Numero 5 del 2020
Titolo: ATTUALITÀ- La didattica a distanza
Autore: Francesca Piccardi
Articolo:
Può essere inclusiva per gli alunni con disabilità visiva?
La didattica a distanza per quanto ben organizzata e sostenuta da piattaforme e tecnologie accessibili anche agli alunni con disabilità visiva, non potrà mai sostituire quella "didattica attiva", esperienziale e concreta che deve essere alla base dell'apprendimento degli alunni non vedenti e ipovedenti.
L'educazione tiflologica da sempre sostiene la necessità che per lo studio e l'apprendimento di qualunque disciplina, in qualunque ordine di scuola, i nostri alunni hanno bisogno non soltanto di parole, ma anche di materiali concreti e immagini in rilievo oppure ingrandite, nel rispetto delle esigenze percettive individuali.
Materiali occasionali e strutturati comuni, sussidi tiflodidattici, modellini tridimensionali, schede didattiche autoprodotte, devono collocarsi al centro di una "didattica laboratoriale". Una didattica, cioè, sensoriale, attiva, concreta, esperienziale e interdisciplinare, che si avvale di un lessico descrittivo, oggettivo, evocativo, partecipativo, che non dà nulla per scontato, ed è supportato da materiale concreto, da illustrazioni tattili, da immagini ingrandite.
Bruno Tognolini, ha scritto una frase meravigliosa che mi piace spesso ricordare ai docenti che incontro, "per immaginare la mente ha bisogno di immagini". Anche gli alunni non vedenti devono poter studiare storia, scienze, geografia, matematica, italiano, attraverso contenuti accessibili fatti di immagini e parole. Altrimenti è forte il rischio di un apprendimento mnemonico e meccanico, privo di quel contenuto immaginativo che consente di elaborare schemi utili di pensiero.
L'emergenza Coronavirus, purtroppo, ha costretto tutti gli alunni, anche quelli con disabilità visiva, a doversi adattare a un nuovo modo di imparare e di apprendere. E in questa nuova didattica, fatta di lezioni a distanza, video da visionare, audio da ascoltare, link da consultare, è possibile parlare d'inclusione, di rispetto delle capacità e delle esigenze di TUTTI, nessuno escluso?
In attesa di poter tornare alla VERA didattica che è fatta soprattutto di competenze, di relazioni, di vicinanza e di contatto, e dovendoci necessariamente adattare a questo nuovo modo di fare scuola, è possibile una didattica a distanza inclusiva per gli alunni con disabilità visiva?
Assolutamente sì. È sicuramente più difficile e complicato, ma è assolutamente possibile.
Occorrono, forse più di prima, il confronto e la condivisione tra tutti i docenti; occorre senz'altro più di prima una grande collaborazione con la famiglia, presenza indispensabile e insostituibile, per una didattica veramente efficace; occorre forse più di prima la programmazione anticipata dei contenuti disciplinari, per dar modo agli "educatori" - siano essi insegnanti di sostegno, docenti curricolari, assistenti alla comunicazione, genitori o tiflologi - di adattare il materiale di studio.
Il Centro di Consulenza Tiflodidattica di Assisi, subito dopo la chiusura, ha comunicato alle famiglie e ai docenti, la disponibilità anche a fornire supporto e sostegno a distanza per l'adattamento dei materiali, potendo contare sul prezioso contributo dell'insegnante in comando Serena Bruno, che per il corrente anno scolastico è in distacco presso il CCT di Assisi. I servizi di consulenza offerti abitualmente, si sono dovuti necessariamente trasformare e adattare in questa situazione di emergenza sanitaria, continuando a essere erogati telefonicamente e per posta elettronica, ovviamente; svolgendo a distanza gli incontri, generalmente organizzati in presenza, con i servizi, docenti e famiglie; svolgendo le osservazioni degli alunni, volte a valutare competenze acquisite e modalità di conoscenza, "a distanza", attraverso video che riprendono i bambini in qualche attività specifica (lettura e scrittura, il disegno, il calcolo, lo studio delle varie discipline, le abilità di autonomia personale, ecc.).
Però manca qualcosa! Manca il contatto diretto, manca la possibilità della "guida fisica" per accompagnare e sostenere il bambino nella sua scoperta del mondo, senza anticipare, senza sostituirsi, ma ritraendosi al momento giusto; manca la possibilità di presentare in diretta ai bambini o ai docenti un sussidio nuovo; manca la possibilità di "osservare" il bambino come si muove, come si sposta nello spazio, "giocando" insieme! E allora il nostro compito di tiflologi, in questo momento, è anche quello di ricordare a distanza, a tutti gli educatori, quanto sia importante "educare" la mano, quanto sia importante continuare a stimolare la sua "curiosità" a toccare e a conoscere. Saper toccare ed esplorare in modo sistematico e ordinato; sapersi muovere nello spazio senza timori e incertezze; saper utilizzare tutti i sensi residui per cogliere le informazioni del mondo circostante; sono solo alcune competenze e abilità che devono essere al centro anche di questa didattica a distanza, senza dimenticare di rispettare dei "tempi", individuali e propri di ogni bambino, che inevitabilmente questa situazione ha reso ancora più distesi.
