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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Gennariello

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Numero 11-12 del 2020

Titolo: Per i più piccini

Autore: Redazionale


Articolo:
Giochiamo con le parole
Completa le parole inserendo al posto della «x» la lettera giusta. Sarà la lettera «n» o la lettera «s»?
xasso; xaso; xiero; xuvola; xido; xcatola; xave; xpesa; xoce; xoglia; xpada; axtice; caxna; xughero; xegozio; xoffitta; rixotto; caxotto; lixea; xoggiorno.
Soluzione: sasso; naso; siero; nuvola; nido; scatola; nave; spesa; noce; soglia; spada; astice; canna; sughero; negozio; soffitta; risotto; canotto; linea; soggiorno.

Parola intrusa
Trova la parolina intrusa
1) Nel dolcetto di Natale c'è la farfalla marmellata.
2) La bambola gelato di Sonia ha i capelli lunghi.
3) Lorenzo fa colazione giardinetto con latte e cacao.
4) In giardino ci sono i ghiri pappagalli che starnazzano.
5) L'albero di Iolanda è ricco di palline pomodori colorate.
Soluzione:
1) farfalla
2) gelato
3) giardinetto
4) ghiri
5) pomodori

Indovinelli
1) Ho baffi e fiuto fino e sento odor di topolino, giro sempre in 44 ma lo sai che sono il...
2) Sono da latte e mai da caffè.
3) Sono piccola e volante e ho un suono un po' ronzante, ma se voglio posso entrare nei castelli per mangiare.
Soluzione:
1) il gatto
2) la mucca
3) la mosca

Filastrocche
Una rima
Per scartare un regalo
senza sbattere sul palo,
seguite queste regole
o vi cadranno le tegole!
Alzatevi tardi tardi
non lanciate i petardi,
scendete giù dal letto
senza sbattere il nasetto,
andate in salotto,
e in quattro e quattr'otto
scartate i regali,
non usate le ali!
Che cos'è?
Com'è?
Sarete di sicuro contenti
perché siete dei portenti!
Perché a Natale,
ogni regalo vale!

Natale tutto l'anno
Se comandasse lo zampognaro
che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?
«Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d'oro e d'argento».
Se comandasse il passero
che sulla neve zampetta
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
«Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso,
tutti i doni sognati,
più uno, per buon peso».
Se comandasse il pastore
dal presepe di cartone
sai che legge farebbe
firmandola col lungo bastone?
Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino.
Sapete che cosa vi dico,
io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
accadranno facilmente.
Se ci diamo la mano
i miracoli si faranno,
e il giorno di Natale
durerà tutto l'anno.
Gianni Rodari

Zia Titti racconta...
Il Pastore
Che freddo quella notte! Le stelle bucavano il cielo come punte di diamante. Il gelo induriva la terra. Sulla collina di Betlemme tutte le luci erano spente, ma nella vallata ardevano, rossi, i nostri fuochi.
Le pecore, ammassate dentro gli stazzi, si addossavano le une sulle altre, col muso nascosto nei velli.
Noi di guardia invidiavamo le bestie che potevano difendersi così bene dal freddo. Si stava attorno ai fuochi che ci cocevano da una parte, mentre dall'altra si gelava.
Sulla mezzanotte il fuoco cominciò a crepitare come se qualcuno vi avesse gettato un fascio di pruni secchi.
Nello stazzo, le pecore si misero a tramenare. Alzavano i musi in aria, e belavano.
«Sentono il lupo» pensai. Cercai a tasto il bastone e mi alzai. I cani giravano su se stessi e uggiolavano. «Hanno paura anche loro» pensai. Intanto anche i compagni si erano levati da terra. Facemmo gruppo scrutando la campagna. Non era più freddo. Il cuore, invece di battere per la paura, sussultava quasi di gioia. Era d'inverno, e ci sentivamo allegri come se fosse stata primavera. Era di notte, e si vedeva luce come di giorno. Sembrava che l'aria fosse diventata polvere luminosa. E in quella polvere, a un tratto, prese figura una creatura così bella che ne provammo sgomento.
«Non temete» disse l'apparizione. «Io vi annunzio una grande gioia destinata a tutto il popolo. Oggi vi è nato un Salvatore, nella città di David. E questo sia per voi il segnale: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia».
Non aveva finito di parlare, che da ogni parte del cielo apparvero Angeli luminosi, e cantavano: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà». Poi tornò la notte, e noi restammo come ciechi nella valle piena di oscurità. I fuochi si erano spenti. Le pecore tacevano. I cani s'erano acciambellati per terra.
«Abbiamo sognato!» pensammo. Ma eravamo in troppi a fare lo stesso sogno. Lì vicino, sulla costa della collina, erano scavate alcune grotte, che servivano da stalla. Avevano la mangiatoia formata di terra dura. Se il Salvatore si trovava in una mangiatoia, voleva dire che era nato in una di quelle povere grotte. Infatti trovammo, come ci aveva detto l'Angelo, un Bambino fasciato, in mezzo a due animali, un bove e un asino. L'asino vi era giunto coi genitori del Bambino. Sul basto sedeva il padre, pensieroso. Presso la mangiatoia, si trovava inginocchiata la madre, in adorazione del suo nato. Guardai quel Bambino e il mio cuore s'intenerì. Sono un povero pastore, ma ogni volta che vedo un agnellino mi commuovo. E quel Bambino mi parve il più tenero, il più innocente degli agnelli. Non so dire altro. Posso solo aggiungere che non ho più provato in vita mia una dolcezza simile a quella provata dinanzi a quel Bambino.
Anche ora che ci ripenso, mi torna la tenerezza per quell'Agnello innocente e gentile. Sono un povero pastore. Perdonatemi se lo chiamo così. È per me il nome più dolce e più caro.
Piero Bargellini



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