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Numero 02 del 2020

Titolo: Servizio di cloud pCloud.

Autore: Giovanni Clerici.


Articolo:
Servizio di cloud pCloud.

Di Giovanni Clerici.

Di cloud per l’archiviazione online dei dati, documenti, foto e tutto ciò che si voglia ce ne sono molti: conosciamo i più famosi come iCloud, Google drive, One Drive, Dropbox. Oggi però ve ne presento un altro, pCloud.

La prima cosa che spesso interessa a chi si accinge a utilizzare un cloud è lo spazio che questo offre per l’archiviazione dei propri file, ovviamente più questo è alto e più si rende interessante, parlando naturalmente dello spazio gratuito.

In termini di gratuità credo di non sbagliarmi nel dire che quello che offre spazio maggiore è Google drive, mentre quello più ristretto è Dropbox con 3 gigabyte, espandibili comunque in vari modi.

Tutti questi servizi di cloud comunque permettono l’espansione della capienza pagando un prezzo che normalmente varia a seconda proprio dello spazio e anche dei servizi annessi.

Il servizio di cloud che offre pCloud è uno spazio gratuito di 10 gigabyte, anche questo espandibile in vari metodi, anche se per un uso comune già questo spazio potrebbe essere più che sufficiente.

La prima cosa interessante però che si nota in pCloud è che tra le varie modalità di estensione del servizio non c’è solo l’abbonamento, cioè il pagare una certa somma mensilmente o annualmente, bensì anche quella di pagare una somma una tantum.

Questo significa che pagando una certa somma, che può anche apparire piuttosto esosa, si acquista uno spazio per sempre, senza più bisogno di rinnovi o ulteriori pagamenti.

Questo, per chi avesse bisogno di uno spazio maggiore ai 10 gigabyte, potrebbe risultare una forma attraente e nel tempo anche conveniente.

Il cloud offerto da pCloud è disponibile per tutti i sistemi operativi, quindi troveremo il suo software di gestione sia per Android che per iOS, Windows Phone, Mac, Windows desktop.

Peccato per ora che l’applicazione desktop abbia l’interfaccia di configurazione solo in inglese, anche se le impostazioni sono minime e piuttosto intuitive. Poter disporre della lingua italiana sarebbe sicuramente meglio.

Qui di seguito vi lascio il link che vi porta alla pagina di pCloud, questa fortunatamente in italiano: https://www.pcloud.com/it/

Se invece volete scaricarlo sui vostri dispositivi mobili lo potete fare dai relativi App Store dei vostri apparecchi.

Per ulteriori spiegazioni, scrivere a: Giovanni Clerici



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