Numero 09 del 2020
Titolo: Applicazione Immuni.
Autore: Giovanni Clerici.
Articolo:
Applicazione Immuni.
Di Giovanni Clerici.
In tempo di corona virus, eccoci proposta questa applicazione, la quale sulla carta promette di monitorare la diffusione del virus e di conseguenza un possibile controllo della sua evoluzione.
La politica sembra essersi molto concentrata su quello che riguarda la privacy, mentre per quanto riguarda la sua affidabilità non sembra essere stato speso tanto tempo.
Naturalmente la privacy è qualcosa di importante, però, trattandosi di salute, credo che l’affidabilità dell’applicazione sia qualcosa di più indispensabile.
Purtroppo è proprio questo aspetto che può farci dimenticare questa applicazione ancora prima di averla installata, la sua scarsa affidabilità, tra l’altro aspetto già evidenziato dallo stesso sviluppatore.
Un sistema analogo a questo è stato utilizzato, dicono con risultati ottimi, in Corea del sud, però in Corea l’applicazione funzionava non con il Bluetooth come fa Immuni, ma con il tracciamento GPS, più preciso e veritiero rispetto alla connessione Bluetooth.
Il funzionamento di Immuni è abbastanza semplice: una volta che si installa e ci si registra, l’applicazione produce un codice univoco che viene assegnato al dispositivo su cui è installata.
Ogni qualvolta si viene in contatto con qualcuno che a sua volta ha installato l’applicazione, i due dispositivi comunicano tra loro memorizzando l’avvenuto contatto.
Ovviamente il contatto viene memorizzato sotto forma del codice assegnato al dispositivo e non ai dati del suo possessore.
Se successivamente uno dei contatti si ammala del corona virus, il suo codice assegnato al dispositivo andrà a comunicare a tutti i codici con cui ha avuto un contatto della sua positività al virus.
Facile a questo punto pensare che tutti coloro che sono stati in contatto con questo utente dovranno mettersi in quarantena, oppure effettuare i controlli del caso per verificare di non essere stati a loro volta contagiati dal virus.
Fin qui il sistema non fa una piega, anzi, potrebbe facilmente portare a pensare di avere scoperto l’uovo di Colombo, purtroppo però la realtà è assai diversa.
Premesso che Apple e Google starebbero lavorando al miglioramento dell’applicazione e addirittura all’introduzione della stessa dentro al sistema operativo, cioè installandola di fabbrica sui nostri dispositivi iOS e Android, lasciando comunque la possibilità all’utente di attivarla, la scarsa affidabilità dell’applicazione è data proprio dal Bluetooth, hardware decisamente fondamentale perché l’applicazione funzioni.
A dare questa scarsa affidabilità è la portata del Bluetooth in ricezione, la quale può passare da pochi metri, a decine o anche a centinaia di metri.
Può dunque succedere, senza molta difficoltà, che due dispositivi memorizzino un contatto che realmente non c’è stato.
Inoltre, se ci trovassimo in un luogo dove siano presenti molte persone, il Bluetooth non può collegarsi con tutti, avendo un numero massimo che non supera la decina. di possibilità di contatto simultanea.
Queste problematiche sono quelle che riducono drasticamente l’affidabilità di questa applicazione, portando per ipotesi il nostro dispositivo a memorizzare centinaia di contatti al giorno, anche se calcolando come contatto chi è stato entro i due metri da noi potrebbero essere contati realmente su una mano.
Credo quindi che se si vuole installare questa applicazione come fosse un giocattolo, lo si può fare, non costa nulla e rimane una scelta personale, ma dichiarare questa applicazione un aiuto al problema è qualcosa del tutto fuori luogo.
Provate a pensare a quanti contatti potrebbe memorizzare il vostro dispositivo, solo passeggiando dentro un centro storico di una qualsiasi città italiana, senza essere realmente entrati in contatto con qualcuno, affermando come contatto chi era almeno entro i due metri da noi.
Questa valutazione voglio sottolineare non essere esclusivamente mia, a definire la scarsa affidabilità dell’applicazione Immuni è stata la stessa azienda che l’ha sviluppata, oltre ai risultati pessimi che ha dato dove è stata utilizzata.
Ciò che invece traggo come mia valutazione personale, dettata anche da un’esperienza sul campo, in un Paese latino americano dove certe strategie hanno portato a un declino sociale, mi porta a pensare al perché indurre all’utilizzo di qualcosa che non serve allo scopo.
Carpire la buona fede del popolo, indurre questo a usare qualcosa che dopo tutto non serve al fine per cui si consiglia, serve a valutare e a misurare quanto un popolo sia disposto a subire e ad obbedire.
Negli ultimi due mesi, di questi test ce ne sono stati imposti molti, un grave pericolo questo per la libertà, per la democrazia e senza che questi siano in qualche modo serviti a risolvere o a contenere realmente un problema.
E’ assolutamente un dovere di ognuno di noi verificare, valutare, approfondire se qualcosa che ci viene imposto o consigliato, corrisponde al vero o se apre enormi dubbi come in questo caso.
Per ulteriori spiegazioni, scrivere a: Giovanni Clerici