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Corriere dei Ciechi

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Numero 3 del 2020

Titolo: ATTUALITÀ- Sulle ali dell'avventura

Autore: Marika Giori


Articolo:
Audacia e libertà pronte al decollo
Qual è, secondo voi, la ricetta perfetta per realizzare un film o un libro che possano mettere finalmente d'accordo grandi e piccini, riunendo virtualmente e fisicamente l'intera famiglia attorno al fuoco o, più realisticamente e modernamente, raggomitolandosi e accoccolandosi tutti assieme, appassionatamente sul divano? Ebbene, ciascuno fornirà a questo quesito la risposta più in linea con il proprio modo di sentire. Dal canto mio, un'idea da proporvi in merito già ce l'avrei. Esordisco elencandovi, innanzitutto, i potenti, prodigiosi ingredienti di quest'ipotetica ricetta che, parola mia, sarà in grado di dar vita ad un mix unico ed appassionante. Pensate quindi ad una natura incontaminata, a paesaggi selvaggi e mozzafiato, ad una famiglia che si sta via via sfaldando, sul punto di implodere, di disgregarsi e sgretolarsi definitivamente. Pensate ancora ad un irriducibile, fervente ecologista, che ha fatto della salvaguardia dell'ambiente la sua ragione di vita, tanto da pregiudicare e mettere in discussione la stabilità della sua famiglia... Vi bastano questi pochi elementi come incipit e come preludio? State già pregustando ed assaporando il seguito della vicenda? Ebbene, se siete curiosi e volete addentrarvi in questa storia, non dovrete fare altro che lasciarvi accompagnare e condurre da me, continuando senza indugi la lettura.
Ovviamente non sono io l'autrice e l'artefice di codesto mosaico che ho appena iniziato ad illustrarvi. Si tratta, invece, del film "Sulle ali dell'avventura", realizzato dal regista Nicholas Vanier ed uscito giovedì 9 gennaio 2020, nonché dell'omonimo romanzo, scritto sempre da Vanier, pubblicato da Sperling & Kupfer. Protagonista di entrambe le opere è Christian Le Tallec, scienziato folle, intrepido e visionario, un ornitologo letteralmente innamorato della propria professione, votato alla ricerca e alla tutela delle specie di volatili in via di estinzione. Vive, per così dire, sempre in un mondo tutto suo, è un autentico sognatore e, dato che fra le sue specializzazioni si annovera anche quella di pilota, usando un gioco di parole possiamo affermare che sembra sempre con la classica "testa fra le nuvole".
Accanto a Christian troviamo Thomas, suo figlio, un quattordicenne inquieto ed irrequieto, il classico adolescente ribelle, insofferente alle regole ed alle imposizioni dei genitori. Non ama studiare, è allergico agli impegni ed alla scuola in generale e, purtroppo per lui, ha inanellato una serie di insuccessi e di pessimi voti, tanto da rasentare e rischiare la bocciatura. Il suo unico interesse è dato dalla tecnologia, dalla sua inseparabile console e dai videogiochi, in particolare quelli legati al mondo dell'aviazione.
Paola, ex moglie di Christian e madre di Thomas, è una manager incallita, una stacanovista che si è data anima e corpo alla propria carriera.
Tutto ha inizio quando Paola, ormai logora, stanca e provata dall'intemperanza e dal comportamento indisciplinato del figlio, decide di allontanarlo da Parigi, la città in cui vivono, per mandarlo a trascorrere due settimane di vacanza da suo padre, nella sperduta, lussureggiante campagna della Camargue, a 1000 chilometri di distanza. Come potete immaginare, la prospettiva di abbandonare la città per trasferirsi in un luogo così isolato non solo non alletta Thomas, ma, anzi, lo rende letteralmente furioso, gettandolo nel panico e nello sconforto, tanto più che teme di dover fare a meno della sua amata tecnologia e connessione ad Internet. Come riuscirà a cavarsela e a sopportare quella situazione catastrofica, dovendo rinunciare al collegamento alla rete e alle relative opzioni, lui che è letteralmente drogato di informatica, lui che vive la sua esistenza solo ed esclusivamente online? Nonostante le imprecazioni, gli strilli e le suppliche a sua madre, malgrado ogni forma di recriminazione e tutte le promesse di cambiare e di rimettersi in carreggiata con la scuola e non solo, Thomas non riesce a spuntarla e l'imminente partenza ormai è un'assoluta certezza. Christian, dal canto suo, è completamente assorbito dal suo nuovo progetto, o meglio, dal sogno che accarezza da anni, ovvero quello di trarre in salvo una specie di oche selvatiche della Scandinavia, le lombardelle minori che, se non si agirà in fretta per preservarne l'esistenza, sono irrimediabilmente destinate a scomparire completamente dalla faccia della terra.
