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Il Progresso

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Numero 02 del 2021

Titolo: Tecnologia- 5 app alternative a WhatsApp (e più sicure)

Autore: Eugenio Spagnuolo


Articolo:
(da «Wired.it» dell'11 gennaio 2021)
Da Telegram a Wire passando per Signal: le app per chattare che proteggono la nostra privacy
Tanto tuonò che piovve: dopo averlo a lungo promesso (paventato?) WhatsApp ha comunicato che dall'8 febbraio inizierà a condividere i dati dei suoi utenti con Facebook. La fusione era nell'aria ed è figlia di una precisa strategia commerciale: i dati di Whatsapp dovrebbero aiutare gli investitori pubblicitari a migliorare l'offerta dei propri prodotti e servizi. Sebbene dal quartier generale dell'app siano partite tutte le prevedibili rassicurazioni del caso, per qualcuno è ormai tempo di trovarsi un altro messenger, più sicuro e più rispettoso della privacy. La pensa per esempio così Elon Musk a cui lo scambio dei dati tra Whatsapp e Facebook ha ispirato la pubblicazione di un meme, dove Zuckerberg appare come una sorta di Grande Fratello che tutto sa e tutto vede. Mister Tesla poi ha anche suggerito un'alternativa: Signal, l'app di messaggistica, con cui apriamo anche la nostra lista di messenger alternativi e a prova di spioni.
1. Signal
L'endorsement di Elon Musk le ha già regalato un inatteso boom di download. Ma chi mette la privacy al primo posto la conosceva già. Signal è infatti l'app di messaggistica preferita da Edward Snowden, il whistleblower che ha fatto scoppiare lo scandalo Nsagate. Il sistema usato per proteggere la privacy degli utenti è esclusivo e brevettato dagli stessi sviluppatori dell'app: una forma di crittografia che permette di inviare messaggi non leggibili da altri e anche di fare chiamate a prova di intercettazione. Un altro dei vantaggi di Signal è che il numero di cellulare non è collegato al nostro profilo, ma si comporta più come un nickname numerico: viene utilizzato per generare una chiave privata, utilizzata solo per la registrazione dell'account e non per il monitoraggio. In termini di funzionalità, Signal offre chat individuali, gruppi, chiamate video-audio, messaggi che scompaiono e la possibilità di tenere i nostri messaggi personali lontani dagli occhi indiscreti di amici e familiari.
2. Session
La prima riga dell'informativa sulla privacy di Session ha un suono magico per i sostenitori della privacy: «Session non sa chi sei, con chi stai parlando o il contenuto dei tuoi messaggi». Questo significa che l'app non memorizza alcuna informazione identificativa come il nostro indirizzo Ip o il numero di telefono, l'Id e-mail o qualsiasi altra informazione che può essere collegata alla nostra vera identità o utilizzata per creare un profilo utente. Quindi l'anonimato - teoricamente - è garantito. Tra i suoi punti di forza c'è anche la frase di sicurezza da memorizzare per proteggere l'account Id (un po' come le app wallet per le criptovalute). Come Whatsapp, Session offre la possibilità di fare anche chiamate di gruppo e inviare messaggi vocali senza bisogno di scambiare il numero di telefono: basta un nickname o anche un Qr code. Il fatto che sia un messenger crittografato end-to-end, che si concentra sulla riduzione dei metadati sensibili lo rende una delle migliori alternative a WhatsApp nel 2021.
3. Telegram
Non è proprio una novità: già largamente diffusa si calcola che nel 2022 festeggerà il suo primo miliardo di utenti (oggi ne ha circa 400 milioni), conquistati offrendo una serie di opzioni che Whatsapp non prevede. Prima tra tutte poter chattare e parlare al telefono usando un nickname, senza bisogno di scambiare il numero. E in realtà lato utente ci sono diversi vantaggi, come per esempio la possibilità di creare gruppi aperti (fino a 200 mila utenti!), condividere file di grandi dimensioni, ecc. Da quando esiste Telegram, il suo creatore Pavel Durov ha costantemente criticato Whatsapp per i problemi di sicurezza e privacy, descrivendola come pericolosa e sostenendo che non sarà mai sicura finché resta nelle mani di Facebook. Ma come Whatsapp, in realtà anche Telegram conserva i metadati in forma non cifrata: sui server di entrambe le app resta ben impresso con chi, per quanto tempo e da dove abbiamo comunicato. Cosa che per esempio con Signal non avviene. Inoltre su Telegram la crittografia end-to-end, quella a prova di intercettazione per capirci, funziona solo con le chat segrete. Ad ogni modo, va detto che Telegram adotta un approccio incentrato sulla sicurezza, distribuendo le chiavi di crittografia che detiene in diverse giurisdizioni per scoraggiare qualsiasi richiesta delle agenzie di sicurezza di accedere ai contenuti delle chat. E il fatto che sia stato bandito dai governi di Iran e Russia, per niente entusiasti del fatto che l'app consente comunicazioni sicure, è un punto a suo favore.
4. Threema
Altra app che prende molto sul serio la sicurezza e crittografa tutti i dati, inclusi messaggi, file condivisi e persino aggiornamenti di stato. Non richiede nemmeno di inserire un indirizzo email o un numero di telefono per creare un account. Ciò offre un livello di anonimato ancora più elevato. Ciò che rende Threema una delle migliori alternative a WhatsApp è il fatto che sia open source, dunque chi vuole può verificarne l'attendibilità in fatto di privacy, e non registri indirizzi Ip o metadati che aiutano a tracciare gli utenti o profilarli. Inoltre i suoi server sono in Svizzera, paese particolarmente rigoroso sulla tutela della privacy. Tuttavia Threema ha uno svantaggio: è poco diffusa, anche per via del fatto che non è gratuita ma costa 4 euro. Soldi ben spesi, va detto, per chi cerca un'app per comunicare in modo protetto con una persona specifica. Meno per chi vuole un messenger diffuso.
5. Wire
Ha il nome di una popolare serie tv crime. E chissà che non sarebbe piaciuto ai suoi protagonisti: Wire è uno dei messenger più sicuri, grazie al protocollo Wire Swiss basato su Signal e permette la registrazione anonima. In secondo luogo, la crittografia end-to-end con la possibilità di sincronizzare le chat crittografate è supportata per impostazione predefinita: ogni messaggio spedito tramite Wire ha una propria chiave che non può mai lasciare i dispositivi degli utenti. Poi supporta le chat di gruppo crittografate (fino a 128 persone) e chiamate in conferenza sicure (fino a 10 persone): il target di Wire più che i piccoli utenti sono infatti le comunicazioni aziendali. Utilizzando la crittografia end-to-end e un modello cloud distribuito fornisce alle aziende messaggistica, chiamate, videoconferenze e la possibilità di condividere file protetti. All'inizio della sua avventura Wire ha avuto anche l'endorsement di Edward Snowden, che però l'ha ritirato quando la società madre ha spostato il suo quartier generale negli Usa, lasciando in Svizzera solo la sede commerciale. Via Twitter, Snowden ha definito il trasferimento negli Stati Uniti come «non appropriato per una società che pretende di fornire un messenger sicuro». Ipse dixit.



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