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Numero 01 del 2020

Titolo: Telefoni Android accessibili.

Autore: Alessio Conti e Nunziante Esposito.


Articolo:
Telefoni Android accessibili.

Di Alessio Conti e Nunziante Esposito.

Sono diversi anni che i disabili visivi riescono ad usare i telefoni portatili con l'assistenza di uno screen-reader munito di sintesi vocale che, leggendo il testo a schermo dei menu, della rubrica e degli SMS, ci ha consentito per alcuni anni di usare in piena autonomia i telefonini anche senza la vista, sfruttando la voce della sintesi vocale comandata dallo screen-reader Talks.

Si sa che la tecnologia va avanti e che chi produce apparecchiature nuove, sfruttando i progressi che fa la scienza, produce device sempre migliori e sempre più adatti all'evolversi e alle esigenze della società. Quindi, ad un certo punto, i telefoni Nokia non sono stati più prodotti e si è passati a produrre telefoni diversi, migliori, ma non più usabili anche dai disabili visivi.

Infatti, Prima Apple e Poi Google, con un intervento fatto per qualche anno anche da Microsoft, in brevissimo tempo, hanno reso disponibili sul mercato tre tipi di telefonini touch screen con tre sistemi operativi diversi, ma tutti e tre con la possibilità di usare il telefonino come un vero e proprio terminale, capace di collegarsi anche alla rete Internet, quasi alla pari di un computer.

Una volta terminata la produzione dei telefoni Nokia con Simbian e Talks, i disabili visivi sono stati messi fuori gioco e, almeno per chi non aveva un telefonino Nokia, non era possibile usare il telefono autonomamente.

Fortunatamente prima Apple e poi Google, seguìti subito dopo da Microsoft, in seguito alle proteste delle associazioni dei disabili visivi, hanno prodotto per i sistemi operativi di questi telefoni degli screen-reader appositi e preinstallati nei device stessi, quindi nessuna spesa in più per l'utente che ne acquista uno.

Per prima, Apple ha reso possibile l'uso del suo iPhone ai disabili visivi tramite iOS e VoiceOver, Un sistema operativo accessibile e uno screen-reader efficiente.

Successivamente, Google, a dire il vero con problemi iniziali, ha prodotto anch'essa uno screen-reader efficiente ed un sistema operativo accessibile: Android. Ovviamente ha prodotto anche dei device con questo sistema e anch'essi sono risultati subito usabili anche dai disabili visivi.

Però, il ritardo di immissione sul mercato di Android e di Talkback, ha pesato non poco, perché i disabili visivi nel frattempo si sono diretti tutti all'uso di device con iOS e VoiceOver, quindi gli iPhone di Apple.

Sappiamo tutti che le conquiste di mercato si fanno piano piano, quindi anche Google poco a poco si è prima conquistata la sua fetta di mercato, sorpassando poi addirittura Apple.

La fortuna di questo sistema operativo per un certo aspetto è dovuta anche al fatto che Android è un sistema operativo di proprietà di Google, ma reso disponibile a tutti, quindi sono tantissime le società che si sono messe a produrre telefonini con questo sistema operativo, prima di tutti Cinesi e Coreani.

Attualmente, ma io dico anche fortunatamente, il sistema operativo Android, e lo sappiamo tutti, costituisce una sterminata galassia di telefoni che nel mondo rendono possibile a tutti e con poca spesa di essere collegati alla rete Internet e quindi non servono solo a telefonare.

Tra i disabili visivi, tante volte anche per aver fatto delle esperienze negative con telefoni non adatti, non sono in pochi quelli che, sbagliando, prendono spunto proprio da questa varietà per scoraggiare l’apprendimento di questo sistema operativo e quindi l'utilizzo di questi device.

Purtroppo questo è un approccio troppo miope che, almeno oggi e una buona volta, andrebbe indagato e smontato, anche come modo di vivere la vita di un disabile visivo.

Infatti, tutti quelli che hanno avuto solo l'esperienza di utilizzo dei device della Apple con iOS e VoiceOver, non possono più, proprio per non averne esperienza negata magari anche a se stessi, affermare che i device con il sistema Android non possono essere usati dai disabili visivi.

Invitiamo quindi tutti a non proporsi solo come insegnanti degli altri disabili visivi con iOS e VoiceOver, solo perché si è in grado di usare solo quel tipo di device, ma di allargare la loro esperienza ed usare anche i telefoni Android. Si tratta di fare una cosa semplice: individuare gli apparecchi che sono di comprovata accessibilità ed usarli come si usano gli iPhone di Apple.

Ovviamente sono sistemi diversi e quindi bisogna apprendere comandi diversi.

Di seguito faremo proprio questo: individueremo alcuni telefoni accessibili, ne descriveremo le caratteristiche, non in astratto o per sentito dire, ma sulla scorta dell'esperienza delle persone che li usano.

E' passato più di un anno da quando sono stati creati dei gruppi Whatsapp appositi per scambiare esperienze proprio su questi telefoni Android, cosa che ha consentito a tanti di fare una bella esperienza con questo tipo di device con questo sistema operativo e con lo screen-reader Talkback.