Arriva il giorno fatidico del viaggio verso la Camargue, con un Thomas più recalcitrante che mai, sua madre satura, allo stremo delle forze e sempre sul punto di esplodere. Julien, l'attuale fidanzato della donna, fa di tutto per tentare di trovare una mediazione fra madre e figlio e per mitigare, a suo modo, la situazione.
Non appena i tre giungono a destinazione, lo spettacolo sconvolgente che si presenta ai loro occhi li lascia letteralmente di stucco. Ad accoglierli compare un Christian in versione decisamente inedita, un uomo infagottato da capo a piedi in una sorta di saio, a mo' di frate francescano. A quella vista, i tre ospiti non sanno quale atteggiamento assumere, se mettersi a ridere o trasecolare, non capiscono se si tratti di un assurdo scherzo, di una burla architettata alle loro spalle o cos'altro. Christian, senza scomporsi, spiega loro come stanno esattamente le cose: si è vestito in quel modo, dotandosi di quell'assurdo saio come se fosse una seconda pelle in modo che le sue amate oche selvatiche lo possano sempre riconoscere, senza confonderlo con gli altri esseri umani. Per questo motivo, li invita caldamente ad imitarlo e ad indossare a loro volta un saio, proprio per non vanificare i suoi sforzi e non destabilizzare i volatili. Prosegue poi esponendo in dettaglio il suo progetto e la spedizione che è in procinto di intraprendere, creando una rotta migratoria alternativa a beneficio delle lombardelle minori, una tratta lontana dai pericoli della modernità, ovvero quelli costituiti dalla caccia indiscriminata, dal bracconaggio, dall'inquinamento acustico e luminoso, dallo spazio aereo e dalla sempre più allarmante carenza di cibo. Intende così condurle dalla Camargue alla Norvegia, la loro terra d'origine in modo che possano nidificare e, appreso il tragitto, compierlo autonomamente anno dopo anno, ripopolando via via la specie e garantendone quindi la sopravvivenza. Per fare questo, Christian ha costruito un idrovolante che le oche dovranno seguire fedelmente in ogni ambiente, sull'acqua, così come sulla terraferma. Le oche, infatti, sono animali assai duttili e ricettivi, dotati di una memoria prodigiosa, capaci di assimilare informazioni, acquisire abilità, riconoscere volti, suoni, persone, gesti, movimenti... Tutto ciò avviene in virtù e per mezzo del famoso "imprinting", ovvero l'attività di addestrare ed educare un qualsiasi essere creando in lui una sorta di traccia, di impronta appunto, impartendo insegnamenti, stimoli, istruzioni e dati ad una sorta di "tabula rasa" tutta da modellare, da scolpire e da riempire. Quest'opera richiede parecchio tempo, quello necessario perché le oche si abituino a quel flusso di istruzioni e conoscenze, perché possano familiarizzare con tutte quelle azioni che, non essendo innate, vengono appositamente, sapientemente indotte. Dopo un'iniziale sbigottimento ed incredulità, i tre si lasciano catturare dalle spiegazioni e dalla foga di Christian, sebbene Thomas non nasconda di provare ancora un certo scetticismo nei confronti di quell'impresa folle e bislacca.
Mano a mano che passano i giorni, però, Thomas si incuriosirà sempre di più all'attività di suo padre, anche se, inizialmente, non vorrà mostrarlo in alcun modo, proprio per non dargli questa soddisfazione. Il padre, comprendendo un po' la psicologia del ragazzo e il suo bisogno di essere coinvolto e responsabilizzato, lo renderà sempre più partecipe del progetto, affidandogli la gestione e la cura delle uova d'oca. Basterà che Thomas si trovi ad assistere al magico, sorprendente spettacolo della schiusa per rimanerne incantato, per sciogliersi e capitolare definitivamente. In quell'istante Thomas subisce una sorta di folgorazione e decide di aiutare in tutto e per tutto suo padre, chiedendo a gran voce di essere sempre più presente ed attivo in quella splendida, mirabolante avventura. Comincerà così ad occuparsi a tempo pieno di ogni aspetto dell'impresa, dalla sorveglianza delle uova d'oca nell'incubatrice al nutrimento ed accudimento dei pulcini una volta usciti dal guscio.
