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Il Progresso

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Numero 06 del 2021

Titolo: Curiosità- Boston, una lettera rimasta chiusa per 300 anni è stata aperta virtualmente con i raggi X

Autore: Alessandro Vinci


Articolo:
(da «Corriere.it» del 9 marzo 2021)
Il Mit a capo di un interessante studio pubblicato su Nature Communications. Lo scritto, risalente al 1697, fa parte della collezione Brienne de L'Aia
Al Museo della Comunicazione de L'Aia, in Olanda, è conservato un baule - la collezione Brienne - che contiene circa 2.600 lettere mai recapitate, giunte in città da ogni angolo d'Europa tra il 1680 e il 1706. Una di esse, datata 31 luglio 1697, è stata letta da un gruppo internazionale di ricerca guidato dal Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston nell'ambito di uno studio pubblicato martedì scorso sulla rivista Nature Communications. Nulla di strano, verrebbe da pensare. Il fatto è che il contenuto è stato decifrato senza aprire la missiva, all'epoca ripiegata utilizzando una complessa tecnica di «letterlocking». Cioè una sorta di «crittografia fisica» che, non essendo ancora diffuse le moderne buste sigillate, avrebbe reso impossibile per qualsiasi ficcanaso violarla senza lasciare traccia.
La tecnologia a raggi X usata per la composizione dei denti
Per riuscire nel loro innovativo intento, i ricercatori si sono serviti di uno speciale scanner per la microtomografia ai raggi X sviluppato originariamente dai ricercatori della Queen Mary University di Londra per tutt'altro scopo: l'analisi della composizione minerale dei denti. Grazie alla sua capacità di rilevare i metalli presenti nell'inchiostro, infatti, quasi a sorpresa lo strumento è stato in grado di mappare il documento in 3d. Poi un insieme di algoritmi è riuscito a rilevare, separare e dispiegare virtualmente i singoli strati. «Chi avrebbe mai pensato che uno scanner progettato per guardare i denti ci avrebbe portato così lontano?», ha detto David Mills, membro del team e direttore della struttura di microtomografia a raggi X presso la Queen Mary University di Londra. «Stiamo radiografando la storia», ha poi aggiunto.
Il contenuto della lettera
La grande curiosità in merito all'argomento della lettera è stata quindi appagata. Nello specifico, è emerso che a inviarla era stato un francese di nome Jacques Sennacques al cugino Pierre Le Pers, mercante di stanza proprio a L'Aia, per chiedere una copia del certificato di morte di un certo Daniel Le Pers (probabilmente un parente in comune tra i due). Un frammento di storia sottratto all'oblio del tempo grazie alle più moderne tecnologie. «Usare il dispiegamento virtuale per leggere una storia personale che non ha mai visto la luce del giorno, e non ha mai raggiunto il suo destinatario, è davvero straordinario», hanno concluso (con evidente soddisfazione) in una nota i ricercatori. E potrebbe essere soltanto l'inizio.



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