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Gennariello

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Numero 4 del 2021

Titolo: Gennariello saluta

Autore: Redazionale


Articolo:
Ben ritrovati amici: sono Gennariello lo sapete, un ragazzino che non sta mai fermo e che desidera fare cose nuove e avere sempre nuovi amici. Ne ho già tantissimi, è vero, ma in questo periodo non posso frequentarli tutti e sempre quando vorrei: la piscina è chiusa, la sala giochi del paese è chiusa... E allora? Anziché piangere e lamentarmi, ho deciso di darmi da fare e ho avuto nuove idee per incontrare nuovi compagni di avventura e di gioco. Così ho aperto una rubrica di posta per chiacchierare con tutti coloro che vorranno conoscermi, farsi conoscere e scambiare consigli, suggerimenti ed esperienze.
A proposito di esperienze: vedrete quanti racconti interessanti potremo condividere e lo faremo anche attraverso fiabe e filastrocche spassose. Mi piacciono molto i giochi: cruciverba, anagrammi, indovinelli, ma mi piace anche realizzare piccoli oggetti con tutto quello che trovo in casa e che non sia pericoloso utilizzare. So fare tantissime cose da solo, senza chiedere l'aiuto di mamma e papà e credetemi, se ci riesco io, possono riuscirci tutti! Sono un golosone ed ho imparato a preparare tantissime ricette gustose e facili: in questo mese ve ne proporrò una buonissima, provare per credere! Vorrei che anche i miei amici più piccini mi trovassero simpatico: anche per loro ho in mente un sacco di sorprese divertenti! Ma le sorprese non si esauriscono tutte questo mese, restate sintonizzati perché nel prossimo numero di maggio ci sarà una grande novità: la nuova copertina!
Oh, ma non sono l'unico che vuole salutarvi: è arrivato appena adesso un mio carissimo amico, una persona che ci vuole bene e che ha molte cose da dirci. Ascoltiamolo.

Benvenuto Gennariello
Io, ragazzo quindicenne, da poche settimane al Cavazza di Bologna, conobbi un giovanotto che frequentava il liceo Galvani, un paio d'anni davanti a me. Si chiamava Gennaro e veniva da Napoli.
Quel giovanotto mi spiegò che il diminutivo, il vezzeggiativo un po' affettuoso e un po' mascalzoncello di Gennaro, era Gennariello. Fino a quel giorno, per me, Gennariello aveva avuto un significato tutto diverso e richiamava alla mia mente un fascicolo Braille. Un fascicolo di una ventina di fogli piegati a metà e tenuti insieme con una grossa graffetta metallica sulla piega. Una prima pagina tutta trapuntata di puntini in Braille e un'ultima con un disegno in rilievo. Tanti puntini piccoli; fitti fitti; stretti stretti che parevano linee continue tracciate dalla mano di un disegnatore...
Ogni mese arrivava in istituto, io ero allora al Gioeni di Catania, un grosso scatolone con decine e decine di copie di questo Gennariello. Senza alcun preavviso, come uno stormo di uccelli che d'improvviso, tutti insieme, rispondono a un richiamo, ci si veniva a trovare nei pressi di quello scatolone dove la suora assistente ci chiamava per nome uno a uno, tirava fuori il magico fascicolo e ci consegnava, sì, il prezioso Gennariello. Le nostre mani ricevevano vogliose quel fascicolo, mentre ci disperdevamo in ogni direzione per poter leggere in santa pace le pagine in Braille di quell'amico che veniva a visitarci puntuale ogni mese.
Sciarade, indovinelli, anagrammi, storielle e ogni tanto anche qualche breve racconto di quelli tosti, di quelli che ti prendono e ti tengono appiccicato alla pagina tanto che non vorresti mai arrivare alla fine della lettura.
E poi «Mamma Giannina», un personaggio fantasioso e fantastico che rispondeva alle nostre lettere, organizzava giochi a premi e metteva in palio, tutti i mesi, meravigliosi cofanetti di caramelle che ognuno di noi desiderava tanto, ma proprio tanto vincere.
Il disegno dell'ultima pagina rappresentava ogni volta un animale, un palazzo famoso, un oggetto di uso quotidiano, raccontandoci tutto di lui, incluse un mucchio di curiosità e informazioni particolari e interessanti.
E infine, lo sport! Pagine dedicate all'amatissimo campionato di calcio. Calendari, formazioni, allenatori, notizie di ogni genere sui nostri idoli e campioni che pareva quasi potessero prenderci per mano e accompagnarci sul manto verde del campo di calcio dove quasi sentivi l'odore dell'erba tagliata di fresco o il fruscìo del pallone che rotolava in rete.
Caro, piccolo, vecchio Gennariello... Amico di giochi e fedele compagno di sogni. Ora ti ritrovo. Rinnovato e frizzante come sempre. Pronto a prendere per mano ancora tanti bambini e ragazzi come me. Ripensato, reinventato, creato e scritto dai nostri operatori e assistenti tiflodidattici: maghi e fatine in arrivo da luoghi misteriosi, in cammino con noi. Magari guidati ancora, come allora, da una nuova e sempre eterna Mamma Giannina.
Tornerò a leggerti ancora e ad amarti come allora, anche oggi che faccio il Presidente dell'Unione. Continuerai a essere severo con me e mai mi porterai quel cofanetto tanto desiderato. Già lo so. E io continuerò ad amarti e aspettarti tutti i mesi, come allora, bello, fresco, allegro e vivace come sapevi essere in quei tempi lontani e, come sono certo, saprai essere di nuovo, oggi, domani, sempre.



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