Per abituare le oche a seguire l'idrovolante e far sì che questo diventi per loro un perfetto automatismo, Christian e Thomas girano costantemente brandendo in mano e facendo oscillare un ombrello, alla cui estremità è fissata un'ala rudimentale, che simula quella vera e propria dell'ultraleggero. Nel corso del tempo Christian adotterà e farà adottare a Thomas tutta una serie di accorgimenti che servono all'addestramento delle oche: l'utilizzo di un clacson di bicicletta a mo' di trombetta per farsi sentire da loro e richiamarle immediatamente all'ordine, all'uso di un fucile per farle familiarizzare con i suoni degli spari e le conseguenti minacce della caccia, all'impiego di un tosaerba che simuli il rumore prodotto dall'idrovolante. In tutta questa sequela di azioni e di fasi preparatorie, Christian cerca invano di ottenere l'approvazione al suo progetto da parte del museo di storia naturale della regione e, per questo, ha predisposto accuratamente tutta la documentazione necessaria ma Ménard, il direttore dell'istituto, si dimostra sordo ed irremovibile alle sue motivazioni e ai suoi disperati, goffi tentativi di persuasione. Ecco che, quando la sorte gliene fornirà l'occasione, Christian cercherà di bypassare la burocrazia, falsificando i documenti, trafugando ed apponendo lui stesso i timbri per l'autorizzazione.
Con il passare dei giorni, Thomas si affeziona sempre di più alle oche, di cui diventa l'effettivo genitore. Sono loro, infatti, a seguirlo e ad obbedirgli ciecamente, riconoscendo la sua indiscutibile autorità e la sua figura di padre/madre, seppure in versione umana e, quindi, non conforme alle sembianze e alle caratteristiche dei volatili. A quel punto, al solo pensiero di dover rientrare a Parigi e non vedere decollare la spedizione e le sue creature palmate, a Thomas si stringe il cuore. Ecco che, quindi, propone e chiede a suo padre di poter rimanere. Assieme cercheranno di convincere Paola a farlo restare e, soprattutto, a permettergli di saltare la scuola per tutto il periodo della traversata. Fortunatamente i due riusciranno nell'intento e Paola, messa alle strette dalle loro argomentazioni e dalla loro insistenza, non potrà fare altro che cedere ed acconsentire, purché il figlio non venga mai messo alla guida dell'ultraleggero. Ecco che, in un giorno assolato di luglio, Christian e Thomas partiranno, a bordo di un pullmino, alla volta del circolo polare norvegese. Giunti in una riserva naturale della Norvegia, però, le cose si complicano non poco: Johansen, il direttore della struttura, vuole accertarsi della validità dei documenti per il viaggio delle oche che, quindi, sono costrette a fermarsi nel parco per otto giorni, il tempo necessario per effettuare tutti i controlli e le verifiche del caso ed avere la conferma dei permessi. Finché Johansen non riceverà il nullaosta, le oche non potranno lasciare la recinzione in cui sono state rinchiuse. Questo, ovviamente, costituisce un danno consistente alla riuscita del progetto, poiché implica la momentanea sospensione delle attività di addestramento, in acqua, così come in cielo e sulla terraferma. Quando verrà alla luce l'inganno messo a punto da Christian e la conseguente storia della falsificazione dei permessi, alle oche si prospetta un tragico destino, ovvero quello di subire la tarpatura delle ali se non, addirittura, di venire brutalmente uccise. Di fronte a quell'eventualità e all'imminente, grave pericolo che corrono le oche, Thomas agisce in preda all'impulso. Sale sull'ultraleggero e, richiamando a gran voce i volatili, parte in picchiata, sotto lo sguardo sgomento ed impietrito di Christian che non può fare altro che assistere impotente a quel colpo di testa del figlio. Thomas sorvolerà paesi, città e nazioni, in direzione del nord della Francia, per riportare le oche nel parco di Bjorn, amico e collega del padre, da cui tutto aveva avuto inizio. Dovrà affrontare la paura, la solitudine, il freddo e il gelo, la fame, la mancanza di sonno e di cibo, ogni genere di intemperie e di difficoltà, l'incognita e il rischio di non farcela e di precipitare, sfracellarsi al suolo e perdere la vita. Nel mentre Thomas e Paola vivono momenti terribili, di terrore e di apprensione per le sorti del figlio, pilota ancora inesperto e, quindi, esposto ad ogni genere di pericoli. Le uniche armi a sua disposizione saranno il suo enorme coraggio, la volontà sacrosanta di salvare le oche e di portare a compimento l'impresa elaborata dal padre, la sua tenacia, la fede cieca in quell'avventura e la passione per i valori e gli ideali ecologisti trasmessi ed impartiti dal genitore.
