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Corriere dei Ciechi

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Numero 10 del 2020

Titolo: ATTUALITÀ- Scelgo Io

Autore: Riccardo Russo e Margherita Bigazzi


Articolo:
Soggiorno estivo I.Ri.Fo.R. Umbria

Nel periodo compreso tra il 21 e il 28 agosto 2020 l'I.Ri.Fo.R. Consiglio Regionale Umbro ha organizzato un soggiorno estivo per adolescenti con disabilità visiva di età compresa tra i 15 e i 22 anni.
Le attività hanno avuto luogo presso il "Museo Civico di arte contemporanea Palazzo della Penna", nel centro storico di Perugia, e noi ragazzi, affiancati da competenti e qualificati educatori, abbiamo vissuto otto giorni all'insegna delle emozioni e della condivisione reciproca, ovviamente nel pieno rispetto delle normative di contenimento della diffusione del COVID-19. Emblematico il luogo di ritrovo presso il laboratorio d'analisi, dove noi e tutto lo staff siamo stati sottoposti ai test per verificare la negatività al virus.
Durante il soggiorno sono stati affrontati due principali ambiti tematici: l'educazione all'affettività e alla sessualità e l'orientamento e mobilità e l'autonomia personale.
La Psicologa Psicoterapeuta e Sessuologa Sibilla Giangreco ci ha proposto laboratori quotidiani molto stimolanti, mirati all'aumento della consapevolezza del nostro corpo e delle nostre emozioni con l'obiettivo di instaurare una relazione serena con noi stessi e una proficua interazione con gli altri.
Particolare importanza è stata riservata anche al tema dell'autonomia personale e dell'orientamento e mobilità, grazie alla presenza dell'istruttore e addestratore di cani guida Simone Venza e degli operatori specializzati. Ognuno di noi, partendo dal proprio livello di apprendimento e tenendo conto del diverso grado di disabilità visiva, è stato accompagnato al raggiungimento degli obiettivi specifici che si era prefissato.
Grande attenzione è stata posta alla gestione del "guardaroba" fornendo dei suggerimenti per abbinare gli indumenti secondo il gusto personale e cercando di suscitare in noi degli stimoli per valorizzare la nostra immagine esteriore.
L'insegnamento delle tecniche di utilizzo del bastone bianco nei diversi contesti è stato il filo conduttore dell'esperienza: quotidiana è stata l'opportunità di sperimentarlo, negli spostamenti, nelle frequenti uscite didattiche, nelle occasioni di socializzazione e di divertimento. Ci siamo potuti immergere in una realtà urbana molto stimolante, esplorandone la complessità, avvalendoci anche dei mezzi pubblici, lavorando così intensamente affinché potessimo sviluppare serenità e senso d'indipendenza negli spostamenti, con l'obiettivo di favorire le stesse possibilità di svago e di arricchimento anche al termine del soggiorno estivo con i nostri coetanei.
Abbiamo dedicato energia anche alle attività sportive cimentandoci con il rafting sul fiume Nera e con l'atletica leggera; assieme all'associazione "Real eye" e il campione paraolimpico Daniele Cassioli, abbiamo passato una mattinata presso lo Stadio Santa Giuliana di Perugia e un pomeriggio al lago Trasimeno dove sono state svolte attività acquatiche.
Dobbiamo ammettere che abbiamo manifestato emozioni contrastanti: la gioia e l'adrenalina di assaggiare l'autonomia, ma anche l'inquietudine causata dal senso di inadeguatezza. Tutti abbiamo potuto riscontrare una sorprendente maturazione e un ampliamento dei nostri orizzonti. Per molti il campo estivo è stato prezioso per accrescere l'autostima e per accantonare convinzioni passate su noi stessi e sulla relazione con gli altri. Il soggiorno estivo ci ha visto affrontare grandi ostacoli, sia per noi stessi che per aiutare gli altri: per tutti è stata un'avventura avvincente che spalanca molte porte per il futuro.
