Numero 3 del 2020
Titolo: La borsa che verrà
Autore: Camilla Ghirardato
Articolo:
(da «Donna moderna» n. 4 del 2020)
Protagonista di una mostra sensazionale. Capace di definire lo stile di chi la porta. Oggetto di un'evoluzione quasi futuristica. Per l'accessorio più amato dalle donne sono in arrivo grandi novità
Bag addicted, prendete l'agenda e segnate il 25 aprile: è la data in cui aprirà la mostra che avete sempre sognato. Titolo «Bags: Inside Out», con 300 modelli che vanno dalla Bamboo Bag di Gucci alle maxi Monogram Miroir di Louis Vuitton. La prima esposizione dedicata all'accessorio femminile per antonomasia si terrà al Victoria & Albert Museum di Londra, città simbolo di 2 grandi signore che hanno fatto della borsa uno scettro di potere: Margaret Thatcher e la regina Elisabetta, immortalate con al braccio sempre la stessa due manici (grigio acciaio per la prima, colori pastello per la seconda), il modello Royale firmato London Launer. Eppure la recentissima ricerca «Women's Handbags - The New Normal» di Npd Group, dell'ottobre 2019, ha calcolato come nei primi 8 mesi dello scorso anno il business abbia registrato negli Usa una flessione del 20% rispetto al 2016.
Tra vintage e sostenibilità
Si preparano tempi duri per bauletti e pochette anche in Italia? «Difficile che una donna rinunci a quest'accessorio strategico: è più probabile che segua il trend poche ma buone» dice la giornalista esperta di moda Giusi Ferré. «Non dimentichiamo che la borsa da sola è in grado di definire il look con una spesa più ragionevole di quella necessaria per un intero outfit». Eugenio Gallavotti, docente di Moda e comunicazione all'università Iulm di Milano, considera anche un fattore generazionale. «Le giovani non compreranno le tradizionali borse. Faranno scelte diverse, più amiche dell'ambiente: pellami trattati con conce meno chimiche e più sostenibili o materiali innovativi. Uno tra i più curiosi è la pelle di pesce derivata dagli scarti dell'industria alimentare. Adeguatamente trattata e colorata, farà concorrenza al materiale classico». Ma sostenibilità non significa solo borse eco. «L'altro fattore determinante emerso nelle ultime stagioni è quello del resale, ovvero del mercato dell'usato. Una tendenza che, oltre a testimoniare il desiderio di possedere oggetti unici e ricercati, si accompagna all'impegno nei confronti dell'ambiente» dice Ferré. Così se una Kelly (l'intramontabile modello che Hermès ha dedicato a Grace Kelly) si acquista in negozio dopo una lista d'attesa che può durare 1 anno per circa 5.000 euro, su eBay ne trovi subito in ottime condizioni dai 2.000. «Kelly, Birkin (altro modello targato Hermès), la 2.55 di Chanel o la Jackie di Gucci sono ormai oggetti di culto e il loro acquisto è un investimento paragonabile a quello per un gioiello» continua l'esperta. Tanto che Giorgio Armani ripropone oggi la sua «La Prima», una tracolla dalla linea essenziale disegnata nel 1995.
Tra hi-tech e creatività
Quali borse ci piaceranno? «Il mercato è enorme e molto frammentato» spiega Gallavotti. «Impossibile che la moda possa prescindere dalle tecnologie intelligenti. Avremo borse con il sistema di geo localizzazione o che si aprono con l'impronta digitale». Le grandi aspettative riguardano anche i materiali tecnologici. Come la pelle-camaleonte messa a punto lo scorso anno dai ricercatori della Emory University di Atlanta (Usa) che, grazie a cristalli fotonici inseriti nella tessitura, cambia colore con la luce. Hi-tech a parte, le borse novità della prossima primavera ci stanno già aspettando. Louis Vuitton lancia modelli con il suo iconico marchio vergato da applicazioni che ricordano le videocassette, Alexander McQueen punta sul tricottato, Valentino propone piume e frange. Chanel punta su minibag da portare a tracolla, Hermès gioca con volumi oversize. Fendi, Givenchy e Stella McCartney intrecciano pelle, rafia ed eco nappa. Tutte bellissime. Già deciso per quale fare pazzie?
Camilla Ghirardato