truffatori internazionali dove ho riconosciuto la foto di Pierre, usurpata a un povero ignaro.
Gli ho fatto una scenata piena d'insulti e supportata dall'invio di prove inequivocabili: tre dei suoi ottanta profili falsi trovati su Facebook avevano nomi diversi, ma le stesse foto. Lui mi ha assicurato che si trattava di un furto d'identità, che mi avrebbe spiegato tutto, ma ormai avevo già sporto denuncia e chiuso per sempre con lui.
So di donne che hanno mantenuto a lungo questi legami fittizi, dibattute tra il bisogno di una spiegazione consolatoria e l'evidenza fraudolenta. Per supportare le vittime di scamming, cioè la truffa affettiva che viaggia sul web, ho fondato un'associazione che aiuta le persone a trovare l'energia per liberarsi dal senso di impotenza e di colpa e denunciare i propri truffatori. Abbiamo formato gruppi di ascolto, di sostegno e di supporto delle vittime, ma anche pool di cyber detective che scovano in Rete documenti, foto e video falsificati e infine gruppi di studio del fenomeno.
Non è facile trovare giustizia, la mia denuncia per esempio è stata archiviata per mancanza di leggi adeguate, ma abbiamo il dovere di difenderci da chi approfitta della nostra fiducia.
Jolanda Tonino, 67 anni, vive a Torino. Ex responsabile dell'archivio storico del Gruppo Finanziario Tessile, è fondatrice e presidente di Acta (acta704.wordpress.com), la prima associazione italiana che tutela le vittime delle truffe affettive.



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida