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Gennariello

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Numero 11-12 del 2020

Titolo: Scelte da voi

Autore: Redazionale


Articolo:
La leggenda dello spirito dell'acqua
(leggenda di Natale norvegese)
Si dice che nei boschi norvegesi si aggiri una bellissima Troll (che è un essere magico che non per forza somiglia a quello di Harry Potter), vestita di bianco e con lunghi capelli biondi (ha anche una coda da mucca però, cosa che non si capisce come si associ al vestito bianco, forse ha un buco sul retro). Hulda (questo il nome della donna Troll) è uno spirito dell'acqua e sfortunatamente per lei spesso e volentieri l'acqua in Norvegia si ghiaccia e lei rimane sotto gli strati di ghiaccio. Un giorno, era Natale, un pescatore volle portare a Hulda un dolce ma trovando il lago in cui viveva lo spirito completamente ghiacciato e non volendo lasciare il dolce sulla sua superficie (poteva passare una volpe e mangiarselo, che ne sai) decise di fare un buco nel ghiaccio con il suo piccone (cosa ci facesse un pescatore con un piccone è una buona domanda).
Scava e scava però il ghiaccio era veramente durissimo e il pescatore riuscì a fare solo un buchino piccolo piccolo. Mentre si arrovellava per cercare una soluzione, dal buchino uscì una manina piccolissima e bianca che afferrò il dolce: questo allora per magia si rimpicciolì e passò dentro il buco. Da allora, ancora oggi, nel giorno di Natale è usanza portare allo spirito dell'acqua dei dolcetti molto piccoli, in modo che possano passare attraverso qualsiasi buco nel ghiaccio.

Babushka
(Leggenda di Natale russa)
Anche in Russia c'è una Befana, o una «Donna del Natale», come la chiamano i bambini. C'era una volta una signora che si chiamava Babushka, che era una grande massaia e aveva la casa più bella e pulita del circondario: passava il suo tempo a strofinare, pulire e spolverare qualsiasi cosa e quando non puliva e spolverava cucinava pietanze deliziose in grande quantità. La verità però era che Babushka era così presa da tutte le sue faccende domestiche perché cercava di non pensare a un grande dolore: aveva perso infatti da poco il suo unico figlio piccolo e la cosa la rendeva così triste ma così triste... che non si può dire quanto. Vi dico solo che aveva messo in un cesto tutti i regali del suo bambino e non aveva voluto vederli più, tant'è che erano l'unica cosa piena di polvere in quella casa. Una notte, mentre lei come al solito puliva e puliva, vennero a bussare alla sua porta alcuni pastori infreddoliti. Babushka era una brava persona e quando questi le chiesero un tetto sopra la testa e qualcosa da mangiare lei aprì la porta e li aiutò in tutto quello che poteva, chiedendo contemporaneamente «ma che ci fate fuori con questo freddo terribile? Siete matti?». I pastori le risposero che stavano seguendo una stella, una stella che indicava il luogo in cui era nato un bambino molto speciale, re del cielo e della terra e che se voleva sarebbe potuta andare con loro. Babushka rispose di sì ma in realtà era un po' dubbiosa: un altro bambino? E se vederlo avesse risvegliato in lei quel dolore che cercava di sopire? Passò quindi un giorno a pulire tutta la casa di nuovo. Passarono altri pastori che la invitarono a unirsi a loro e lei continuò a rispondere che li avrebbe seguiti ma poi trascorreva un altro giorno a pulire la casa e non partiva mai.
Finalmente al terzo giorno decise di portare un regalo a questo bambino, andò al cesto dei giocattoli, li pulì tutti e partì alla volta della stalla... troppo tardi! Quando arrivò infatti Maria e Giuseppe se n'erano andati e Babushka, che era carica di giocattoli, rimase lì un attimo indecisa sul da farsi... finché non ebbe un'idea: avrebbe continuato a cercare questo bambino divino e a ogni bambino che avesse incontrato sulla sua strada avrebbe lasciato un giocattolo così, tanto per non sbagliare.

La Leggenda del Vischio
C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva più' nessun amico. Per tutta la vita era stato avido e avaro, aveva sempre anteposto il guadagno all'amicizia e ai rapporti umani. L'andamento dei suoi affari era l'unica cosa che gli importava. Di notte dormiva pochissimo, spesso si alzava e andava a contare il denaro che teneva in casa, nascosto in una cassapanca. Per avere sempre più soldi, a volte si comportava in modo disonesto e approfittava della ingenuità di alcune persone. Ma tanto a lui non importava, perché non andava mai oltre le apparenze. Non voleva conoscere quelli con i quali faceva affari. Non gli interessavano le loro storie e i loro problemi. E per questo motivo nessuno gli voleva bene. Una notte di dicembre, ormai vicino a Natale, il vecchio mercante non riusciva a dormire e dopo aver fatto i conti dei guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata.
Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti. Pensò che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosì perché non aveva ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini. A un certo punto cominciò a sentire qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. L'uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì. Per tutta la notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d'amore. Venne a sapere che alcuni vicini erano molto poveri e che sfamavano a fatica i figli; che altre persone soffrivano la solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un amore di gioventù.
Pentito per non aver mai capito che cosa si nascondeva dietro alle persone che vedeva tutti i giorni, l'uomo cominciò a piangere. Pianse così tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale si era appoggiato. E le lacrime non sparirono al mattino, ma continuarono a splendere come perle. Era nato il vischio.




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