L'avventura e le prodezze di Thomas verranno ben presto filmate e immortalate, diventando immediatamente virali. Si espanderanno quindi a macchia d'olio e faranno in men che non si dica il giro d'Europa e del mondo. Adulti e ragazzi rimarranno stregati dalla tenacia e dall'ardimento del pilota in erba, facendo breccia nel cuore e nella coscienza individuale e collettiva.
Ovviamente, dato che il film e il libro sono opera dello stesso autore, mostrano una sostanziale, reciproca fedeltà ed aderenza, con le inevitabili differenze dovute proprio alle fisiologiche diversità strutturali del testo rispetto alla pellicola e viceversa. La vicenda narrata, inoltre, è liberamente ispirata all'effettiva esperienza di un ornitologo, Christian Moullec che, dal 1999, porta avanti, analogamente al suo omologo nella finzione, una vera e propria missione, ovvero quella di salvare lui stesso delle specie ornitologiche in via di estinzione. Per esigenze narrative e per meglio avvicinare il grande pubblico, è stato scelto di arricchire il romanzo ed il film con la presenza e la figura di un adolescente come Thomas, mettendo in scena, parallelamente alla lotta ecologista, lo sviluppo di una vicenda prettamente umana e famigliare. In entrambi i casi, comunque, è più che palese il graduale, inarrestabile avvicinamento del giovane Thomas alla natura ed ai problemi ambientali, in una sorta di percorso di formazione e di esplorazione dentro e fuori di sé. Parallelamente all'acquisizione della consapevolezza di quanto accade attorno a noi in termini di minacce all'ecosistema, Thomas scopre e riscopre suo padre, le sue pulsioni e passioni, le convinzioni che si agitano in lui in quanto ricercatore ed ornitologo ma, soprattutto, come persona in quanto tale. Grazie a quest'avventura "on the road", i due avranno modo di meditare, di conoscersi sempre meglio e più nel profondo, ricucendo e sanando antiche ferite, riannodando quei fili che la vita e la distanza fisica avevano temporaneamente strappato ed interrotto.
L'opera di Vanier ci dimostra che, se presi per il verso giusto, se saputi guidare ed indirizzare, i nostri ragazzi non solo iniziano ad interessarsi e ad avere a cuore le sorti del nostro pianeta ma, anzi, se viene data loro la meritata fiducia e se vengono posti nelle giuste condizioni, se viene offerta loro l'opportunità di agire concretamente e di rendersi protagonisti, sono in grado di prendere in mano la situazione, buttandosi a capofitto in qualsiasi impresa, con quell'entusiasmo, quella positività, quella determinazione, quella caparbietà e quello slancio tipici della loro età. Un esempio a cui tutti dovremmo attingere ed ispirarci. La figura di Thomas, seppure in un contesto decisamente diverso, ricorda quella di Greta Thunberg, la nota e giovanissima attivista svedese che sta facendo tanto parlare di sé, delle sue gesta, della sua instancabile azione a favore della protezione del nostro pianeta a tutti i livelli. Quella di Greta è un'attività che ha saputo e sa raccogliere attorno a sé tanti seguaci, coetanei e non, tutti indistintamente animati dalle stesse istanze, esigenze e convinzioni, dalla stessa paura per il nostro destino e coscienti dell'urgenza di fare qualcosa nell'immediato, qui ed ora, per tentare di porre rimedio, anche se con estremo ritardo, all'opera spesso indiscriminata e sconsiderata del genere umano.



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