Numero 20 del 2020
Titolo: Le nuove eroine delle Serie tv
Autore: Elisabetta Colangelo
Articolo:
(da «Donna moderna» n. 45 del 2020)
Non più solo belle, giovani, privilegiate. Le protagoniste dei telefilm più cool del piccolo schermo raccontano una femminilità moderna, aderente alla realtà. Dalla nera curvy dell'horror «Lovecraft Country» alle mamme lesbiche di «We are who we are»
Sana, la liceale protagonista del fenomeno Skam (su Netflix e TimVision) indossa l'hijab. Le nuove eroine di The Walking Dead: World Beyond (Amazon Prime Video), l'ultimo spin off della saga zombie più celebre nel mondo, sono 2 ragazzine afro. La serie evento di Luca Guadagnino We are who we are, appena sbarcata su Sky, ritrae una famiglia con 2 mamme lesbiche.
Scardinano convenzioni e danno spazio alla diversità.
C'è una rivoluzione in atto nella serialità tv: le nuove protagoniste hanno cominciato a raccontarci un'altra femminilità, più moderna e aderente alla realtà. Grasse, nere, lesbiche, transgender, insofferenti ai limiti sociali, perfino vecchie (l'ultimo tabù), scardinano le convenzioni a cui noi donne siamo state abituate per aprire uno spazio alla diversità. «Una serie tv non è mai solo intrattenimento, ma un dialogo con i temi dell'attualità. Oggi se ne producono sempre di più, e questo ha reso possibile una maggiore varietà di personaggi femminili, che comincia a rappresentare anche le voci finora marginalizzate» spiega Marina Pierri, direttrice artistica di Fest - Il Festival delle serie tv e autrice di «Eroine. Come i personaggi delle serie tv possono aiutarci a fiorire» (Tlön). «Il modello non è più soltanto la donna bianca, bellissima e privilegiata alla Carrie di Sex and the City. Possiamo innamorarci anche di Sister Night, la supereroina dalla pelle nera di Watchmen che veste l'abito da suora. Oppure della cinica e disincantata barista londinese protagonista di Fleabag».
Vanno alla ricerca di una vita che risponda ai loro bisogni.
L'attrice Kim Cattrall, che in Sex and the City interpretava Samantha, raccontava di essere stata costretta a perdere parecchi chili per avere il ruolo. Oggi l'esibizione di un corpo seducente non è più imprescindibile. Per esempio, l'attesissimo horror Lovecraft Country, ambientato nell'America ultrarazzista degli anni 50 e in arrivo su Sky, ci mostrerà un'eroina nera e decisamente curvy che combatte contro i mostri. Una donna dal «corpo non conforme» finora pochissimo rappresentato. Su Netflix torneranno per l'ultima stagione le 2 protagoniste ultrasettantenni di Grace and Frankie interpretate dalle resilienti Jane Fonda e Lily Tomlin. «Raramente la serialità tv ci aveva mostrato donne over 40. È come se dopo una certa età smettessimo di esistere, mentre raccontare che durante la vecchiaia la vita continua e può essere piena di bellezza ha un'importanza enorme» osserva Pierri. Anche quando le storie seguono tracciati più consueti, il cambiamento resta palpabile. Netflix ha appena proposto Rebecca, remake del celebre film di Hitchcock con Lily James nei panni della ragazza povera che sposa il ricco vedovo. La prossima stagione di The Crown (dal 15 novembre) ci restituirà la figura iconica di Lady Diana, interpretata da Emma Corrin. A dicembre arriva su Sky The Undoing, in cui Nicole Kidman è una professionista dell'upper class newyorkese tradita dal marito che deve ripensare la sua vita. «Le eroine ribelli hanno sempre fatto parte del racconto televisivo, oggi però le riscopriamo maggiormente vulnerabili e soprattutto alla ricerca di una vita davvero confacente ai loro bisogni reali» fa notare Pierri.
Hanno un'estetica a misura di ogni tipo di corpo.
Mancano ancora le storie dedicate alle donne con disabilità, ma è vero anche che l'immaginario relativo allo stile, importantissimo nella definizione dei personaggi femminili, si è avviato nella direzione di una nuova cultura della diversità. «Vent'anni fa telefilm diventati cult come Dawson Creek o Gossip Girl ci proponevano la ragazzina maliziosa in jeans e top, oggi la protagonista di Stranger Things ha la testa rasata e indossa perennemente la tuta» sottolinea la fashion influencer Alessandra Airò. «L'iperfemminilità di Samantha, strizzata nei tubini di Sex and the City, ha lasciato il posto a un'estetica meno convenzionale, più moderna e a misura di ogni tipo di corpo». L'evoluzione del sistema moda sicuramente ci ha fatto compiere dei passi in questo senso. «Se certe serie hanno costruito il proprio successo su brand diventati iconici, come per esempio Manolo Blahnik, firma delle scarpe tanto amate da Carrie Bradshaw, il tipo di eleganza che viene proposta attualmente è meno appariscente, no logo, contaminato dallo street wear». Una fotografia molto più reale della donna contemporanea, che ha meno da dimostrare e che si sente bene indossando quello che vuole.
Elisabetta Colangelo