Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Kaleîdos

torna alla visualizzazione del numero 4 del Kaleîdos

Numero 4 del 2021

Titolo: Siamo tutte mamme imperfette

Autore: Benedetta Sangirardi


Articolo:
(da «F» n. 5 del 2021)
Organizzate e affettuose, facciamo i salti mortali ma non ci sentiamo mai all'altezza. Identikit delle madri di oggi viste da chi le osserva da molto vicino
Studiano, si informano. Sul comodino l'ultimo libro dell'esperto. Ma lo svezzamento? Lo lascio piangere per insegnargli a dormire da solo? Scuola elementare, quale scelgo? Alla ricerca della perfezione, anche prima di essere mamme. Il pancione è già motivo per darsi da fare, rimboccarsi le maniche e partire per la competizione maternità. La gara (con se stesse e con 1a società) non termina quando i figli crescono: c'è la scuola, le attività sportive, il gruppo WhatsApp. «Sono molto esigenti le mamme di oggi. D'altra parte, si sono semplicemente adattate alla società delle performance. Ma con determinazione affrontano sfide e ostacoli, e li superano sempre con il sorriso», racconta Chiara Bidoli, direttrice delle testate Rcs dedicate all'infanzia e autrice di «101 cose da sapere sul bambino» (Cairo). Insieme, abbiamo tracciato l'identikit delle nuove mamme.
D. Il libro parte dalla sua esperienza di maternità. Com'è stata?
R. Nel primo anno di vita di mio figlio Pietro, che oggi ne ha 7, la stanchezza è stata tanta quanto la felicità. Dai primi approcci, imbranati, con l'allattamento e con il cambio, spinta dal desiderio di non sbagliare e desiderosa di mostrargli solo la parte migliore di me, e grazie al mio confronto quotidiano con genitori e esperti, ho scelto di dare quelle pillole che ritengo importanti per accompagnare nel viaggio più bello. 101 consigli, che sembrano tanti ma sono gli indispensabili, per affrontare con più consapevolezza e serenità quell'attimo che tutto stravolge. La nascita di un figlio.
D. Si arriva al parto già con mille preoccupazioni. Perché?
R. Le mamme oggi lavorano anche fino a pochi giorni prima del parto. E non hanno tempo di prepararsi. Si trovano il bambino tra le braccia e perdono il controllo, credono di poter gestire il tempo e invece la prima cosa che ti insegna un figlio è che il tempo non esiste. C'è il panico. Gli aiuti esterni, pochi o nulli. E le difficoltà sono diverse, si fatica a gestire gli aspetti pratici. In più, pesa il timore di essere tagliate fuori sul posto di lavoro.
D. Mamme che combattono anche con questioni culturali.
R. Certo. Ci dicono di fare i figli perché tra qualche anno il problema sarà enorme. Poi, però, ci lasciano sole, con il papà a fianco solo per pochi giorni. Come dire: adesso sbrigatevela voi. Tornate in ufficio, spesso demansionate, o con un ruolo diverso. Ricevo tante lettere su questo tema.
D. E allora scatta l'insicurezza, caratteristica comune.
R. Tanta è l'incertezza che il secondo figlio resta quasi un miraggio. Si fanno meno figli e quando arrivano (sempre più tardi, l'età media è 32 anni) si studia come crescere quel bene preziosissimo. Errori non sono ammessi.
D. Le cosiddette iper mamme.
R. Vogliono dare il massimo, il perfezionismo è quasi un'ossessione, aprono libri e chiedono sui gruppi social. Un'ansia da prestazione che non si ferma quando i figli crescono, tutt'altro. Più si va avanti e più si sente l'esigenza di esserci, di non perdere parti di vita, di renderli felici. La verità è che siamo dipendenti dai figli.
D. Le conseguenze?
R. Lo dicono gli esperti, in modo praticamente unanime: non li lasciamo annoiare, giocare da soli, gli stiamo sempre dietro, non ammettiamo di sbagliare e così trasmettiamo ansia. I bambini crescono insicuri e privi di autostima, amatissimi ma poco autonomi.
D. Che cosa ci perdiamo in tutta questa fretta, protezione e apprensione?
R. Il qui e ora. A furia di correre per far quadrare tutto, maestre di multitasking, ci dimentichiamo di vivere l'esperienza della maternità, meravigliosa. Ci scordiamo di fermarci; osservare, riflettere, di godere l'attimo del primo sorriso, delle prime parole, l'emozione della scuola.
D. Per cosa soffrono le mamme di oggi?
R. Per la mancanza di libertà. Un figlio crea una specie di gabbia. Si perde il controllo dei propri spazi, i figli vengono sempre prima, e il programma di vita, anche nel quotidiano, dipende da loro. Questo, mi scrivono in tante, crea un conflitto interiore non facile da dipanare.
D. Che altro le scrivono?
R. Come faccio giocare mio figlio? Come fargli passare il tempo? È un po' la dimostrazione che siamo iper in tutto, ma quando è il momento di stare con i figli facciamo fatica.
D. Cosa consiglia?
R. Calma, che io ho imparato in parte, perché è faticoso restare tranquille quando c'è da pensare a lavoro, spesa, casa, attività sportive, scuola, riunioni. Per vivere la maternità in modo sereno serve empatia, fermarsi per una coccola, ascoltare davvero i figli senza smartphone in mano. È l'unico modo per non avere rimpianti.
D. E per crescerli nel modo migliore?
R. Lo dice la letteratura: sono le giuste attenzioni, l'investimento sull'autostima, insegnargli l'autonomia (dunque non portargli lo zaino perché ce la fanno benissimo da soli!), allenarli nell'indipendenza gli elementi che fanno crescere bambini capaci di essere adulti.
D. La conciliazione famiglia-lavoro resta il più grande cruccio?
R. In assoluto, crea angoscia e insieme rabbia. D'altra parte siamo culturalmente lontani dall'idea che il papà possa prendere permessi. Eppure, ce la facciamo sempre. Nel tempo della pandemia lo abbiamo dimostrato.
D. In che modo?
R. Ci siamo sostituite agli insegnanti durante la didattica a distanza, badato alla sfera pratica e affettiva, tranquillizzato i figli. Abbiamo lavorato nella casa che poi però è sempre da rimettere in ordine, abbiamo cucinato e fatto la spesa.
D. I papà?
R. Ce la mettono tutta, vogliono esserci, più dal punto di vista affettivo che normativo. Non sempre glielo permettiamo, quasi mai hanno il tempo per dedicarsi alla famiglia.
R. L'aspetto più bello di cui si parla poco?
D. Le mamme oggi sono attentissime ai temi ambientali, dal cibo alla raccolta differenziata, allo shopping. Se i figli faranno la rivoluzione, è grazie a loro.
R. Le mamme perfette non esistono, insiste nel libro. Tre consigli anti ansia?
D. Siate ironiche, è indispensabile. Mostratevi fragili e chiedete scusa quando sbagliate, serve a voi e lo insegnate ai figli.
D. Lei rispecchia l'identikit tracciato?
R. Innamorata persa, succube di mio figlio, per lui farei qualsiasi cosa. Lo coccolo, lo bacio, lo accontento. Mio marito, per fortuna, fa rispettare le regole. Conosco la teoria, ma sulla pratica sono una mezza frana.
Benedetta Sangirardi



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida