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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 11 del 2021

Titolo: XIV Giornata Nazionale del Braille

Autore: Vincenzo Massa


Articolo:
La nascita del sistema che aiuta i non vedenti
Il 21 febbraio di ogni anno si celebra la Giornata Nazionale del Braille, il codice che, da sempre, è sinonimo di inclusione e che è stato inventato nel 1829 da Louis Braille.
Nell'ambito di tale giornata, le amministrazioni pubbliche e gli altri organismi operanti nel settore sociale possono promuovere idonee iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, nonché studi, convegni, incontri e dibattiti presso le scuole e i principali mass-media, per richiamare l'attenzione e l'informazione sull'importanza che il sistema Braille riveste nella vita delle persone non vedenti e di quanti sono coinvolti direttamente o indirettamente nelle loro vicende, al fine di sviluppare politiche pubbliche e comportamenti privati che allarghino le possibilità di reale inclusione sociale e di accesso alla cultura e all'informazione per tutti coloro che soffrono di minorazioni visive.
Figlio di un sellaio, Louis Braille all'età di tre anni si infortunò all'occhio sinistro nell'officina paterna. A causa dell'estendersi dell'infezione perse la vista anche all'occhio destro e divenne cieco. A 10 anni vinse una borsa di studio alla Institution des Jeunes Aveugles («Istituto per giovani ciechi») a Parigi. Qui i ragazzi non vedenti apprendevano diversi mestieri (come ad esempio impagliatore di sedie), e veniva insegnato loro a leggere con il metodo di Valentin Haüy che consisteva nel leggere attraverso il tatto i caratteri della stampa in nero, ma messi in risalto da un filo di rame posto sull'altro lato del foglio. Questo metodo però non permetteva alle persone di scrivere. Nel 1827 divenuto docente della scuola dove aveva studiato, Braille ispirato da un metodo segreto di scrittura e lettura tattile proposto dal capitano di artiglieria Charles Barbier durante le campagne militari napoleoniche, perfezionò tale metodo e lo adattò alle capacità percettive dei polpastrelli delle dita e in particolare dell'indice della mano sinistra, basandosi soprattutto sulla propria esperienza personale d'uso.
Braille intuì che il laborioso metodo nascondeva un valore che avrebbe potuto fornire, per lui e per i suoi compagni, un sistema di scrittura semplice e razionale.
Nel 1829 nacque il primo metodo Braille, raccontato nel saggio «Procedimento per scrivere le parole, la musica e il canto corale per mezzo di punti in rilievo ad uso dei ciechi ed ideato per loro», che in seguito fu perfezionato. Seguirono un codice per la matematica e un metodo musicale specifico per persone non vedenti.
Il codice Braille incontrò le ostilità di diversi insegnanti, incluso il Direttore dell'Istituto, timoroso che gli studenti potessero utilizzarlo per inviarsi dei messaggi che non sarebbe stato in grado di decifrare. Il governo francese approvò il sistema elaborato da Braille solo nel 1854 (due anni dopo la morte del suo inventore, avvenuta probabilmente per tubercolosi). Nel 1858, i rappresentanti della maggioranza dei Paesi Europei si è incontrata al Congresso Mondiale per i Ciechi, votando per rendere il Braille il sistema di riferimento per la lettura e la scrittura per i non vedenti di tutto il mondo.
Il codice Braille ha rivoluzionato e migliorato la vita delle persone non vedenti. A loro Braille diede per la prima volta la possibilità di essere autonomi, leggendo e scrivendo senza alcun aiuto, ha dato la possibilità a centinaia di migliaia di disabili visivi di studiare e inserirsi nel tessuto sociale. La loro formazione passa proprio attraverso questo sistema di puntini messo a punto nel 1829 e tutt'oggi di fondamentale importanza.
Il sistema si è anche evoluto: con l'avvento dell'informatica i dispositivi Braille collegati a pc e smartphone permettono di accedere all'universo della rete. È quindi possibile, per le persone non vedenti, navigare tra siti di informazione, giornali, libri e contenuti multimediali.
Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità si stima che nel mondo siano 36 milioni le persone cieche e 216 milioni quelle con disabilità visive da moderate a gravi. L'Onu sottolinea che le persone con disabilità visiva sono più a rischio delle altre di finire in povertà. La perdita della vista, infatti, può causare una vita di disuguaglianze, cattiva salute e difficoltà di accedere all'istruzione e a una vera occupazione. La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall'Onu nel 2006, ha posto l'accento sul benessere delle persone con problemi visivi e considera, appunto, il Braille un elemento essenziale per l'istruzione, la libertà di espressione e di opinione, l'accesso all'informazione e l'inclusione sociale.
Il Codice Braille ha fatto la storia e oggi, attraverso questo sistema di comunicazione che permette la combinazione dei puntini in ben 64 modi differenti, le persone con disabilità visiva di tutto il mondo possono comunicare oltre alle lettere anche i numeri, i segni di interpunzione, ed i simboli matematici, informatici, musicali e chimici. Oggi il codice Braille è usato praticamente in tutti i paesi del mondo ed è stato adattato quasi ad ogni lingua conosciuta.
Numerose ed interessanti le iniziative promosse, in tutt'Italia, dalle sedi territoriali e regionali dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Fra le tantissime attività vogliamo ricordare quella promossa dal Consiglio regionale Uici di Sicilia, svoltasi il 26 febbraio, in collaborazione con l'Università di Enna con un seminario che ha visto coinvolti, fra gli altri, oltre 250 studenti universitari. Quella di sabato 20 febbraio organizzata in Basilicata da Uici e Unibas che ha visto il coinvolgimento di insegnanti curriculari e di sostegno a cui si sono aggregati tantissimi utenti social da cui è stato rilanciato l'incontro avvenuto, come tutti gli altri, in modalità on line. Il 22 febbraio è stata la volta di Salerno che ha scelto di coinvolgere insegnanti curriculari e di sostegno delle scuole dove sono presenti ragazzi ciechi e ipovedenti oltre ad operatrici ed operatori del mondo sociale. «Il Braille tra le mani... le mani che esplorano, ricordano, raccontano e trasmettono le emozioni che l'occhio non vede» questo è il suggestivo titolo scelto dalla sede territoriale di Catanzaro per celebrare la giornata nazionale del Braille. «Il mondo sulla punta delle mie dita» è il titolo scelto, invece, dalla sede di Campobasso che ha ricordato il 22 febbraio il sistema di lettura e scrittura Braille. Mentre Catania e Nuoro hanno scelto di gemellarsi e parlare di gioco, musica, scuola, volendo idealmente ripartire dai ragazzi, nonostante questo blocco delle attività dovuto al Covid. Ricordiamo quella promossa il 22 febbraio dal Consiglio regionale della Puglia dal titolo «Straordinari i nostri puntini! Un lungo cammino, tante tappe, in vista di traguardi sempre più ambiziosi».



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