Numero 21 del 2020
Titolo: Medicina- Diabete, il diritto all'assistenza durante la pandemia
Autore: Elena Meli
Articolo:
(da «Corriere salute» del 10 novembre 2020)
Aggiornato il Manifesto dei diritti e doveri della persona con diabete tenendo conto dell'emergenza Covid-19, per evitare l'inerzia clinica e garantire continuità di cura
Le persone con diabete sono più a rischio, se contraggono Sars-Cov-2: è emerso chiaramente in questi mesi e così la Giornata mondiale del diabete del 14 novembre diventa un momento per fare il punto sulle necessità assistenziali dei pazienti, messi a dura prova dall'emergenza. Anche per questo Diabete Italia ha appena aggiunto al Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete due nuovi articoli per puntualizzare ciò che oggi più che mai serve garantire a tutti i malati.
Inerzia clinica e assistenza
Serve, per esempio, impegnarsi a non scivolare nell'inerzia clinica: il diabete è una patologia progressiva, ma troppo spesso non si segue il suo corso modificando le terapie per renderle più efficaci. La paura degli effetti collaterali e della complessità delle cure, limitazioni strutturali del Sistema sanitario o anche lo scarso tempo a disposizione per i colloqui medico-paziente sono alcuni dei fattori responsabili dell'inerzia, che purtroppo comporta un peggioramento del controllo del diabete con tutte le complicanze che ne possono derivare. Questa indolenza nell'adattare le cure alla condizione del paziente diventa ancora più probabile in una situazione di emergenza come quella attuale; per questo nel Manifesto si è dedicata un'intera nuova sezione a sottolineare come sia indispensabile assicurare ai pazienti un'assistenza e un medico di riferimento, scorte adeguate di farmaci, la proroga dei piani terapeutici e percorsi dedicati, ma anche strategie di riduzione del rischio di contagio come permessi retribuiti, lavoro a distanza o inidoneità temporanea.
Controlli a distanza
«Le persone con diabete hanno bisogno di un attento controllo periodico per la gestione della malattia e per l'adozione della terapia più appropriata» osserva Agostino Consoli, presidente eletto della Società italiana di diabetologia. «La riduzione delle visite specialistiche, delle attività ambulatoriali di routine, degli esami di controllo che si è verificata durante questi mesi di pandemia potrebbe essere causa di sospensioni più o meno prolungate delle terapie, con conseguenze negative sul controllo della malattia e sul rischio di complicazioni, rendendo così le persone con diabete più vulnerabili anche alle conseguenze indirette di Covid-19». Per questo è fondamentale chiedere un'assistenza adeguata, come aggiunge Paolo Di Bartolo, presidente Associazione medici diabetologi: «Alcuni pazienti possono ricevere un tipo di prestazione differente dalla visita in ambulatorio, come la televisita, ma questa modalità è difficile da attuare con tutti, per esempio con gli anziani che in Italia rappresentano circa il 50 per cento di tutte le persone affette da diabete. È quindi necessario identificare chi ha bisogno della visita in presenza di diabetologia e chi invece può essere raggiunto da remoto per evitare sovraffollamenti negli ambulatori, razionalizzando quindi il percorso di accesso in base alle effettive necessità assistenziali».
Elena Meli