Numero 48 del 2020
Titolo: Storia dell'Unione
Autore: Vincenzo Massa
Articolo:
Siamo a gennaio 2019 ed è lo stesso presidente nazionale Uici Mario Barbuto, dopo aver dato un accenno alle festività concluse, a lanciare il tema che sarà il filo conduttore dell'azione dell'associazione per 12 mesi: ricordare il decennale della Convenzione Onu in favore delle persone con disabilità.
«Poi, come per incanto, le feste svaniscono, i suoni e le atmosfere colorate lasciano il posto alla frenesia e alla velocità del quotidiano che non ammette debolezze o ritardi. La presunta «normalità» si fa strada e con essa diventano evidenti i problemi e le difficoltà dei più deboli. L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, quasi alla soglia dei suoi primi 100 anni di vita, è ancora qui in prima linea a richiamare l'attenzione della società sulle responsabilità e i ritardi nella costruzione di un mondo civile. Per questo motivo abbiamo deciso attraverso le pagine de «Il Corriere dei Ciechi», organo ufficiale della nostra associazione, di dedicare per tutto il 2019 una riflessione al decennale della sottoscrizione della Convezione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Non è mia intenzione fare l'enunciazione dell'articolato della Convenzione, ma credo sia giusto, invece, destare l'attenzione sulle inefficienze delle istituzioni nell'erogazione di servizi e sul mancato rispetto delle leggi, tantissime promosse anche grazie al contributo dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che sono costate passione, dedizione e tantissime lotte a tanti di noi. La trasformazione sociale non può essere declinata solo da egoismi e fanatismi nella quale si privilegiano i «forti, sani e belli»; non si può dimenticare che la nostra giovane Repubblica è nata dalle ceneri di due grandi conflitti mondiali e nonostante tutto fosse distrutto e non esistesse più un sistema economico forte, fu la voglia di ricostruire e con l'entusiasmo di tanti se si potettero superare anche fratture culturali e ideologiche. Oggi mi chiedo dov'è andato a finire quel pensiero e quella voglia di lottare e cambiare per tutti la nostra società. Le persone con disabilità, per esempio, in questa società dell'immagine, dell'informazione a tutti i costi, del villaggio globale, molto spesso vengono chiamate in causa se possono essere trasformate in scoop. Non importa tanto se quella persona è rimasta chiusa in casa perché non funziona l'ascensore, perché un'auto o una moto parcheggiate male impediscono il passaggio, se non può salire le scale mobili perché è accompagnato dal cane guida, quando non può frequentare la scuola perché l'ente pubblico non ha i soldi per garantirgli il testo scolastico e ancora potremmo continuare su lavoro, anziani ecc. Ma questo potrebbe sembrare la sagra del piagnisteo. Per noi, per il nostro comune lavoro, per la nostra Unione, il proposito più bello sarà l'impegno di ciascuno a operare per tutelare la concordia e l'unità di intenti, necessarie a farci agire come un solo motore animato da una sola volontà collettiva e condivisa».
Era il 3 marzo del 2009 quando con la legge 18 l'Italia ratificava, finalmente, la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che era stata approvata nel 2006. La Convenzione Onu, pur senza fissare nuovi diritti, vuole orientare tutte le nazioni a rendere accessibili e fruibili a tutte le persone con disabilità i diritti di cittadinanza. Il mese di febbraio è ricco d'iniziative dedicato all'accesso alla cultura attraverso uno strumento straordinario, il Braille. Due le celebrazioni per la giornata del Braille nella città di Matera e Torino per richiamare l'attenzione su uno strumento di comunicazione straordinario che ha concesso, ai ciechi di tutto il mondo, la libertà di accedere autonomamente all'istruzione e alla cultura. Il mese di marzo il Braille si unisce alla giornata internazionale della donna ed il presidente Barbuto coglie l'occasione per ricordare: «Oggi celebriamo la festa della donna! Un giorno nel quale siamo soliti donare mimose e fiori d'ogni genere per profumare l'aria e colorare il cammino di queste creature meravigliose che illuminano le nostre esistenze. Ma fiori, regali, profumi e colori non bastano mai a rendere omaggio e giustizia della presenza silenziosa, della fatica, della sofferenza che le donne affrontano i 365 giorni dell'anno, spesso nella disattenzione, per non dire nell'indifferenza di noi uomini. Donne impegnate nel lavoro, nelle fatiche domestiche, nella vita quotidiana punteggiata di esami continui, sovente umilianti, nei quali capacità e intelligenza sono trascurate e passano in secondo piano rispetto ad altre considerazioni più volgari e prosaiche, ad apprezzamenti