Numero 17 del 2020
Titolo: Medicina- Covid, gli effetti si vedono anche sui denti: aumentano i casi di bruxismo
Autore: Marta Musso
Articolo:
(da «Repubblica Salute» del 16 settembre 2020)
È una condizione in cui involontariamente si stringono con forza le mascelle. Risultato di lunghe giornate passate dentro casa, con elevatissimi livelli di stress e ansia
È una conseguenza del coronavirus e più precisamente del lockdown. O meglio ancora dello stress causato dall'isolamento sociale. Ma è chiaro che il fenomeno è piuttosto diffuso, tanto da far aumentare il numero di visite dal dentista. E non perché durante la quarantena abbiamo mangiato troppi dolci o ci siamo lavati poco i denti. Bensì perché molti di noi hanno riportato problematiche come l'usura dei denti e indolenzimento dei muscoli delle guance. Due sintomi riconducibili al bruxismo, disturbo in cui involontariamente si digrignano e sfregano i denti, stringendo con forza le mascelle. Tra le cause di questo disturbo ci sono sicuramente quelle di origine psicologica, come lo stress e l'ansia. Emozioni onnipresenti in molti di noi durante tutto il periodo del lockdown.
Il bruxismo
Il bruxismo è un disturbo piuttosto frequente caratterizzato dall'involontaria contrazione dei muscoli masticatori. Le persone che ne soffrono, infatti, serrano e sfregano i denti, stringendo le mascelle con una forza tale da generare dolori alle articolazioni temporo-mandibolari, collo e spalle, mal di testa, usura e frattura dei denti e ipersensibilità agli alimenti molto caldi o molto freddi. Sebbene i fattori di rischio siano molteplici, come l'abuso di alcol, droghe e fumo, il bruxismo viene generato anche da problematiche psicologiche. «Le cause del bruxismo non sono del tutto chiare» spiega Virginio Bobba, segretario culturale dell'Associazione Nazionale Dentisti Italiani (Andi). «Inizialmente si pensava che il disturbo fosse legato a problemi di malocclusione, ossia quando i denti dell'arcata superiore non sono perfettamente allineati con i denti dell'arcata inferiore». Negli ultimi decenni, continua l'esperto, questa teoria si è indebolita lasciando spazio a interpretazioni non odontoiatriche, bensì legate alla vita frenetica, ansia, stress, depressione e ostilità. «Il bruxismo è quindi interpretabile come una risposta involontaria attivata dal sistema neuromuscolare alla tensione emotiva, una sorta di valvola di sfogo», aggiunge Bobba. Altri possibili fattori di rischio possono essere le alterazioni del sistema endocrino, carenze nutrizionali e squilibri enzimatici. «C'è anche l'ipotesi che il bruxismo» chiarisce ancora l'esperto «sia legato a un disturbo del sonno che causa microrisvegli che si verificano nella transizione verso fasi di sonno più leggere», precisa l'esperto. Recentemente, infatti, si valuta la sua associazione con le apnee notturne.
Lo stress del lockdown
Elevati livelli di stress e ansia, come per esempio quelli provati da molte persone durante il periodo del lockdown, possono aver spinto, sia i bambini che gli adulti, ad adottare o amplificare l'abitudine al digrignamento dei denti. «Durante i mesi del lockdown molte persone hanno vissuto momenti decisamente stressanti su vari fronti e hanno dovuto fare i conti con molte paure, come la perdita del lavoro e il timore che i propri familiari, ma anche loro stessi, potessero essere colpiti dal nuovo coronavirus» commenta Bobba. «Inoltre, le persone hanno subito uno stravolgimento delle proprie abitudini di vita, vivendo il distanziamento sociale e, quindi, l'assenza di contatti sociali. Tutte queste situazioni hanno generato sensazioni di malessere psichico e psicofisico, che inevitabilmente hanno favorito l'accentuarsi del bruxismo in chi già ne soffriva. Ma non solo: proprio a causa dell'elevato stress emotivo sono stati registrati numerosi nuovi casi in chi finora non ne aveva mai sofferto».
Prevenire e curare il bruxismo
Molto spesso chi soffre di bruxismo non ne è consapevole, fino al momento della diagnosi. Ci sono, tuttavia, alcuni segnali da monitorare, che potrebbero rappresentare un campanello dall'allarme della comparsa della condizione, tra cui mal di testa, dolore all'orecchio, acufeni, disturbi del sonno e sensazione di affaticamento muscolare a livello delle guance. «Talvolta, il rumore prodotto dal digrignamento dei denti può essere così intenso da svegliare sia chi ne è affetto, sia i familiari», aggiunge Bobba. Il bruxismo, sottolinea l'esperto, necessita di una diagnosi accurata dove il dentista può avvalersi della consulenza di altri specialisti e far emergere problematiche non solo odontoiatriche, ma anche emotive. Dal punto di vista terapeutico, sicuramente il bite può dare un contributo importante, così come le visite di controllo programmate, fondamentali per valutare l'andamento della condizione. «In specifici casi si ricorre all'utilizzo di farmaci analgesici, antiinfiammatori e miorilassanti», aggiunge l'esperto.
Per trattare, ma anche prevenire, il bruxismo sono necessari anche alcuni cambiamenti nello stile di vita in grado di stemperare la tensione, lo stress e l'ansia. «Tutte le attività che portano a un miglioramento dello stato di tensione emotiva possono portare giovamento, come svolgere attività fisica, per esempio con il running, jogging, yoga, pilates, stretching generale o specifico per il distretto cervico-facciale, o anche sottoporsi a trattamenti osteopatici», conclude Bobba.