Francesca Sbianchi, Presidente regionale dell'I.Ri.Fo.R. Umbria e Coordinatrice del progetto ha affermato: "La scelta di organizzare il soggiorno estivo ha richiesto, rispetto agli anni precedenti, un impegno maggiore da parte di tutti gli attori coinvolti che, oltre alla già delicata progettazione e gestione dell'intera attività, si sono dovuti far carico di ulteriori complessi aspetti legati alla salvaguardia della salute dei partecipanti e al contenimento del contagio da Covid-19. Il C.d.A. ha lavorato alacremente per la strutturazione di procedure di protezione della salute dei ragazzi e dello staff impiegato nel soggiorno estivo, assicurandosi che le misure per contenere il virus venissero rispettate durante l'intera iniziativa e per ottenere le necessarie autorizzazioni dall'Azienda Sanitaria Locale e dall'Amministrazione Comunale".
Francesca aggiunge: "Il titolo "Scelgo io" è caratterizzante del senso profondo che ha animato la progettazione e la realizzazione del soggiorno: fornire ai ragazzi strumenti per acquisire consapevolezza e capacità di scegliere per essere protagonisti della propria vita.
Nel campo abbiamo offerto ai partecipanti "spazi protetti" per esercitare aree di autonomia e libertà, nel rispetto delle differenze di ognuno, cercando di creare senso di responsabilità e di appartenenza al gruppo.
Le emozioni, l'affettività e la sessualità sono aspetti che influenzano fortemente la capacità di interagire dell'individuo con gli altri. La nostra Associazione ha il dovere morale e sostanziale di fornire sostegno, abbattendo quelle barriere che appaiono complesse. Abbiamo "osato" rompere il tabù della sessualità legata alla disabilità, affrontando temi che afferiscono all'intimità di ognuno, con leggerezza, in un contesto non giudicante, avvalendoci di esperti qualificati. Ancora di più in assenza della vista, è necessario accompagnare i ragazzi, con "strumenti formativi" adeguati alle loro esigenze specifiche, nella scoperta di un mondo di cui non devono essere privati. La libertà di scegliere esercitata dai ragazzi per decidere quali aree di autonomia implementare, dove mangiare, come organizzare la serata, unita ai temi legati all'affettività e alla sessualità, ha sicuramente richiesto allo staff doti di flessibilità, prontezza e spirito di sacrificio per accompagnare i nostri ragazzi in questa esperienza... solo professionisti di indiscusso valore che condividevano fino in fondo gli obiettivi progettuali hanno reso possibile l'ottima riuscita del campo".
Dalle parole di Francesca Sbianchi potrete riconoscere la passione e la partecipazione con cui si dedica alla causa: "Al di là delle doverose dichiarazioni inerenti al ruolo istituzionale che ricopro, ciò che rimarrà impresso in me è lo spirito di profonda condivisione che ha caratterizzato il nostro soggiorno, perché il coinvolgimento di tutti, partecipanti e staff, pur consapevoli dei rispettivi ruoli, è stato massimo, non ci siamo mai risparmiati ed abbiamo affrontato uniti i momenti complicati e quelli belli. Per me è difficile esprimere in parole queste emozioni che forse posso provare a rendere con due "immagini": l'acquazzone estivo, trenta gradi, la pioggia gelata addosso, di ombrelli nemmeno l'ombra, un fiume d'acqua che scorreva nella strada frapponendosi tra noi e l'Hotel Astor. Le piacevoli passeggiate sotto le stelle, rientrando in albergo dopo le serate trascorse nei locali, le risa, le chiacchiere, le confidenze, i discorsi seri su come affrontare le nostre piccole grandi sfide... forse ci sentivamo più adolescenti noi di loro. Il mio auspicio è che i ragazzi possano riconoscere in noi compagni di viaggio pronti a sostenerli, se loro vorranno, nel raggiungere le mete che si prefisseranno".