dei quali non sappiamo nemmeno vergognarci quando invece dovremmo... Insomma, doti e qualità dell'anima, dello spirito, della mente che vengono troppo di frequente ignorate nella donna, per dare spazio, invece, ai pensieri più sconci e offensivi che dovrebbero causarci rossore e vergogna al solo affiorare. Donne che vivono la realtà giornaliera di una disuguaglianza di fatto, per quanto contrastata dalle leggi, dalle norme, dalle raccomandazioni ad adeguarsi alle buone prassi della parità, le quali, però, cadono spesso nel vuoto della insensibilità e nel vizio della inadempienza. Quelle donne che di volta in volta vediamo come mamme, figlie, sorelle, amiche, confidenti, disponibili, brutte, belle, virtuose, puttane, appetibili, cacciabili, fattibili... Quelle donne che, nonostante noi, hanno imparato a viverci accanto; che sanno sopportare la presenza di un compagno spesso distratto e disamorato, qualche volta perfino violento e padrone. Quelle donne che sanno vivere in silenzio l'assenza di un compagno; sorelle della solitudine, eppure sempre presenti a se stesse negli atti quotidiani della vita. Le donne che affrontano ogni giorno difficoltà e ostacoli, esami e giudizi, confronti e paragoni, dovendo tuttavia sommare alle tribolazioni personali le umiliazioni di una discriminazione diffusa di sesso e di genere. Discriminazione sempre in agguato nei luoghi di lavoro, nella vita sociale e familiare, nella politica e nelle istituzioni, tanto di più quando alla disuguaglianza di genere si aggiunge la presenza della disabilità. Un fattore già di per sé causa di discriminazione e pregiudizio, la disabilità! Moltiplica i suoi effetti negativi sulla persona nel caso si tratti di una donna a esserne portatrice. Spesso infatti, per una donna con disabilità, alla discriminazione di sesso e di genere, si somma quella dovuta alla menomazione fisica, psichica o sensoriale e per aggiungere al danno la beffa, risultano ancora troppo frequenti i pregiudizi dei maschi con disabilità verso le donne nelle loro stesse condizioni. Quali sono le proporzioni di presenza maschile e femminile negli organi dirigenti della nostra associazione e delle altre dedicate alla disabilità? Nei nostri Consigli sezionali e regionali la presenza femminile non supera, in genere, il 20, 25 per cento e abbiamo soltanto due presidenti regionali donne su ventuno. Con orgoglio dobbiamo però ricordare che le donne elette nel nostro Consiglio nazionale sono ben nove su venti e quelle presenti in Direzione sono tre su otto, con una proporzione quasi del cinquanta per cento in entrambi gli organi dirigenti associativi di livello più alto. Per quanto a nostra conoscenza, nessuna donna è presidente di una delle grandi associazioni nazionali rappresentative della disabilità e appartenenti alle due federazioni Fish e Fand. Nel Comitato Esecutivo di Fand vi è soltanto una presenza femminile su sette associazioni e anche in Fish non mi risulta una situazione molto diversa e migliore. Anche nel Forum Italiano della Disabilità, infine, la presenza femminile è ridotta a numeri minimi, sebbene ultimamente hanno trovato accoglienza e attenzione in quella sede i temi riguardanti la condizione femminile e la violenza di genere, soprattutto per impulso di European Disability Forum che ha prodotto documentazione specifica e rapporti particolareggiati per raccontare la situazione nei singoli Paesi d'Europa. L'8 marzo, dunque, al di là di festeggiamenti e celebrazioni, ci consegna ancora una volta un panorama di squilibrio e di mancata uguaglianza tra uomini e donne in ogni aspetto della vita personale, familiare, sociale. Uno squilibrio che abbiamo il dovere di colmare con atti concreti e misure efficaci. Una disuguaglianza che le donne hanno il diritto di denunciare, richiedendone il superamento qui, ora e per sempre. Facciamo in modo che la festa della donna sia onorata non soltanto l'8 di marzo, ma giorno per giorno, nella correttezza delle relazioni personali, nel rispetto dei sentimenti e del corpo di queste nostre compagne di vita e di lavoro che davvero dovrebbero rappresentare l'altra metà del cielo. Ai fiori, ai complimenti e ai cioccolatini che siamo soliti distribuire a piene mani l'8 marzo proviamo finalmente ad affiancare anche il rispetto e la dignità che si devono alle donne tutti i giorni dell'anno in uno spirito di vera uguaglianza di genere come sarebbe giusto pretendere nella civiltà del terzo millennio. Noi dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, come spesso accade, dobbiamo saper essere di stimolo e di esempio, in omaggio a quella Associazione di valori alla quale apparteniamo e che da un secolo segna in positivo la nostra storia e la nostra esistenza».
