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Kaleîdos

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Numero 4 del 2021

Titolo: Piccola storia delle friulane

Autore: Laura Pranzetti


Articolo:
(da «Donna Moderna» n. 7 del 2021)
Erano scarpette umili, ora sono diventate chic. Le portavano le donne di casa, ora le indossano le celeb. Chi avrebbe mai detto che le pantofoline di velluto avrebbero fatto tanta strada?
Le chiamano friulane, furlane (variante dialettale) o papusse (babbucce in veneziano), ma in Friuli Venezia Giulia, dove sono nate, sono scarpets. La loro storia sembra una favola dove il rospo diventa principe. Si dice che le donne friulane, per confezionare queste pantofoline umili, cucissero con lo spago gli scarti delle stoffe più pesanti per la tomaia, gli avanzi delle lenzuola per la fodera e i vecchi copertoni delle biciclette per la suola. Le ragazze più povere le portavano in dote il giorno delle nozze. Dopo la prima guerra mondiale, sono arrivate a Venezia, dove i gondolieri le usavano per non scivolare e non danneggiare il legno della barca. Poi sono state scelte come pantofole chic per ricevere ospiti. E infine quelle scarpette da casa sono diventate famose. Perché sono unisex, comode, prendono la forma del piede, rendono l'abbigliamento da casa più curato. E, negli ultimi anni, avevano cominciato persino a «uscire», complici influencer o star. Una fra tutte: Kate Moss, la regina delle flat shoes, che, quando ancora si poteva, andava a spasso con un paio e rosso fiamma, trasformando le friulane nelle nuove ballerine. Da quando ci siamo trovate in confinamento, le friulane sono tornate a casa. E vanno a ruba, perché sono graziose e confortevoli. «Non hanno bisogno di essere abbinate al look, basta sceglierle di un bel colore» spiegano i titolari di Piedaterre, piccola bottega sotto il Ponte di Rialto a Venezia. «Fino allo scorso anno piacevano molto bordeaux o verde bottiglia, ora vanno in azzurro Adriatico e ottanio». In generale, però, il loro velluto ha sfumature una più bella dell'altra. Non è finita qui. Alcuni designer hanno scelto di reinterpretarle: di seta, di broccato, di lino. Decorate con frange, strass, passamaneria. Ci sono addirittura quelle fatte su misura, messe in forma una a una. Certo, in questi casi sale anche il prezzo e le umili scarpets diventano quasi preziose. Resta inteso che vincono su tutte quelle originali: velluto fuori, cotone dentro, copertone sotto. E «fatte in Italia».
Laura Pranzetti



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