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Kaleîdos

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Numero 1 del 2020

Titolo: Siate mamme senza stress

Autore: Gaia Giorgetti


Articolo:
(da «F» n. 51 del 2019)
Vi sembrerà impossibile, ma non lo è. Basta usare un po' di ironia che ci riporti con i piedi per terra. E ci convinca che non esistono madri perfette. Quindi disdite la vostra gita all'Ikea, smettetela di preoccuparvi della linea perduta e ricordatevi che più felici siete, più lo sarà vostro figlio. Come? Ce lo spiegano i simpatici ideatori di una nuova filosofia di vita: lo «sticazzismo»
Quanto pesa il tuo bebè? Un quintale, se calcoliamo, oltre ai suoi chiletti alla nascita, anche il fardello culturale che noi mamme italiane ci portiamo appresso. Di quale fardello si tratta? Primo, restare incinte: quando? E se una non ci riesce o non volesse? Secondo: i consigli (e i condizionamenti) del plotone delle mamme-prima-di-noi, le nostre, le suocere, le loro amiche e pure le nostre coetanee alle quali ora si aggiungono le blogger saputelle. Terzo: tema cameretta, perché è meglio che tu ti tolga subito dalla testa di piazzare il bebè nel ripostiglio della lavatrice solo perché non ne capirebbe la differenza. D'obbligo programmare sabato pomeriggio all'Ikea, accompagnate da un riottoso lui, ovvero il futuro papa, che ci seguirà al guinzaglio mentre anneghiamo nel dilemma tra culle con le rotelle, a dondolo, di vimini, con i rostri per agganciarla al lettone, consapevoli che la scelta che faremo sarà inevitabilmente sbagliata. Quarto: la pancia che cresce, ambitissima da curiosi che l'accarezzano sospirando «che bella!». E tu ti chiedi che cosa ci sia di bello nel lievitare come un pallone aerostatico, rosa dalla domanda: rientrerò mai nella mia taglia 40? Neanche per sogno!, ci ricorda la baby sitter ventenne che ci piomba in casa pavoneggiandosi del suo virino di vespa, mentre noi ci aggiriamo come zombie in tuta, stropicciate, irsute (chi ha tempo di andare dall'estetista?), evitando lo specchio per non perdere del tutto il rispetto che dovremmo a noi stesse. Quinto: la coppia che scoppia (ma chi l'ha detto che i figli uniscono?). Sesto: il ritorno in ufficio con lo zainetto carico di sensi di colpa.
Per evitare tutto questo non c'è molto da fare se non affidarsi a una nuova filosofia di vita, il cosiddetto «sticazzismo», elaborato da un gruppo di creativi nascosti dietro lo pseudonimo Carla Ferguson Barberini, che hanno applicato i propri principi anche alla maternità con il manuale «Mamme felici con il metodo sticazzi» (Aliberti editore). In che modo? Lo abbiamo chiesto a loro.
D. Cos'è lo «sticazzismo» e perché è indispensabile per essere mamme felici?
R. È una dottrina che pone la quiete al centro dell'esperienza umana. Per raggiungere il grado di «sticazzista» professionista, l'essere umano deve imparare ad allontanare lo stress, vera piaga sociale, e dilettarsi nell'arte del dolce fregarsene. L'ansia è la vera nemica delle mamme felici. Donne, via lo stress dalle vostre pance!.
D. Come si gestiscono le aspettative che ci assillano dal momento del concepimento?
R. L'unica risposta valida resta sempre quella del «lascia correre». C'è la mamma perfettina, la mamma dolciona, la mamma disciplina, la mamma fricchettona. Ma che noia tutte queste definizioni! A noi piacciono quelle che vanno in freestyle giorno dopo giorno. La maternità porta con sé una serie di macigni che le donne tendono a vivere con angoscia, il primo trucco è autosabotarsi dal giorno zero.
D. Restiamo incinte e subito cerchiamo consigli sul web. Sbagliato?
R. Assolutamente sì! Leggiamo, invece, libri che non parlano di maternità. Il web e la stampa sono affollati di vademecum su come vivere, cosa fare, dove andare. Diventare madri è l'unico caso in cui è giusto disimparare, spegnere il cervello e volgere gli occhi al verde dei prati. Le guide sulla mamma perfetta lasciamole alle nostre nemiche!
D. Gita all'Ikea per adattare la casa al nuovo ospite. È imprescindibile?
R. Fate il massimo col minimo, cercate di accettare l'impossibilità della perfezione, e risparmiatevi le torture usando la logica. Immaginatevi nel dipartimento cameretta di Ikea, di sabato pomeriggio, mentre fuori piove, insieme a un'orda di migliaia di coppie infelici e bellicose... Anche no. Vogliamoci bene, dai.
D. Come la mettiamo col pancione? Ci fa sentire grasse e brutte.
R. La pancia è un po' un feticcio, un mostro, uno scrigno. Ma soprattutto è un'anomalia che fa perdere la lucidità a molte. Il nostro consiglio è di non pensarci più del dovuto ma anche combattere la tentazione di lasciarsi andare a un mare di grasso perché «tanto ormai, peggio di così...». Il pancione è indispensabile, ma non è sacro. Accettiamolo e soprattutto approfittiamone, usandolo come scusa per viziarci: quando ci ricapita?.
D. È nato, si attacca o non si attacca al seno? Allattarlo oppure no? Quando? Come si regola la mamma «sticazzista»?
R. Di conseguenza. Se si attacca bene, se non si attacca bene uguale. Anche sulla colpevolizzazione della mamma che non allatta c'è tanto da dire. Vorremmo vedere come si comporterebbero tutti questi tizi col dito puntato se dovessero fare loro da rubinetto ogni due, tre ore!.
D. Baby sitter o nonni? Cosa insegna l'arte della leggerezza?
R. Stringere una relazione di interdipendenza esagerata con i nonni è una tentazione cui molte cedono in questa fase di sopravvivenza, convincendosi che sia l'unica soluzione possibile, nonché la più sana. Ricordiamo che tutto questo, però, ha un prezzo: nonna Nina è tanto cara, ma se le date le chiavi di casa vi perseguiterà fino alla morte, letteralmente.
D. La dura legge della sciatteria s'impossessa delle neomamme. I vestiti non entrano e la depilazione è un lontano ricordo. Allora?
R. Allora diamoci da fare, ma non per gli altri, per piacere a noi stesse. Per tornare subito nel mondo dei vivi basta farsi un regalino al giorno. E smettere di sembrare grizzly. Mi raccomando.
D. «Pippe mentali», le vere nemiche della mamma zen?
R. Sì, e in generale dell'essere umano. Ma la mamma, con tutta la paura di sbagliare che ha, è un soggetto più fragile. È importante che si crei una propria idea di come vuole cercare di far andare le cose, perdonandosi gli errori. Insomma «Stigrandissimicazzi».
D. Nido e gruppo mamme WhatsApp. Tiriamo fuori il vecchio Motorola?
R. Le chat delle mamme sono una vera tragedia. Per aggirare il dilemma basta non avere uno smartphone, o fingere di non averlo. Che strana lei. Sì, vero, sono stranissima, ciao, esco con la mia famiglia senza dover rispondere a tutti i vostri 100 mila messaggi, bye bye.
D. E qual è la prima regola per vivere una maternità serena?
R. Non fate le sante. Costa molta fatica e non ci si diverte neanche un po'. Credeteci, non ne vale la pena.
Gaia Giorgetti



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