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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Gennariello

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Numero 2 del 2021

Titolo: L'alfabeto Braille

Autore: Redazionale


Articolo:
Il 21 febbraio di ogni anno si celebra la Giornata Nazionale del Braille.
L'alfabeto Braille è oggi essenziale per le persone non vedenti per poter leggere e scrivere.
Immaginiamo sei puntini come sei soldatini in fila per due su tre file.
Le diverse posizioni dei puntini formano lettere, numeri, punteggiature, note musicali per divertirsi a raccontare storie, fare operazioni aritmetiche, comporre canzoni, scrivere libri, poesie e tanto altro ancora.
La storia del piccolo Louis Braille
A inventare questo modo di leggere e di scrivere è stato l'ingegno del giovane Louis Braille. Nato nel 1809 a Coupvray, a poca distanza da Parigi, il piccolo Louis si faceva notare sempre per la sua curiosità: quella che hanno spesso tanti bambini molto vivaci che desiderano conoscere il mondo. La cosa che lo affascinava di più, però, era il lavoro del papà, che nella sua bottega, fabbricava finimenti per cavalli e selle.
Purtroppo, un brutto giorno, ci fu un incidente nella bottega e Louis fu colpito agli occhi da un punteruolo e perse la vista in entrambi gli occhi.
All'epoca, per le persone non vedenti l'unico destino possibile era diventare mendicanti. La famiglia di Louis, però, non si arrese al destino e decise di iscriverlo comunque a scuola, per farlo studiare. Purtroppo, le scuole di quel tempo non erano preparate ad accogliere alunni che non ci vedevano. Per questo motivo, Louis dovette ritirarsi dalla scuola, nonostante il suo grande desiderio di studiare e imparare. Mamma e papà però non vollero rassegnarsi e mandarono il piccolo Louis a Parigi in una nuova scuola un po' speciale: l'Istituto dei giovani ciechi.
In quella scuola gli insegnanti erano molto severi e si studiava soprattutto per imparare lavori pratici e diventare quindi bravi artigiani di mobili e sedie. Per leggere, i ragazzi usavano un metodo particolare: con la pressione di un filo di rame sulla carta si ottenevano segni in rilievo corrispondenti alle lettere dell'alfabeto che i bambini potevano leggere con le dita.
Un giorno, si presentò all'Istituto un certo Capitano Barbier che aveva combattuto insieme a Napoleone. Questo Capitano, durante la guerra aveva inventato un codice a puntini, usato dalle spie come un linguaggio segreto per scambiarsi informazioni al buio e in silenzio. Il giovane Louis imparò a usare questo codice per leggere e scrivere ma lo considerava troppo complicato e quindi si mise a lavorare giorno e notte per migliorarlo. Nacque così, giorno dopo giorno l'alfabeto a puntini che si chiamò Braille dal cognome del suo giovanissimo inventore Louis.
Tutti i ragazzi dell'Istituto cominciarono ben presto a usare il Braille anche se, all'inizio, i professori non volevano. Infatti, quando questi sequestrarono le tavolette e i punteruoli che servivano per scrivere in Braille, i ragazzi per non perdere l'abitudine, cominciarono a usare perfino le forchette per tracciare i puntini sulla carta.
Piano piano il Braille si affermò prima in Francia e poi in tutto il mondo, dove oggi è per tutti i ciechi il modo più comodo e facile per leggere e scrivere.
Anche i moderni computer hanno copiato qualcosa dal Braille. Ma questo lo racconteremo in un'altra occasione.
Per ora ricordiamoci di celebrare il Braille in tutta Italia il 21 febbraio di ogni anno.



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