Numero 7-8 del 2020
Titolo: Per i più piccini
Autore: Redazionale
Articolo:
Giochiamo con le lettere
In ogni parola bisogna sostituire la x con la lettera giusta. Sara la lettera «c» oppure la «s»?
xicala; cixoria; xartone; xale; xiepe; xoltello; xapone; xiliegie; xerpente; xucina; xoffitta; xaramella; xecchio; xuffia; axcendino; xirena; xartella; laxca; trexcia; xardina; xamera; xalita; xesto; xerratura; xiero, xampana; xudore.
Soluzione:
Cicala; cicoria; cartone; sale; siepe; coltello; sapone; ciliegie; serpente; cucina; soffitta; caramella; secchio; cuffia; accendino; sirena; cartella; lacca; treccia; sardina; camera; salita; cesto; serratura; siero, campana; sudore.
Indovinelli per ridere
Che differenza c'è tra un elefante e una fragola?
La fragola ha la varicella e l'elefante ha gli orecchioni!
Sai cosa regala un coniglio a una coniglia?
Un anello d'oro a 24 carote!
Come si distingue un cervo da un corvo?
Dalla «e»!
Vado sempre senza fretta, chiusa dentro la mia casetta. Sono ghiotta di lattuga, ma sono lenta. Chi sono?
La lumaca
Colmi
Qual è il colmo per un orso? Essere bianco e chiamarsi Bruno!
Qual è il colmo per un canguro? Saltare i pasti!
Qual è il colmo per un idraulico? Non capire un tubo!
Quale è il colmo per un astronauta? Avere problemi di spazio!
Filastrocche
Filastrocca della settimana
Lunedì la lumachina inizia lenta la stradina,
martedì il maialino si pulisce per benino,
mercoledì il gattino fa le fusa nel cestino,
giovedì il lupo entra nel bosco cupo,
venerdì il cagnolino nasconde l'osso nel giardino,
sabato l'uccellino vola nel cielo turchino,
domenica la cavalla finisce nella stalla.
La settimana dei fiori
Lunedì raccolgo un fiore
martedì un girasole
mercoledì una bella viola
giovedì una rosa sola
venerdì un ciclamino
sabato e domenica un mazzolino
e sto a casa con mamma e papà.
Zia Titti racconta...
Il bosco incantato
C'era una volta un bosco incantato, dove vivevano tanti folletti, fatine ed animali.
Tutti erano felici: vivevano tranquilli, tutti amici. Un giorno, però, un gigante decise di distruggere il bosco: aveva bisogno di un ampio terreno su cui costruire una villa per sé. Gli animali corsero ad avvertire i folletti e le fatine che mettendo insieme i loro poteri crearono una bolla protettiva sul bosco che non poteva essere distrutta con la forza. Il gigante capì che, per quanto forte, non poteva fare nulla; cercò allora di avvicinarsi agli abitanti del bosco con l'astuzia.
Finse di essere stato mandato dalla fata maggiore dal castello incantato del paese Molto Lontano per proteggere gli animali del bosco da un gruppo di cacciatori molto cattivi che stavano catturando molti animali per farne pellicce.
Pian piano tutti, animali, folletti, fate, cominciarono a fidarsi di lui e a sentirsi protetti da quel gigante che cominciarono a chiamare «grande capo». Con la scusa di metterle al sicuro dall'imminente arrivo dei bracconieri, il gigante si fece consegnare le bacchette magiche dalle fate e dai folletti, privandoli dei loro poteri. Li catturò e li imprigionò.
Senza poteri, le creature del bosco non potevano ribellarsi al gigante, che nel frattempo cercava in tutti i modi di neutralizzare l'incantesimo fatto per proteggere il bosco. Prima che potesse riuscire a distruggere quella bolla di protezione, uno dei folletti si liberò. Scoprì che quello non era un gigante vero: la sua altezza e la sua forza erano dovute alle sue scarpe!
Il folletto si trasformò in un gatto e si fece scoprire a rubare del cibo dalla mensa imbandita del gigante. Quando il gigante lo vide, il gatto cominciò a fuggire velocissimo; il gigante, per cercare di prenderlo, si tolse le scarpe e iniziò a correre. Mentre correva, l'effetto delle scarpe magiche si esaurì ed il gran capo divenne più piccolo di tutti i folletti. Il gatto con un gran balzo gli saltò addosso e lo mangiò.
Riprese le sembianze di folletto, liberò tutti gli altri e ridiede loro le bacchette magiche. Grazie al folletto il bosco fu salvo. E tutti vissero insieme felici e contenti.
Michele Foglia
Un cucciolo con due mamme
Viola e Margherita vivevano nello stesso palazzo, a pochi passi dalla scuola. Ogni mattina si davano il buongiorno dai loro balconi fioriti, mentre facevano colazione. Viola e Margherita erano molto amiche e spesso organizzavano delle uscite insieme. Ogni pomeriggio, dopo la scuola, sedute davanti a una tazza di tè facevano merenda. Fu così che passarono gli anni e Viola e Margherita diventarono sempre più unite. Un giorno, mentre Viola giocava con la bambola sul balcone, Margherita la chiamò a gran voce. «Guarda, Viola, affacciati alla ringhiera e guarda giù!». La bambina mise a terra il giocattolo e diede ascolto all'amica. Sul marciapiede, proprio sotto le loro finestre, c'era un cucciolo di cane. Evidentemente impaurito, l'animale non sapeva che cosa fare. Faceva due passi e poi si sedeva, tornava al posto di prima e poi si spostava di nuovo. Ogni poco guaiva, agitava piano la coda e si rimetteva a sedere.
Le due bimbe fecero a gara a chi si precipitava per prima in strada, per accogliere lo sfortunato cagnolino. Arrivate vicino all'animale, cercarono di avvicinarlo con delicatezza per non spaventarlo. Appena gli porsero alcuni pezzi di biscotto da mangiare, il cucciolo decise di fidarsi e mangiò quello che le piccole avevano portato per lui. Dopo aver coccolato il cane fino a stancarlo, Viola e Margherita capirono che dovevano decidere chi avrebbe tenuto il loro nuovo amico.
«L'ho visto prima io» disse Margherita. «Quindi è mio di diritto».
«Sì, è vero, ma il biscotto l'ha mangiato dalle mie mani e quindi vuol dire che di me si fida già», disse Viola.
Dopo una breve discussione, le due amiche risolsero il problema in nome della loro amicizia.
«Visto che abitiamo così vicine, ci occuperemo entrambe del cucciolo. Avrà due piccole mamme che gli assicureranno una doppia dose di coccole e cibo!».