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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 8 del 2021

Titolo: I Lego Braille Bricks

Autore: Maria Concetta Cusimano


Articolo:
Sono arrivati anche in Italia!
Nella mia esperienza professionale, come responsabile del Centro di Consulenza Tiflodidattica della Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi Onlus di Palermo, ho sempre ammirato la fantasia dei genitori e degli educatori che cercavano di adattare, in tutti i modi possibili, gli strumenti della didattica classica alle esigenze dei propri figli o alunni con deficit visivi. Questo è il caso dei mattoncini (o Bricks) Lego che, nel passato recente, venivano modificati, spesso dai papà ma, a volte, anche da abili insegnanti. Devo ammettere di essere sempre rimasta piacevolmente meravigliata per la fantasia impegnata nella trasformazione, soprattutto dei bricks 2x3, cioè quei mattoncini che hanno due file parallele di 3 bottoncini sul lato superiore e che ricorda la casella del braille. Si trattava di togliere il superfluo dal brick e lasciare i bottoncini per raffigurare la lettera che si voleva riprodurre. È vero, hanno usato di tutto, il seghetto manuale, il seghetto alternativo elettrico, qualcuno anche il saldatore elettrico con l'unico intento di eliminare la plastica dei bottoncini in più. Impossibile dimenticare alcune telefonate come quella di un papà che mi disse: «dottoressa ho trovato il modo di trasformare un brick 2x3 usando un seghetto elettrico con una lama per il legno sono riuscito a tagliare i punti 1, 5, 6 ed ho creato la «S», mi sono ferito un dito ma sa che soddisfazione, conoscere la «S» di Salvatore!». Nei normali kit di Lego esistono anche dei mattoncini che si presterebbero a riprodurre alcune lettere dell'alfabeto braille come per esempio: quelli angolari 1x2x2 (si tratta di tre bottoncini disposti ad angolo) che, utilizzati singolarmente e facendoli roteare su se stessi, potrebbero rappresentare le lettere D, F, H, J e di conseguenza i numeri 4, 6, 8, 0; oppure i mattoncini che hanno dimensione 1x2 (una fila di 2 bottoncini) che si adatterebbero a rappresentare le lettere B e C ed i numeri 2 e 3; in questi casi, purtroppo, il concetto di interezza della casella braille non è operativamente ed empiricamente riportata poiché manca il rapporto proporzionale con la sua dimensione a sei punti. I Lego Braille Bricks, invece, hanno una dimensione unica di 3 per 1.5 centimetri, sulla loro superficie sono raffigurate le letterine o gli altri segni braille e vi è stampato anche il loro corrispettivo «in nero». È chiaro dunque che la loro composizione così caratteristica li rende uno strumento ludico adattato ad una funzione didattica importante, come l'apprendimento del braille, ma sotto forma di gioco inclusivo. In realtà, i Lego Braille Bricks ci riportano a tutte quelle esperienze di costruzione dell'oggetto pre-braille, rappresentativo della casella e dei sei punti, che abbiamo realizzato costantemente nelle scuole dell'infanzia e nelle prime classi della scuola primaria. Tante volte ci siamo cimentati nella realizzazione della casella braille con le lenticchie, con i formati di pasta più fantasiosi, abbiamo incollato su carta braille qualsiasi materiale recuperato dalla quotidianità, stimolando la motricità fine, la capacità aptica e la fantasia del bambino, abbiamo affinato lo stimolo tattile restringendo, man mano, la dimensione dell'elemento che riportavamo in sostituzione di quei preziosi e piccolissimi puntini del braille. Di certo i Lego Braille Bricks, saranno utilizzati in una fase di passaggio dell'apprendimento del braille nella quale si passerà dal «grande» al «piccolo» formato, verso la raffinata capacità di riconoscere il braille su carta. Ma vediamo come si è arrivati alla realizzazione dei «Lego Braille Bricks», la loro distribuzione e l'accordo tra le parti impegnate in Italia.
L'idea di produrre i mattoncini in braille fu proposta, alcuni anni fa, alla Lego Foundation dall'Associazione Danese dei non vedenti e successivamente anche dalla Fondazione Dorina Nowill per i Ciechi del Brasile, da lì in poi vi è stata una enorme richiesta a livello mondiale ed il modello iniziale è stato più volte testato nei luoghi adibiti e più adatti e, successivamente, modificato e adattato fino a raggiungere l'attuale configurazione. La Lego Foundation nasce per scopi umanitari e di ricerca ed è dedita alla promozione di strumenti ed azioni utili all'apprendimento attraverso il gioco creativo che prevede l'interazione e l'inclusione. L'impegno della Lego Foundation e della Lego Group è ammirevole poiché, nella realizzazione di questo kit speciale, vi è il proposito dell'aggregazione, infatti è adatto non solo ai bambini con deficit visivo, ma a tutti i bambini, ne è la prova il fatto che i mattoncini dei normali kit si incastrano perfettamente con i mattoncini Lego Braille, facendolo diventare uno straordinario strumento di inclusione come da intento del produttore.