È stato possibile realizzare "Scelgo io" grazie al cofinanziamento della Sede Nazionale I.Ri.Fo.R., alla quale va il più sentito ringraziamento. Carmelo Gurrieri, Direttore Scientifico dell'Ente, spende parole d'elogio per il Campo e ne sottolinea la valenza educativa: "Credo che i soggiorni abilitativi e riabilitativi siano fra le iniziative più importanti che l'I.Ri.Fo.R. realizza perché ci permettono di accompagnare bambini e ragazzi non vedenti, ipovedenti e con minorazioni aggiuntive nel loro percorso di crescita verso l'autonomia e per la valorizzazione della propria dignità personale come uomini e donne realizzate e perché no felici. In questo contesto dove tutte le iniziative sparse su tutto il territorio nazionale si distinguono per passione e professionalità, il Campus "Scelgo io" si distingue per due ragioni. Anzitutto si tratta della prima iniziativa sul territorio dedicata agli adolescenti; aspetto che permetterà certamente all'I.Ri.Fo.R. Umbria di proseguire nel lungo cammino dell'educazione già cominciato da tempo coi soggiorni dedicati ai bambini. In secondo luogo sono le tematiche trattate e il metodo utilizzato a caratterizzare fortemente questa esperienza. L'affettività, le emozioni e la sessualità sono argomenti delicati da affrontare e troppo stesso taciuti in famiglia, ancor di più in caso di figlio cieco o ipovedente; il soggiorno in questo senso ha rappresentato un'occasione preziosa per tutti i partecipanti, un'opportunità per conoscere e conoscersi, un trampolino verso la consapevolezza dei propri limiti ma anche e soprattutto dei propri talenti. Tuttavia se alla vera conoscenza di sé non segue una spinta, un cambiamento, la consapevolezza rischia di rimanere uno zaino vuoto, inutile in un lungo viaggio. Ecco perché il metodo utilizzato durante il soggiorno assume particolare importanza; permettere ai ragazzi e alle ragazze di scegliere liberamente in alcuni momenti prestabiliti del soggiorno cosa fare e come farlo, dove andare a cenare e come spostarsi, solo per fare un esempio, significa rendere reale e concreta quella consapevolezza partendo dalle piccole grandi cose della quotidianità e trasformarla in autonomia. Si tratta di piccoli semi e naturalmente non tutto può essere fatto in otto giorni ma con una cura costante credo che quei semi potranno essere alberi robusti un giorno. Pertanto il mio augurio è che tutti i ragazzi possano circondarsi di buoni amici, di bravi maestri e di tanti fratelli maggiori ma che alla fine siano loro a scegliere liberamente la loro strada".
Sibilla Giangreco, Sessuologa e Psicologa, offre una testimonianza rispetto al pionieristico metodo sperimentale ideato in collaborazione con l'I.Ri.Fo.R. Umbria: "Il Campo "Scelgo io" è un laboratorio di esperienze unico nel suo genere. I partecipanti hanno avuto la possibilità di fruire dell'esperienza relazionale guidati da tecniche "bottom-up". Tale approccio crede fortemente nell'esperienza come base per costruire un sapere incarnato nel "fare insieme". Dal "fare" del laboratorio emotivo si passa al narrare. Il sapersi raccontare è la base della nostra autobiografia, narrarsi e condividere i punti di vista su esperienze comuni amplifica sia l'empatia che la capacità di leggere le proprie emozioni. Infine giunge il momento esplicativo, il gruppo si focalizza sui temi reinterpretandoli con la guida dell'esperto. Queste chiavi concettuali e metodologiche sono la ricetta di un progetto che esplora il tema della sessualità partendo dal corpo come veicolo di emozioni e sensazioni, dalle concettualizzazioni condivise sul tema dei valori e delle relazioni umane, per tornare al corpo soggetto di un piacere consapevole e adeguatamente agganciato al proprio desiderio. Divenire agenti consapevoli del proprio piacere e della propria maturità sessuale diventa un obiettivo trasversale e costruttivo, non un punto di arrivo, ma un punto da cui ripartire per rilanciare la propria crescita personale".