Anche noi abbiamo chiesto in giro e lo abbiamo fatto facendoci aiutare, a nostra volta, dagli utenti del gruppo Android for Blind, in cui confluiscono circa 70 disabili visivi con telefoni di marche e tipologie differenti. Gli utenti divergono anche per età ed esperienze.

Alcune di queste persone,, come chi scrive, hanno usato sempre e solo Android, altre vengono da Apple e la hanno abbandonata, la maggior parte conserva un uso misto dei due sistemi, con preferenza soggettiva per l’uno o per l’altro.

Questo fatto ci dice che i due ambienti sono entrambi usabili e che ciascuno di loro ha pregi e difetti, non esistono paradisi sulla terra.

Chi scrive non è altro se non il collettore, il raccoglitore di queste esperienze e, giova premetterlo, questo repertorio non è esaustivo. Vi saranno certamente telefoni Android accessibili non inclusi in questa rassegna. Ciascun utente non è chiamato infatti ad essere un esploratore in una sterminata galassia, a conoscere ogni marca e ogni modello: questo lo fa chi si dedica a questo settore per lavoro.

l’utente per definizione usa una cosa, ma per usarla deve sapere quali siano le sue esigenze, quali siano le sue disponibilità economiche, cosa comprare.

In questo modo la tanto decantata frammentarietà non viene sconfitta, non si tratta di un pericoloso nemico, ma usata.

Si scrive frammentarietà, si legge opportunità, perché la diversità rappresenta una ricchezza. Ammassarsi tutti in un sistema, in una professione, rende le persone sia scarsamente duttili, sia non appetibili sul mercato del lavoro, in cui ciò che vale, ora faccio io il bravo, sono le competenze meta cognitive, l’imparare ad imparare. Su questo dobbiamo fare tanta strada se ancora oggi, professioni decotte, vengono proposte come unico e ultimo orizzonte.

Stare tutti in un solo sistema non incoraggia l’accessibilità degli altri ambienti perché i produttori rendono le cose accessibili anche essendo stimolati dalle richieste. Per fortuna che i ciechi Argentini, Brasiliani e ora anche noi, usano Android e con il loro uso e grazie al loro uso l’accessibilità cresce.

Ma veniamo ai telefoni.

1) L. g. v 30

Si consiglia di racchiudere il telefono in una custodia a libretto, essendo i bordi dello stesso molto tondeggianti per facilitare la presa delle mani.

Per il primo avvio l’utente lo ha fatto tenendo due dita contemporaneamente poggiate sullo schermo del telefono, attendendo il suono e poi seguendo a voce le istruzioni. Ignora, ma ritiene possibile, che, soprattutto nelle ultime versioni del sistema, la cosa possa essere fatta premendo contemporaneamente i volumi su e giù come avviene di norma con Talkback nelle ultime versioni di Android.

Si consiglia di provare in entrambi i modi.

l’utente consiglia anche di settare tra varie app preinstallate che consentono di muoversi all’interno del telefono quella denominata easy home, che considera migliore perché più semplice.

Lettore schermo a bordo Talkback.

Versione di Android: Acquistato con Android 8; ora monta la 9.

2) Samsung Galaxy a 90 5 g

L’utente non ha testato avviamento autonomo che appare comunque possibile essendo il telefono nativamente equipaggiato con assistente vocale, lettore di schermo di casa Samsung presente in alcuni modelli. Per attivare autonomamente il lettore di schermo occorre premere contemporaneamente i tasti volume su e accensione.

Tra le particolarità di questo telefono, la possibilità, restando nel lettore di schermo assistente vocale, di poter scegliere tra la digitazione a sollevamento, cioè sollevare il dito una volta raggiunta la lettera, e quella a doppio tocco caratterizzata dalla necessità, come in Apple, di premere per due volte per avvenuta scrittura.

Chi scrive, utente Android, si è sempre trovato bene con la scrittura a sollevamento, ma nota che per chi volesse venire da Apple la scrittura a doppio tocco è molto richiesta. Se si volesse usare questo telefono con Talkback la cosa è possibile, andando in accessibilità servizi, ma non si disporrà del doppio tocco, se non installando, a pagamento, la Blind accessibility keyboard. Appare possibile, in questo telefono impostare sia la risposta sia la chiusura delle chiamate con tasti: risposta volume su, chiusura accensione, il telefono appare provvisto di dettatura vocale, con pulsante posto appena sopra la fila dei numeri. Sempre vocalmente, tramite assistenti come ok Google, si possono impostare le sveglie.

Regolarmente accessibili ad oggi, sono app come Telegram e Facebook, possibile anche copiare un testo negli appunti tramite pressione prolungata e poi recuperarlo tramite il pulsante espandi della tastiera scorrendo fino ad appunti.

Altra nota importante di questo telefono riguarda le fotocamere, sia frontale, sia posteriore: qualora sia attivo Assistente Vocale, abbiamo assistenza per sapere se il volto sia inquadrato dalla camera e possiamo scattare.

