Numero 10 del 2020
Titolo: Salute- Quali segni lascerà la quarantena sulla mente dei bambini?
Autore: Monica Virgili
Articolo:
(da «Corriere.it» del 14 maggio 2020)
Irritabilità, ansia, calo del tono dell'umore, paura del futuro, depressione. Sono i segni rilevati su un campione di oltre duemila studenti della scuola primaria nella regione dell'Hubei, Cina. L'indagine, condotta dagli specialisti del Tongji Medical College dell'Università di Huazhong e pubblicata sulla rivista Jama Pediatrics, si è concentrata su bambini delle zone più colpite dall'epidemia da Covid-19, che hanno vissuto mesi a casa in isolamento. Il risultato non è inatteso: la mancanza della scuola, dei compagni e delle normali attività influenza il benessere mentale. «Probabilmente anche da noi si potrebbero riscontrare risultati simili dopo le settimane di quarantena» avverte Fabio Celi, psicologo clinico, psicoterapeuta e docente di Psicologia clinica all'Università di Pisa. «La situazione che stiamo vivendo è inedita e i provvedimenti che sono stati adottati necessari, ma è possibile che la mancanza di movimento e della socialità con i coetanei lasci il segno, soprattutto nei più fragili».
Chi ne risente di più?
«Oltre ai bambini con problemi della sfera emozionale messi in luce dalla ricerca del Tongji Medical College, credo soffriranno anche quelli con un temperamento esternalizzante, che hanno estremo bisogno di movimento e di vita all'aria aperta. Sono per esempio i piccoli iperattivi che presentano un deficit di attenzione (Adhd) o con atteggiamento oppositivo provocatorio (Dop) e che quindi tendono a manifestare il disturbo attraverso la vita esterna. I piccoli con temperamento internalizzante, che manifestano il disagio attraverso pensieri cupi con sintomi ansioso-depressivi, in questa fase mostrano la sofferenza in modo diverso e talvolta meno evidente. Non si deve dimenticare che questi disturbi si presentano con tante sfumature e comorbidità: non è raro vedere nello stesso bambino l'alternanza di periodi in cui prevale l'uno o l'altro aspetto».
Come aiutarli?
«Ripristinando appena possibile quelle «terapie naturali» rappresentate dalla scuola, le attività sportive, il gioco con i compagni. Nei bambini iperattivi che per esempio frequentano le fattorie didattiche si nota un miglioramento evidente dei sintomi. Per tutti è importante stare all'aperto, anche in giardino».
Le famiglie cosa possono fare?
«Adottare una routine è la strategia principale. Senza trasformare la casa in una caserma bisogna dare delle regole e farle rispettare perché ai bambini danno sicurezza e conforto. Quindi, anche applicati con tolleranza, servono orari per svegliarsi e dormire, per mangiare, giocare e fare i compiti. Anche se non si va a scuola fa molto male una giornata senza regole in cui si va letto tardi per svegliarsi nel pomeriggio o mangiare quando si ha fame».
Vale anche per i preadolescenti allergici alle regole?
«Con loro si può sfruttare il momento per avviare nuove modalità di dialogo. All'inizio del lockdown abbiamo assistito alla loro ribellione con gli episodi di movida provocatoria e le affermazioni di indifferenza verso un virus che «tanto riguarda i vecchi». Una fase durata tre giorni, poi capite le motivazioni hanno rispettato le regole oltre le previsioni. Questo dimostra che un divieto detto nel modo giusto può essere efficace, approfittiamone per avviare una negoziazione sui permessi e gli orari per quando si tornerà alla normalità. Ed è probabile che si dovranno gestire i problemi che l'isolamento ha sospeso, dal bullismo alle trasgressioni come fumo e alcol».