Simone Venza, istruttore di orientamento e mobilità traccia un bilancio positivo dell'esperienza: "Ho trovato un gruppo di ragazzi volenterosi, compatti e solidali tra loro, il clima di leggerezza e di cooperazione mi ha avvantaggiato nel lavoro. È stata un'idea azzeccata ambientare il soggiorno in città, i ragazzi hanno subito potuto mettere in pratica le tecniche e le strategie apprese ed io ho potuto valutare anche la loro capacità di fruire gli spazi urbani. L'accettazione del bastone come ausilio essenziale per l'autonomia e non come un marchio ghettizzante è il fondamento per un suo corretto utilizzo e per la costruzione di solide abilità, anche nell'ottica di ottenere un cane guida, che comunque costituisce un impegno notevole che richiede senso di responsabilità. Ai ragazzi raccomando sempre di osare per progredire gradualmente, facendo trasparire un'immagine limpida, senza nascondere la disabilità, ma mostrandosi fieri per l'autonomia conquistata".
Parisella Santificetur, educatrice tiflodidattica, parla della necessità di organizzare un'iniziativa del genere: "È fondamentale per i ragazzi interagire in ambiti diversi dai contesti di riferimento: ciò ha aiutato tutti, operatori compresi, a far sorgere la consapevolezza delle criticità, ma anche delle risorse da potenziare. Sarebbe stato più semplice immaginare un campo in una struttura agrituristica, ma molto più formativo è stato svolgerlo in città, tenendo presenti le difficoltà legate anche all'emergenza sanitaria in corso, tale contesto ha incentivato i ragazzi a perseguire l'autonomia".
L'educatrice parla inoltre dell'importanza di condividere aree di esperienze: "Poter lavorare insieme a professionisti che provengono da ambiti diversi, come Simone Venza per le tecniche di orientamento e mobilità presentate ai partecipanti, e Sibilla Giangreco, per le modalità d'interazione con tematiche legate all'affettività e alla sessualità e la disabilità, mi hanno permesso di ampliare le conoscenze e poter acquisire nuove competenze".
Donatella Sardi, altra educatrice tiflodidattica, esprime la sua opinione in merito all'esperienze, e sottolinea, oltre all'importanza dell'iniziativa, il valore della creazione di un gruppo quanto più unito: "I soggiorni estivi sono per me sempre ricchi di emozioni e scoperte, dove gli obiettivi iniziali subiscono inevitabilmente delle modifiche, e si accrescono di contenuti nuovi. Quest'anno il campus è stato rivolto agli adolescenti con progetti finalizzati all'autonomia personale e alla socializzazione (uscite in centro con utilizzo di mezzi pubblici, attività di rafting, tecniche di mindfulness per scoprire se stessi ecc.). Gli stimoli sono stati tanti e gli "imprevisti" hanno fatto emergere nuovi obiettivi. Tutti si sono messi in gioco, rivelando una voglia di autonomia a 360 gradi, partecipando alle attività proposte senza tirarsi indietro. Si è creato un gruppo affiatato dove c'era coesione, aiuto reciproco, voglia di conoscersi e stare insieme. Una grande voglia di crescere nella consapevolezza che per sentirsi autonomi e indipendenti bisogna aprirsi alle esperienze offerte e mettersi in gioco".
Si può a questo punto volgere alla conclusione del nostro articolo, e dire che questo Campo è stata un'esperienza bellissima, che ogni singolo partecipante vorrebbe assolutamente ripetere.
Riccardo Russo e Margherita Bigazzi, lo staff e il C.d.A. Irifor Umbria
Staff dell'Irifor Consiglio regionale Umbro impegnato in Scelgo io:
Coordinatrice Campo Estivo: Francesca Sbianchi
Giangreco Sibilla
Loda Frida
Ngene Ndjana Dominique
Riverà Paolo
Romani Fabiana
Santificetur Parisella
Sardi Donatella
Venza Simone



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