Numero 23 del 2020
Titolo: Medicina- I segnali per capire se il tuo bambino soffre di una malattia o un difetto della vista
Autore: Antonella Sparvoli
Articolo:
(da «Corriere Salute» dell'8 dicembre 2020)
Nei piccoli, strizzare gli occhi in modo eccessivo o reclinare la testa per leggere possono essere le spie di un difetto visivo. L'importante è accorgersene in tempo e fare alcune verifiche essenziali
La difficoltà di accorgersene
Sono molti i bambini che convivono con disturbi visivi. Spesso però è difficile accorgersene, soprattutto quando sono ancora molto piccoli e fanno fatica a comunicare il proprio disagio. Per fortuna alcuni segnali possono mettere i genitori in allerta, ma per non rischiare che eventuali malattie o difetti visivi passino inosservati è importante non perdere alcuni controlli essenziali, alla nascita e durante la crescita. Come si manifestano? «Strizzare o strofinare spesso gli occhi oppure avvicinarsi troppo alle cose sono segnali che spesso si considerano spia di disturbi visivi nei bambini. In realtà, in genere, non sono abbastanza significativi per far pensare a un problema oculare serio. Sono invece molto più suggestivi di possibili patologie o difetti visivi atteggiamenti viziati del capo, movimenti oculari lenti e strani oppure un disallineamento degli occhi», spiega Paolo Nucci, professore ordinario di oftalmologia all'Università degli Studi di Milano.
Strabismo o nistagmo
«In tre casi su dieci inclinazioni (anche leggere) del capo assunte dal bambino per leggere, guardare la televisione o giocare, sono il campanello d'allarme di problemi della motilità oculare, come lo strabismo o il nistagmo, ovvero un movimento oscillatorio e involontario dei bulbi oculari che può verificarsi in modo più o meno ritmico. Ancora, se guardando il bambino si ha l'impressione che i suoi occhi non siano bene allineati, si potrebbe essere in presenza di uno strabismo. Inoltre se un bimbo al secondo o al terzo mese di vita non riesce a seguire con gli occhi un oggetto che si sottrae, è sempre bene indagare per escludere problemi di ipovisione. Lo stesso suggerimento vale se gli occhi si muovono lentamente o in modo strano».
I controlli: alla nascita, a tre e sei anni
Quali sono i momenti fondamentali in cui va controllata la salute oculare? «Alla nascita, a tre e a sei anni, anche se in particolari circostanze, per esempio in presenza di familiarità per alcune patologie oculari, sono necessari controlli aggiuntivi. Alla nascita è il neonatologo stesso che fa una prima valutazione, eseguendo in particolare il test del riflesso rosso, molto importante per riconoscere subito patologie oculari rischiose per il corretto sviluppo della vista. Tra queste rientrano la cataratta e il glaucoma congeniti, tumori oculari a presentazione pediatrica come il retinoblastoma, alcune anomalie retiniche o significativi errori refrattivi (miopia, astigmatismo e ipermetropia). I tre anni sono in genere l'età giusta per fare un primo controllo della capacità visiva: anche se il bambino non sa ancora leggere, si possono usare tabelle ottotipiche con simboli anziché lettere. In pratica il test si esegue ponendo il bambino alla distanza di osservazione indicata sulla tabella, mostrandogli i singoli ottotipi a grandezze decrescenti. Questo esame serve per stabilire la capacità del bambino di discriminare due punti vicini come separati: quanto minore è la disparità che si riesce a cogliere, tanto maggiore sarà l'acuità visiva».
Antonella Sparvoli