Numero 2 del 2021
Titolo: Per i più piccini
Autore: Redazionale
Articolo:
Completa le parole
1) Metti al posto della «x» la lettera «r» oppure la lettera «p» inserendola nella parola giusta:
xima; xacco; maxe; axpa; xrato; txeno.
2) Le parole che seguono hanno perso una vocale. Scopri quella giusta e mettila al posto della «x».
cxcina; vestxto; txrta; pxra; vxolino.
Soluzione:
1) rima; pacco; mare; arpa; prato; treno.
2) cucina; vestito; torta; pera; violino.
Filastrocca
Le ochette
Al mattino presto presto,
non appena il sole è desto,
van le ochette a fare il bagno
dentro l'acqua dello stagno.
Prima lavan le zampette,
il codino e poi le alette.
E poi tuffano il capino
per giocare a nascondino.
Ché dell'acqua fresca e pura
non bisogna aver paura,
perché dona ben si sa
la salute e la beltà.
Racconto
Pulcinella che fai?
Per Carnevale Pulcinella era stato invitato a una festa. Stufo della sua maschera, voleva travestirsi da Arlecchino e dipinse il suo vestito di mille colori. Che idea assurda! Era così bello tutto bianco e ora non si piaceva più! Per fortuna arrivò la fata Macchiolina e, con un tocco di bacchetta magica, lo ripulì in quattro e quattr'otto. Pulcinella si guardò allo specchio. «Molto meglio così», pensò contento di essere nuovamente se stesso.
Il tamburo di Gavino
C'era una volta un pastore di nome Gavino che andava per le montagne con le sue pecore. Un giorno incontrò un vecchio uomo su un asino che gli propose di fare un po' di strada insieme e lui accettò. Cammina cammina, l'uomo picchiava l'asino, anche se questo non lo meritava.
«Perché lo picchi?» chiese Gavino.
«Perché ha la testa grossa» rispose l'uomo.
«È una brava bestia» disse il pastore e poi restò in silenzio.
Cammina cammina, il vecchio continuava a dare bastonate all'asino. «Perché lo batti ancora?».
«Perché ha la testa dura» disse l'uomo.
«Ma non così dura da non sentire dolore» replicò Gavino.
L'uomo continuava a picchiare senza motivo, finché il pastore sbottò: «Non voglio più stare accanto a te: vattene per la tua strada!».
L'altro rise e disse: «Bravo, Gavino! Così si dice e si fa! Io sono un mago, e ti ho voluto mettere alla prova: tu hai dimostrato di avere buon cuore. Prendi l'asino, ti aiuterà nel lavoro. E quando sarà morto, fai un tamburo con la sua pelle. Ogni volta che avrai dolore, picchiaci sopra e qualcosa accadrà».
Poi l'uomo se ne andò. Per dieci anni la bestia aiutò il pastore senza prendere una bastonata; quando morì, Gavino fece un piccolo tamburo con la sua pelle. Un giorno il pastore, inseguendo un agnello, si storse una caviglia. Piangendo di dolore si fermò, poi ricordò la faccenda del tamburo: gli diede un colpo e il dolore si attenuò. Allora continuò a percuoterlo finché il dolore sparì. Così Gavino seppe che davvero era un tamburo incantato e lo usò per tutta la vita. Però non ci picchiava troppo forte perché era la pelle del suo amico!