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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Voce Nostra

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Numero 13 del 2020

Titolo: L'omino solitario

Autore: Simona Del Vecchio


Articolo:
Ciao a tutti mi chiamo Simona Del Vecchio, ho 34 anni e vivo a Benevento. Sono una ragazza sordocieca, all'età di 4 anni ho iniziato a perdere la vista, fino a 10 anni ero solo ipovedente, ad 8 ho iniziato a perdere anche l'udito.
Ho una grande passione: scrivere!
L'omino solitario
C'era una volta un omino di nome Tony. Era alto appena un mezzo metro ma paffuto, con dei bei riccioli biondi. Abitava in una casetta a forma di fungo, situata in una radura nel bel mezzo di un bosco. Nella sua casetta aveva tutto ciò che gli serviva, ma lui si sentiva un po' triste, senza saperne il perché.
Un tempo aveva provato a vivere con gli uomini alti, ma essi lo deridevano per la sua bassa statura e a Tony non piacevano le loro città piene di smog e di rumore. Così era partito per un viaggio alla ricerca di altri omini come lui, ma non ne aveva trovati. La sua gente doveva essere scomparsa, oppure era andata a vivere in qualche luogo della terra che lui non era riuscito a raggiungere.
Alla fine, dopo tanto cammino, era giunto in quel bosco pieno di grandi alberi dal tronco diritto e dalle folte chiome. Il posto gli era piaciuto molto e vi aveva costruito la sua casetta.
Ogni mattina usciva a fare una passeggiata tra gli alberi, immerso nei suoi pensieri, con un cestino sotto il braccio. Gli uccelli e gli scoiattoli lo spiavano dai rami, ma lui non cercava di fare amicizia con loro perché non si fidava di nessuno. Intanto riempiva il suo cestino di bacche, noci e radici, poi tornava a casa e se le mangiava, seduto sulla sua poltroncina. Si annoiava un po'.
Una mattina di primavera Tony uscì come al solito per la sua passeggiata. Gli alberi erano in fiore e nell'aria si sentiva un dolce profumo. Il sole splendeva alto nel cielo e filtrava tra i rami degli alberi, dove gli uccelli cantavano felici.
L'omino era quasi contento, quando all'improvviso sentì un trambusto e vide che tutti gli animali correvano a rifugiarsi nelle loro tane e nei loro nidi. Poi udì uno sparo e fece un balzo per lo spavento.
«Mamma mia, i cacciatori!» esclamò.
Stava per darsela a gambe quando udì un lamento accanto a sé. Si voltò e vide una piccola volpe dal manto argentato e dalla coda lunga, che tremava sotto un albero.
Vincendo la sua naturale diffidenza, Tony le si avvicinò e le chiese: «Cos'hai, piccola? Sei ferita?».
«No» rispose la volpe tremando, «ma non posso tornare alla mia tana perché ci sono i cacciatori in quella direzione».
L'omino ci pensò su per un attimo, poi disse: «Allora vieni con me».
E corse verso casa con la volpe che lo seguiva. Entrarono e chiusero bene la porta. Tony si sedette nella sua poltroncina e la volpe gli si sdraiò ai piedi.
Intanto gli spari continuavano facendo tremare tutti gli abitanti del bosco, ma Tony si sentiva al sicuro. Un'idea cominciò a ronzargli per la testolina: era sempre stato solo, ma in quel momento era contento che la volpe gli tenesse compagnia.
Quando tornò la quiete, l'omino accompagnò la volpe fuori dalla casetta.
«Ora puoi tornare alla tua tana» le disse.
«Grazie per l'ospitalità» rispose lei.
«Non c'è di che» ribatté Tony. «Torna a trovarmi quando vuoi».
La volpe se ne andò, ma l'omino rimase ritto sulla soglia di casa. Gli uccelli e gli scoiattoli lo guardavano incuriositi dall'alto dei rami. Lui sorrise e li salutò con la mano.
Da quel giorno l'omino visse felice perché imparò a fare amicizia con tutti gli animali del bosco e non fu più solitario.
Simona Del Vecchio



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