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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 43 del 2020

Titolo: Catania, Ardizzone Gioeni: «L'Istituto catanese è dei ciechi»

Autore: Redazionale


Articolo:
(su «Press-in» n. 2423 da «Lasicilia.it» del 30 ottobre 2020)
Una lettera aperta è stata indirizzata da ciechi e ipovedenti cresciuti nell'Istituto Ardizzone Gioeni di Catania al Commissario dell'Ipab Giampiero Panvini, nel timore che uno dei suoi ultimi atti amministrativi «abbia il fine di affittare tutta la struttura a scuole per vedenti e altre istituzioni». Nel documento si ribadisce sostanzialmente che l'Istituto è dei disabili visivi, oltre tremila e trecento solo nella Città metropolitana di Catania e dodicimila in Sicilia orientale. Tra i ventisette primi firmatari della lettera aperta, il presidente nazionale dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Mario Barbuto e il direttore generale Salvatore Romano, ma anche personalità come Alfio Pulvirenti, docente specializzato in Riabilitazione cardiologica a Roma, e i presidenti Uici di Enna, Santino Di Gregorio, Messina, Francesco Joppolo e Caltanissetta, Alessandro Mosca.
«Anch'io» ha spiegato quest'ultimo, «pur essendo di San Cataldo, nel Nisseno, sono cresciuto nell'Istituto Ardizzone Gioeni, al quale, come tanti ciechi e ipovedenti siciliani, devo la mia istruzione, la mia formazione. Con questa lettera aperta al Commissario dell'Ospizio dei ciechi, com'è chiamato a Catania, vogliamo lanciare un appello alla Società civile perché s'interroghi sulla destinazione, sull'uso di questo bene lasciatoci da un filantropo e che ora rischia di finire in affitto a scuole per vedenti».
«Senza l'Ardizzone Gioeni» ha aggiunto Mosca «non ci sarebbero stati tanti avvocati, insegnanti, bancari, impiegati di concetto, fisioterapisti, centralinisti, operai specializzati non vedenti e ipovedenti. Noi vogliamo che i disabili visivi abbiano ancora queste opportunità».
Domani, intanto, alle nove nel cortile dell'Istituto, in via Etnea 595 a Catania, attueranno una protesta i tre ospiti della struttura che dovranno essere allontanati perché, come scritto su un recente provvedimento, l'Ardizzone Gioeni «non risulta idoneo per non vedenti-ipovedenti».
Nella lettera aperta si fa riferimento sia alla decisione di allontanare i disabili visivi, sia a quella di «negare il semiconvitto a un cieco che abita in provincia e deve studiare a Catania» e di «tergiversare nell'assegnare spazi all'Uici di Catania per fornire servizi ai ciechi».
«Non si può» sottolineano i firmatari, «soprattutto, se nel frattempo si è firmata una convenzione con l'Ersu per ospitare studenti universitari vedenti e se si offrono i locali della struttura per manifestazioni come il Book Festival, ignorando la nostra magnifica biblioteca braille, o addirittura per il Festival della Birra».
Il documento, nel quale si sottolinea come, da Statuto, l'Ardizzone Gioeni deve perseguire prima di tutto «educazione, istruzione, formazione professionale, riabilitazione, ricerca e assistenza di ciechi e ipovedenti» si conclude con un invito al Commissario affinché ricordi che Tommaso Ardizzone Gioeni e i tanti altri filantropi i quali hanno lasciato i loro beni all'Ospizio, «sognavano un'istituzione benefica che fornisse ai disabili visivi gli strumenti per vivere una vita dignitosa con pari opportunità e occasioni rispetto ai vedenti».



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