La prima distribuzione di Lego Braille è iniziata nel 2020 in Danimarca, Brasile, Regno Unito, Norvegia, Germania, Francia e Stati Uniti, dove sono già stati eseguiti i relativi test, verranno invece distribuiti in altri 13 paesi durante il 2021 e questi sono: Australia, Austria, Belgio, Canada, Finlandia, Irlanda, Italia, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Paesi Bassi. Il primo ente italiano contattato dalla Lego è stato l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che ha ritenuto opportuno coinvolgere in questo grande progetto l'Istituto dei Ciechi Cavazza di Bologna e la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi Onlus. L'Istituto Cavazza ha incaricato i suoi tecnici assumendo il ruolo di consulenza, test, collaudo e scelta dei bricks da produrre per la lingua italiana, mentre la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi Onlus è stata individuata come partner italiano addetto alla distribuzione e alla promozione dei Lego Braille bricks grazie alla sua natura no profit e per la sua capacità di immagazzinare e distribuire tanto materiale. Invero, la Federazione, grazie al Centro di Produzione di materiale tiflodidattico, ha già una rete di distribuzione molto fluida che ben si sposa con le esigenze del progetto Lego Braille, ma non soltanto, cruciale importanza ha assunto il ruolo dei colleghi del settore creativo «Libri Tattili», i quali si occupano dell'adattamento delle istruzioni fornite dalla Lego in lingua italiana e di organizzare la distribuzione dei kit sia per l'Italia che per la Svizzera Italiana (Unitas). I colleghi del settore Libri Tattili hanno sviluppato una pagina web, dedicata ai Lego Braille bricks, http://libritattili.prociechi.it/lego-braille-bricks/, nella quale è possibile trovare due sezioni, contenenti delle schede operative così nominate: Attività sui pre-requisiti e Attività per l'apprendimento del braille. Nella stessa pagina vi è un evidente tasto di colore azzurro con su scritto «Richiedi Lego Braille bricks» cliccando il quale si può richiedere un kit, semplicemente compilando un modulo. La compilazione del modulo è di fondamentale importanza per avere la mappa della distribuzione dei kit e l'identità dei possessori, oltre ad essere uno strumento utile per la compilazione del report sul loro utilizzo. Un lavoro pregevole ed enorme, nel quale tutte le parti stanno investendo il massimo del loro impegno. L'accordo prevede che la Lego fornirà gratuitamente 2000 kit alla Federazione che dovrà distribuirli nell'arco di 3 anni.
Allo scopo di distribuire i kit nel modo più produttivo ed adeguato, sono stati individuati 6 gruppi di utenza di seguito elencati: Centri di Consulenza Tiflodidattica, Uffici territoriali dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Istituzioni a lei federate, Istituzioni pubbliche e private che operano nel settore della disabilità e dell'inclusione sociale, Reparti pediatrici ospedalieri, istituzioni sanitarie e ambulatori pediatrici, Partecipanti a manifestazioni itineranti di promozione culturale promosse dalla Federazione o dalle sue istituzioni federate.
Non è prevista la distribuzione dei kit ai singoli soggetti o alle famiglie, ma si richiede che vengano forniti alle scuole, alle associazioni, alle ludoteche, ai centri riabilitativi, agli ospedali e a tutti quegli enti che possono metterli a disposizione di più bambini, evitando così che rimangano inutilizzati o ad uso esclusivo di pochi. Il progetto Lego Braille Bricks prevede anche la formazione degli operatori, infatti, i responsabili dei Centri di Consulenza Tiflodidattici, che sono il primo gruppo di utenza individuato per la distribuzione, hanno già partecipato in via esclusiva a dei webinar formativi in lingua inglese. Lo scopo finale è quello di divulgare le modalità di utilizzo dei kit, svolgendo dei workshop nelle scuole, nelle ludoteche o nei luoghi che riceveranno i suddetti kit invitandoli a coinvolgere più bambini possibile. I Centri di Consulenza Tiflodidattica hanno già ricevuto la fornitura dei primi kit, quello che ho aperto, e usato personalmente, è composto da una scatola in plastica bianca di circa 42 per 31 centimetri e profonda 10 che ha un coperchio trasparente sotto il quale c'è un cartoncino che riporta nella parte superiore un disegno che rappresenta l'identità del Lego Braille Bricks, mentre dall'altra parte è riprodotto l'intero alfabeto braille e tutti gli altri bricks contenuti. All'interno della scatola si trovano 3 «piastre di base» di colore grigio e 4 sacchetti numerati che contengono i seguenti mattoncini dagli iconici colori Lego bianco, azzurro, giallo, rosso e verde: nel sacchetto 1 vi sono le lettere a, b, c, d, e, f; nel sacchetto 2 le lettere i, j, k, l, m, n, p, q, s, u; nel sacchetto 3 le lettere g, h, o, r, t, v, w, x, y, z; nel sacchetto 4 le lettere accentate à, é, è, ì, ò, ù, la punteggiatura e il segno del maiuscolo, i segni basilari della matematica compreso il segnanumero ed un separatore di mattoncini utile per separare quelli che rimangono attaccati. I punti del braille, raffigurati con i bottoncini, sono posti sempre nella parte alta del mattoncino, questo elemento serve per orientare il non vedente.
La quantità delle singole lettere è fornita in proporzione all'uso che se ne fa nella nostra lingua italiana, per esempio vi sono moltissime «A» e moltissime «E», infatti la riproduzione dei segni del braille è stata adattata all'alfabeto usato in ogni specifica nazione. È necessario precisare che il kit è indicato per bambini al di sopra di 4 anni di età. Ma al di là di ogni schematismo, adesso dobbiamo impegnarci per scoprire l'utilità funzionale di questo strumento ludico per l'apprendimento del braille, e soltanto dopo averci giocato insieme, stimolando la creatività del singolo e dando forma alle parole, sapremo con maggiore certezza, quanto importante questo gioco possa essere, considerando che è il gioco la motivazione più significativa nell'apprendimento del bambino, laddove ritrova stimoli non solo sensoriali ma anche sociali, di aggregazione e di inclusione perché il bambino non vedente si possa sentire parte di un'unica collettività.



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