Numero 11 del 2020
Titolo: STORIE DI VITA- La relazionalità delle persone sorde
Autore: a cura di Daniela Bucci e Stefano Borgato
Articolo:
A tutt'oggi la relazionalità e la sessualità delle persone sorde sono condizionate da problemi di comunicazione. Sono però le stesse persone con disabilità a vivere diversamente quelle difficoltà
Riflettendo oggi, con un bel po' di esperienza in più, sul rapporto che ho vissuto con la mia femminilità e con la sessualità, lo ritengo abbastanza controverso. Credo infatti che per una donna sorda come me il problema principale stia nella difficoltà di comunicare e nei possibili fraintendimenti che da questo possono derivare.
Avevo vent'anni e non sentivo bene ciò che dicevano gli altri. Quindi, non capendo e non comunicando, puntavo molto sul contatto fisico, dimostrando spesso di essere ben più disponibile all'approccio di quanto non lo sarei stata realmente. Oppure mi presentavo con un atteggiamento malinconico, talvolta lamentoso, per essere avvicinata e farmi considerare di più dagli altri.
Pure quando è iniziata una bella relazione con una persona con disabilità motoria, un rapporto più stabile che dura a tutt'oggi, anche lui aveva problemi di comprensione nei miei confronti, che si sono risolti solo quando ha capito quanto fosse per me importante il contatto fisico.
Non credo quindi di essere stata discriminata per la mia sordità in sé, semmai per una mia certa immaturità, per un approccio sbagliato, dovuto sempre a problemi di comunicazione.
Quanti rapporti fallimentari, quante storie d'amore andate male! Mi sentivo in difficoltà, non capivo se ero accettata, e chiedevo ovunque amore. Qualcuno, però, interpretava quel mio comportamento solo con il fatto di essere disponibile e arrivava perfino ad abusarne.
L'ho riscontrato anche in altre donne sorde: non sai bene come chiedere attenzione, affetto e quindi ne chiedi più di quanto tu stessa vorresti. Fai molto più di quello che sarebbe necessario. Ti senti limitata nella comunicazione e non comprendi se puoi piacere o non piacere. E così ti trovi di fronte a qualcuno che nemmeno lui capisce bene se cerchi un'amicizia, se ti piace o se stai tentando un approccio vero e proprio.
Ovvio che l'amore e la sessualità hanno mille sfaccettature, però con la sordità il problema della comunicazione è certamente fondamentale.
È cambiato qualcosa, oggi, rispetto a chi è nato dieci o vent'anni dopo di me?
In generale mi sembra che le persone con disabilità, e soprattutto le donne, abbiano un rapporto più sereno con il proprio corpo e anche nel vivere le relazioni con gli altri e la stessa sessualità.
Vedo donne con disabilità che non sentono affatto il bisogno di piacere a tutti i costi, come poteva capitare a me. Non so se questo sia dovuto ad una maggiore maturità dei loro genitori, delle loro famiglie, ma in ogni caso c'è un approccio decisamente diverso da quello della mia generazione, fatta di giovani degli anni '80 ancora chiusi all'angolo dai propri blocchi mentali.
Mi viene in mente, ad esempio, Viktoria Modesta, quella popstar cresciuta con una gamba più corta dell'altra, una situazione che non finiva di crearle problemi. Ha fatto una scelta estrema, decidendo di farsela amputare, ma ora, quando la vedi, pensi solo alla sua bellezza di donna e non certo all'arto mancante.
Per carità, magari è un esempio poco calzante, perché un personaggio pubblico non fa testo, però sono atteggiamenti che ho notato anche, nello studio e poi nel lavoro, con le mie colleghe disabili più giovani: un approccio più lucido, rispetto alla propria condizione, addirittura competitivo.
Se poi penso specificamente alle donne sorde e a come vivono oggi la loro socialità, credo che il problema principale sia sempre lo stesso che ho vissuto io, ossia quello di una comunicazione complicata o del tutto mancante. Ed è un problema che prima o poi devi affrontare, alternative non ne hai. Sono però le persone ad aver cambiato il loro comportamento di fronte a quelle difficoltà. E anche se gli ostacoli restano, e in certi casi continuano a sembrare muri insormontabili, credo che nella testa di molte donne qualcosa sia effettivamente cambiato.