Nel mese d'aprile è la terza età protagonista dell'azione Uici per evitare l'isolamento e rinchiudere nella solitudine il cuore pulsante di una società che, invece, non può fare a meno di loro. Questo è anche il mese in cui scompare la passionaria combattente, Vanda Dignani che durante il suo mandato parlamentare aveva fatto risuonare forte la voce dell'Uici e da dirigente si è tanto battuta per la parità di genere. Il mese di maggio vede protagonista il lavoro da conquistare, da difendere e cambiare perché i ciechi e gli ipovedenti siano sempre più inclusi in un mondo che subisce trasformazioni istantanee. «Formazione, incontri, condivisione, scelte operative, sperimentazione e grande lavoro di rete sono stati gli elementi che hanno caratterizzato il successo del progetto Net in Campus» queste le parole di Linda Legname che segnano la conclusione di questa esperienza. Altro progetto che vede la sua conclusione è «C'è chi fa carriera» che ha visto l'Uici realizzare un bando per sostenere e poter far avviare nuove idee imprenditoriali. La cerimonia di premiazione si è svolta presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. A questo si aggiunga la grande attenzione per i sordociechi con la celebrazione della seconda giornata nazionale tenutasi il 27 giugno presso la sala «Zuccari» del Senato. In questo giugno straordinario c'è da segnalare un compleanno straordinario, quello della rivista Kaleidos che festeggia 20 anni di pubblicazione. Dal 1o luglio scatta l'obbligo per le auto elettriche di montare il sistema Avas per segnalare la loro presenza, questo è il risultato di una campagna voluta da Ebu a cui l'Uici ha dato un grande contributo. Siamo in autunno ed i problemi della scuola sono al centro delle iniziative dell'associazione e il suono di questa campanella, che dovrà scontare a metà anno le terribili conseguenze della pandemia, viene accolto con questa riflessione dal presidente Barbuto: Quest'anno scolastico abbiamo ottenuto un importante risultato con il raddoppio degli insegnanti distaccati presso nostre strutture con la presenza di una unità presso il Centro di Consulenza Tiflodidattica di Assisi e una presso il Centro di Caserta, per dare copertura maggiore a due aree particolarmente vaste. Sempre nell'area dei centri di consulenza, dal prossimo mese di ottobre, Federazione pro Ciechi e Biblioteca Regina Margherita potranno avvalersi di una unità supplementare per ben undici centri, grazie all'intervento finanziario dell'Irifor nazionale che ha deciso di supportare la rete esistente, in via sperimentale per questo anno scolastico. I Centri di Consulenza Tiflodidattica costituiscono oggi la vera ossatura di programmazione ed esecuzione degli interventi di supporto al processo di inclusione scolastica. Una intuizione felice ed efficace, posta in essere venticinque anni or sono, che va però consolidata e arricchita, potenziando le capacità operative dei Centri, considerato che costituiscono oggi il punto di riferimento naturale per gli operatori della Scuola e del territorio, oltre che per le famiglie. Il procedere incerto del percorso di inclusione scolastica, la drammatica condizione dei soggetti con minorazioni plurime i quali troppo spesso sono privi di risposte adeguate per efficacia e dignità, ci inducono a interrogarci sempre più frequentemente circa le strade intraprese e i risultati raggiunti. Occorrerà al più presto condividere temi, risultati e dubbi con tutto il mondo della Scuola e con le famiglie interessate per acquisire riscontri e certezze sulla strada seguita e soprattutto sugli eventuali correttivi da introdurre per assicurare a migliaia di nostri bambini, ragazzi e giovani un percorso di inclusione che offra loro davvero il meglio in termini di indipendenza, autonomia personale, mobilità, orientamento, socializzazione, materiali e strumenti di studio. Mai più libri di testo consegnati in ritardo o incompleti. Mai più alunni privati dell'insegnamento dell'alfabeto Braille o dell'uso dei caratteri ingranditi. Mai più mancanza di adeguata assistenza nel dopo scuola o carenza di strumenti didattici specifici. Mai più ragazzi con pluridisabilità confinati a una mera presenza a scuola, senza un progetto educativo-abilitativo capace di sviluppare e potenziare le loro abilità residue. Compiti impegnativi che ci chiamano a svolgere la nostra missione di tutela e di rappresentanza con rigore, competenza e serietà per dare un futuro migliore alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, consentendo loro di cogliere tutte le possibilità oggi offerte, senza demagogia e senza ipocrisia, offrendo davvero a ciascuno secondo le proprie necessità e le proprie possibilità».
Il mese di ottobre è, comunque, ricco ed intenso di attività perché oltre alla celebrazione della giornata nazionale del cane guida arriva a Roma l'assemblea dell'Ebu. Una tre giorni ricca di confronti e dibattiti e che si conclude con l'elezione a presidente dell'italiano Rodolfo Cattani. L'Invat festeggia il suo primo anno con una conferenza stampa per un resoconto dei risultati raggiunti. L'anno si chiude con l'invito alla solidarietà per un simbolico affido a distanza di quei cuccioli che, grazie al Centro Helen Keller, dovranno, una volta addestrati, accompagnare i ciechi e gli ipovedenti italiani. Siamo in conclusione di questa piccolissima storia dei 100 anni di vita dell'Uici, attraverso le pagine de Il Corriere dei Ciechi, consapevoli che tantissime altre cose avremmo potuto ancora scrivere vista la copiosità degli avvenimenti accaduti.
Grazie a tutti.