L’utente si trova bene, trattasi di persona esperta che usa Android da tempo, saltuariamente si serve di Apple che comunque ha usato in passato. Il telefono monta la versione 9 del sistema operativo, non l’ultima ma assolutamente accessibile e performante.

3) One plus 6 t anno 2018.

Accessibile fin dalla configurazione iniziale: tasto di accensione a destra del display e tasto volume su e giù a sinistra.

Per avviare la prima volta il telefono premere contemporaneamente i tasti volume su e volume giù. Autorizzare le app native e completare la procedura scaricando i pacchetti necessari.

Il telefono parla in lingua italiana fin dal inizio.

Attenzione: punto critico di questo dispositivo è la difficoltà nel rispondere alle chiamate con applicazione nativa, anche attivando la funzione, presente nelle impostazioni, che consente di farlo avvicinando il telefono al orecchio.

Si può comunque supplire con applicazioni Dialer di terze parti. Per il resto l’apparecchio, dual sim e con buon processore, risulta accessibile con le principali app. Equipaggiato con sim nano, monta attualmente Android 10 ultima versione del sistema, essendo partito con la versione 9.

4) Xiaomi my 8.

Acceso il telefono, premere contemporaneamente i due tasti volume per configurazione autonoma che l’utente, esperto e proveniente da Apple che comunque usa, consiglia di svolgere in lingua inglese, anche al fine di evitare che Google scarichi i pacchetti vocali in italiano prima di aver immesso le impostazioni di rete.

Impostata la rete tornare indietro, impostare la lingua italiana e procedere con account. Il telefono è dotato di un sensore per impronta digitale, facilmente individuabile perché posto nella parte retrostante, Anche con questo telefono si usano le principali App di terze parti, i 6 giga di ram e l’ottimo processore garantiscono anche con sintesi di alta qualità una buona fluidità d’uso. Lettore nativo: Talkback versione Android: 9.1 versione attuale, mentre scriviamo il pezzo, ma molto probabile suo aggiornamento alla versione 10.

5) Huawei Mate 10 Lite.

Telefono non recentissimo e forse ingombrante, ma con alcune caratteristiche interessanti: la più notevole è la presenza di un sensore per impronta digitale, facilmente individuabile, perché posteriore e collocato in apposito avvallamento, usabile anche per rispondere alle chiamate, chiudibili con tasto di accensione.

La versione del sistema operativo, pur se non recentissima (8.1), è comunque pienamente accessibile e mette in grado di svolgere le più comuni operazioni. L’utente non ha provato avviamento autonomo che in Talkback dovrebbe funzionare con i volumi su e giù premuti insieme. Diciamo che per primi test, e per utenti che non abbiano molte esigenze può andare bene, non perché non sia valido il telefono in se, ma perché oggi , complice anche il trascorrere del tempo, si possono comprare cose migliori. Tuttavia, ancora oggi, pur se dopo un uso intenso, il telefono garantisce una lunga durata della batteria, che a fine giornata giunge anche al quaranta per cento di carica, nonostante si siano letti anche libri.

L’utente usa la banca, paga la mensa della figlia, e svolge, grazie ad app di terze parti, tante operazioni. Android cambia molto, però soprattutto per alcuni utenti, potendosi rispondere con impronta digitale facilmente trovabile, può essere una soluzione da non disprezzare. Varietà vuol dire anche duttilità; tante possibilità tra cui ciascuno sceglie non la sola giusta, ma la sua.

Altri apparecchi, pur se non inclusi in questo repertorio, sono usabili: si pensi alla serie Note dei Samsung, note 10 ora anche Lite, o ai Google Pixel, telefoni, questi, di fascia alta, anche nelle versioni più leggere.

Per loro vale quanto detto a proposito del Samsung citato, poiché avendo assistente vocale, anche l’avvio autonomo dovrebbe obbedire alle stesse caratteristiche.

Abbiamo citato questi telefoni non perché siano i soli usabili, ma perché il loro uso è garantito da utenti che se ne servono da mesi. Si consiglia di restare in questo ambito che, anche in termini di prezzi, appare molto variegato. Chi prendesse telefoni di produttori poco noti, assume il rischio che possa non usarli, se non facendo operazioni che, magari, non è poi in grado di eseguire. Per questo consigliamo prima di acquistare o di provare con telefoni di familiari o amici, o di informarsi presso persone che li abbiano usati a lungo e che siano meritevoli di fiducia. Spesso, infatti, la magnificazione di se stessi è più importante rispetto a fornire un resoconto obbiettivo delle cose, senza saltare, omettere, negare difficoltà incontrate.

Il neofita necessita di un periodo di addestramento che è ineludibile, prima al lettore di schermo, quale esso sia, poi alle app di sistema, in fine ad app di terze parti, utili a soddisfare le sue esigenze. Tutto questo, lo ribadiamo, richiede tempo e voglia, il telefono non è un oggetto transazionale, non è la sublimazione di un desiderio di fare le cose esimendosi dallo sforzo e dalla fatica comunque necessari.

Uno sforzo, una fatica, una soddisfazione che possono, comunque, divenire gioia.

Alessio conti.

Responsabile prodotti Android Onlus Veyes



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