Numero 12 del 2021
Titolo: Donne tra le righe
Autore: a cura di Rossella Lazzari
Articolo:
Quello che non sai di Susy Galluzzo: la difficoltà di essere madri... e figlie
La maternità è, da sempre, un tema tanto inflazionato quanto spinoso perché, parlandone, il rischio di dire banalità o mezze verità è sempre molto alto. Partiamo, allora, da un assunto, o meglio, da un'amara constatazione: tutte noi, donne di oggi e di ieri siamo cresciute con una concezione idealizzata e, se non proprio falsata, quantomeno artificiale del rapporto madre-figlia. Alle madri è stato sempre insegnato che le figlie vanno educate, istruite, rese edotte sulle «cose da donne», ma soprattutto protette. È stato loro inculcato che la figlia «è sangue del tuo sangue e devi amarla più di te stessa, dedicandole la tua vita se necessario», «devi renderla una madre di domani». E se la figlia in questione fosse una piccola despota? Se fosse una fragile, egoista, viziata ma scaltra, iraconda quando non frignona adolescente vittimista, intrattabile e dispettosa?
Le figlie, dal canto loro, si sono sempre sentite ripetere che «la mamma è sempre la mamma», «di mamma ce n'è una sola», «la mamma va rispettata e onorata»... ma come la mettiamo se, per caso, la madre non è esattamente la persona più equilibrata del mondo? Come la mettiamo se tu, figlia, vedi in tua madre la tua più acerrima nemica e sei certa che, in qualche momento, sia arrivata ad odiarti? Eccolo, il cortocircuito. Eccola, la scossa che manda in tilt la normalità, l'equilibrio familiare a stento tenuto insieme, persino i rapporti di coppia fra i genitori.
Quel pomeriggio, mentre vede la figlia uscire dal centro sportivo e fermarsi in mezzo alla strada per guardare il cellulare, Michela non sa ancora che la sua vita sta per cambiare bruscamente; mentre vede la macchina sopraggiungere ed arrivare ad un centimetro da sua figlia Ilaria, Michela non pensa neanche lontanamente all'inferno che sta per scatenarlesi contro, non pensa nemmeno che dovrebbe urlare o gettarsi sulla figlia per salvarla, per toglierla dalla strada... per fortuna Duccio, il suo vecchio labrador, abbaia allertando la ragazza del pericolo, ma il danno è comunque fatto: la figlia si è accorta dell'inerzia della madre, la fiducia è ormai incrinata. E Michela detta Ella, che per la figlia ha rinunciato a se stessa, che ha dedicato a lei la sua vita impostando le sue giornate in funzione delle sue esigenze, riti, mille stranezze, non sa ancora che questa rottura sarà irrimediabile. Ma quando, in realtà, è avvenuta la rottura? Cosa ha impedito ad una madre di agire per salvare sua figlia?
In Quello che non sai, il suo romanzo d'esordio uscito per Fazi lo scorso aprile, Susy Galluzzo indaga quest'inferno familiare e lo fa in modo originale, profondo, sapiente. Ne viene fuori un flusso di pensieri, eventi, situazioni, un'escalation di dolore, torti, umiliazioni che fanno precipitare sempre più in fondo quello che una volta era stato un amore, un amore solo apparentemente inossidabile com'è quello tra una madre e sua figlia.
Dove sta la colpa? Di chi sono le responsabilità? Fidatevi, dopo aver letto questo romanzo capirete che non è assolutamente facile dirlo: l'autrice è bravissima nel portare il lettore all'impossibilità di decidere per chi parteggiare, quindi all'impossibilità di giudicare... fatto, questo, che rende ancora più realistico e credibile il romanzo.
Anche la struttura del libro è originale: a raccontarci tutto è Michela, la madre della tredicenne, fragile, disturbata Ilaria, ma il punto di vista di Michela è, a sua volta, quello di una figlia. Dal giorno del - fortunatamente sventato - incidente, infatti, Michela ha ripreso, per così dire, i contatti con la madre: la donna è morta quindici anni prima e solo ora, seduta nella casa d'infanzia, Michela riesce a scriverle un diario. È attraverso questo lunghissimo sfogo-confessione che noi veniamo a conoscenza del suo tormento e, contemporaneamente, della sua doppia valenza di madre e di figlia.
La maternità è qui, getta la maschera e ci mostra anche i suoi lati più oscuri, quelli che nessuno, mai, vuole vedere. Quello che non sai racchiude in sé un groviglio di emozioni, temi complessissimi, tabù dipanati con pazienza... è un romanzo che definire bellissimo sarebbe riduttivo, è una storia intricata raccontata con i tempi giusti e l'animo pronto. Come, allora, non consigliarlo?
a cura di Rossella Lazzari