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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 4 del 2021

Titolo: ATTUALITÀ- Si può fare

Autore: Federica Carbonin


Articolo:
Daniele Cassioli, molto più di un campione paralimpico

Cari lettori, la rubrica ideata dal Comitato Pari Opportunità UICI Roma è lieta di ospitare nelle sue pagine un ragazzo davvero speciale, Daniele Cassioli

Anche il giorno in cui sei nato è "speciale", a Ferragosto del 1986. Dalla Garbatella (da romana, uno dei rioni più affascinanti della Capitale) a Gallarate, immagino un bel cambiamento
Eh già, mamma dice che quando sono nato io non c'era nessuno a Roma! Un cambiamento profondo il trasferimento, tra l'altro a fine anni '80 andare dal centro al nord era davvero percepito come un enorme spostamento. In ogni caso sono orgoglioso di essere nato nel posto più bello del mondo e sono grato a quella piccola città in provincia di Varese che mi ha regalato una bellissima gioventù.
Non vedente dalla nascita a causa della retinite pigmentosa, anche grazie ai tuoi genitori che hanno educato un bambino, non un figlio cieco, non ti sei arrestato dinnanzi agli ostacoli incontrati. Mi sembra di conoscerti abbastanza avendo letto il tuo bellissimo libro, "Il vento contro" che tu definisci "una seduta di psicoanalisi".
Psicoanalisi che ho vissuto io in prima persona perché scrivere dell'infanzia e dell'adolescenza ha fatto riemergere ricordi più o meno faticosi da descrivere. Tema centrale del libro è il dialogo con i miei genitori, a loro devo tantissimo per le intuizioni che hanno avuto durante la mia crescita. Mi portavano al parco giochi, andavo in oratorio e facevo nuoto con altri bambini; cose scontate per chi vede, ma spesso inaccessibili per un bambino con problemi di vista. Il libro prova a dare una chiave di lettura assoluta per gestire i momenti complicati della vita perché anche chi sulla carta è "normodotato" (perdona la parolaccia) può comunque trovarsi di fronte a situazioni di estrema difficoltà. Ognuno ha il proprio vento contro; è come scegliamo di affrontarlo che fa la differenza.
Letto anche nelle scuole, "Il vento contro" è un romanzo che ha molto da insegnare; quali sono le domande più frequenti che ti pongono i ragazzi?
Una grande soddisfazione poter andare nelle scuole di tutta Italia. I giovani non hanno filtri, fanno domande molto disparate: chiedono come faccio a vestirmi, a cucinare, ma anche cose più profonde come il rapporto con la paura, col dolore o col bullismo. Nelle risposte c'è la mia personale interpretazione, ma anche spunti più universali di cui i ragazzi fanno tesoro, infatti anche a distanza di anni mi scrivono sui social per ringraziarmi oppure raccontano del nostro incontro in un tema, all'orale di terza media o di maturità.
Illustre carriera sportiva, campione di sci nautico, vincitore di oltre novanta competizioni italiane e internazionali. Perché ritieni che lo sport sia così importante per un bambino?
Le medaglie sono l'ultimo valore aggiunto nella carriera di un atleta. Lo sport ti fa vivere delle dinamiche che nessuna scuola può garantire: misurarsi con gli altri ma soprattutto con noi stessi, gestire il dolore per la sconfitta e imparare a essere umili dopo una vittoria e alimentare quel senso sano di competizione che influisce sulla costruzione del carattere di ognuno di noi. Benefici che si moltiplicano nel contesto della disabilità visiva: sapersi muovere dignitosamente ha un impatto sulle autonomie, sull'inclusione e sulla consapevolezza del sé. Questo non lo dico io, lo dimostrano studi neuro-scientifici, psicologici e pedagogici.
Grande il tuo gesto di solidarietà quando, proprio dal contatto con bambini non vedenti, hai pensato di offrir loro la stessa possibilità che hai avuto tu, hai dato vita alla Real Eyes Sport A.S.D., di cosa si tratta?
A dirti la verità più che solidarietà c'è una sana forma di egoismo in questa scelta perché è troppo bello vedere che le mie fatiche e sofferenze infantili si sono tramutate in stimolo per lasciare qualcosa agli altri. La mission di Real Eyes Sport è quella di avvicinare i giovani con disabilità visiva alla pratica sportiva di base. I campioni si faranno, ma a cosa serve aver vinto 25 titoli mondiali se poi tanti bambini ciechi, nel 2021, non fanno nemmeno educazione fisica coi compagni? Oltretutto nei primi anni di vita ci sono quelle che si chiamano fasi dello sviluppo e una volta passate è difficile tornare indietro, per fartela breve se non impari a fare la capriola a 3 o 4 anni, dopo è innaturale apprendere quel gesto. Sono stanco di sentirmi dire: "lui non la fa perché non vede", lui non la fa perché nessun adulto ha mai pensato di fargliela fare quando era il momento...
Affinché il bambino si senta valorizzato è importante che cresca in un ambiente famigliare sereno. Real Eyes Sport si occupa anche dei genitori?
Assolutamente sì. Ci siamo rivolti a mental coach professionisti con cui abbiamo organizzato degli eventi perché avere dei genitori sereni è il primo vero passo per la salvezza di questi piccoli. La condivisione aiuta tantissimo e quando sai che non sei solo, anche senza che cambi il problema, sei già più forte.
Real Eyes Sport è presente sull'intero territorio nazionale? Tesserandosi come atleta, quali attività fisiche è possibile praticare?
Stiamo lavorando per garantire un minimo di attività motoria dove possibile. Per ora siamo presenti con "spazio al gesto", a Rimini, Formigine (Modena) e Gallarate (Varese) e stiamo lavorando alacremente per partire a Padova, Genova, Torino e Roma. Questo progetto ha l'obiettivo di avere almeno un paio di momenti al mese in un campo sportivo in differenti città per sperimentare movimento, gioco e divertimento. Non mancano giornate di sci nautico (in quasi tutte le Regioni), esperienze sulla neve e altre uscite utili a vivere dinamiche associative e inclusive. Il nostro fiore all'occhiello è il campo estivo che quest'anno sarà dal 12 al 19 giugno. Tesserandosi con l'associazione si entra in contatto con il mondo di Real Eyes Sport, si sostiene questa realtà e si ha la possibilità di ingaggiare il nostro staff per costruire attività dove ora non c'è nulla. Così sono nate tante delle nostre iniziative, proprio su indicazione delle famiglie.
Chi si può associare a Real Eyes Sport?
Chiunque creda nell'importanza dello sport come strumento formativo ed educativo per i giovani. A quel punto c'è chi prende direttamente parte alle attività come atleta o volontario oppure chi semplicemente vuole sostenere l'associazione.
L'ultima domanda la rivolgo a Daniele Cassioli atleta: da cosa nasce la tua forte ambizione di partecipare alle Paralimpiadi?
Per uno sportivo la Paralimpiade o l'Olimpiade è il coronamento del sogno di una vita. Non penso di non meritarla, purtroppo però il mio sport non è tra i fortunati. Ci ho provato con lo sci alpino ma mi sono distrutto una spalla, ora giochicchio a calcio ma non credo di riuscire a coronare questo sogno grazie al pallone... Magari nella prossima vita...
Daniele ti ringrazio per questa bellissima intervista e spero di incontrarti ancora, magari a Roma, città alla quale sei molto affezionato e ti saluto con un Forza Roma!
Forza Roma sempre! Un saluto a tutti i vostri lettori, con la speranza che dopo averci letto escano di casa per andare a fare sport!



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