In questi due mesi di nuova didattica, ho potuto "osservare" e assaporare in diversi contesti come quella "cura educativa" che dovrebbe muovere ogni educatore che si reputa tale, non sia venuta meno neanche in questa situazione. Non potendo ovviamente descriverli tutti, ho scelto, non senza difficoltà, di raccontarvi come due alunne di scuola secondaria di primo grado stanno affrontando lo studio in questo momento.
Anna Maria è una ragazzina non vedente di Perugia che frequenta il secondo anno della Scuola Secondaria di I. Usa molto bene il computer con screen reader e display braille. Partecipa alle videolezioni su Classroom con i compagni tutte le mattine, riceve tutto il materiale in anticipo dalla sua insegnante di sostegno e dalla sua educatrice (file doc, file lambda, registrazioni audio e descrizioni video), fa videolezioni individuali di pomeriggio con la sua insegnante per consolidare alcuni argomenti e soprattutto quando è necessario, riceve da lei una busta con tante schede e immagini in rilievo per studiare scienze, geografia, letteratura, geometria! Del resto come fare a studiare e a comprendere il sistema linfatico, la grande circolazione del sangue, la struttura dell'Inferno dantesco, il linfonodo o gli stati del Regno Unito, senza delle immagini tattili! La mamma di Anna Maria ha definito questa busta un piccolo tesoro e ha proprio ragione: è frutto inestimabile di attenzione, condivisione, confronto, programmazione anticipata e "cura" educativa! Un grande tesoro… considerando anche la difficoltà in questo momento nel reperire il materiale tattile necessario e di dover creare con quello che si ha a disposizione in casa!
Greta è una ragazzina non vedente di Terni che frequenta la prima classe della Scuola Secondaria di I. Anche lei, come la sua amica Anna Maria, usa il computer con screen reader e display braille, partecipa alle videolezioni con la sua classe, studia le varie discipline sui libri digitali e grazie al materiale che la sua famiglia, le sue insegnanti e la sua educatrice preparano per lei. Nelle ultime settimane, ha potuto toccare la cellula batterica, la cellula animale e vegetale, comprendere la struttura di un fungo; ha potuto studiare ed essere interrogata a storia dell'arte sul Tempio Etrusco, grazie ad un meraviglioso modellino tridimensionale che il suo papà le ha costruito con i mattoncini Lego. E vederla esporre l'argomento con padronanza e sicurezza, toccando le varie parti del Tempio; sentirla descrivere le caratteristiche delle colonne, del portico, del tetto, insomma di ogni singola parte, con precisione e chiarezza, è la dimostrazione che è possibile studiare la storia dell'arte anche a distanza grazie allo studio ma soprattutto ad un modellino tridimensionale o ad un supporto tattile da toccare perché solo così può avvenire la rappresentazione mentale dell'oggetto esperito.
Proprio alcuni giorni fa, in merito alla difficoltà di poter studiare la storia dell'arte a distanza, ho letto in rete un articolo scritto da un insegnante di sostegno di un alunno non vedente che mi ha colpito. L'insegnante scriveva: "…sono le 9:00 e siamo on line con la collega di arte: "Quello che vi sto mostrando sullo schermo è il Pantheon? Lo vedete?". "No. Nicola non lo vede" - vorrei dire ad alta voce, ma sarebbe inutile perché sono settimane che cerco una soluzione alternativa ai modellini tattili che realizziamo in classe, e alle attività esperienziali, ma, senza trovarne una. Sbatto la testa da giorni e la collega mi rassicura dicendo che non è importante e che Nicola farà quello che potrà fare.
Quel "farà quel che potrà fare" rimbomba nella mia testa tipo goccia cinese e si traduce in "farà quello che potrà fare o solo quello che noi saremo capaci di fargli fare?". Per noi insegnanti di sostegno che si tratti di disequazioni di primo grado, Leopardi, i triangoli o Shakespeare non importa, l'unica cosa che a noi interessa è trovare un modo per rendere loro accessibili i contenuti. Quello dell'apprendimento della storia dell'arte a distanza per i non vedenti però appare ai miei occhi irrisolvibile!".
E invece no, non è irrisolvibile! Per fortuna Greta ci ha dimostrato che l'apprendimento della storia dell'arte a distanza è possibile anche per i non vedenti. Anche a distanza si può mettere in atto una didattica "attiva" esperienziale e concreta, che ovviamente non potrà mai avere la medesima "qualità inclusiva" dell'intervento educativo che si deve e si riesce ad attuare in presenza negli spazi scolastici, ma in attesa di tornare a scuola occorre fare il massimo per garantire a "tutti" gli alunni una didattica "rispettosa" delle esigenze individuali di ognuno.
Può esistere anche a distanza una "forma" di didattica inclusiva. La vera differenza la fanno le persone.