Numero 23 del 2019
Titolo: Medicina- Mal di gola (virale o batterico): come affrontarlo nel modo giusto
Autore: Antonella Sparvoli
Articolo:
(da «Corriere.it» del 10 dicembre 2019)
Il mal di gola, o faringite, è un'infiammazione acuta dell'orofaringe nella sua parte posteriore e in quella laterale, dove si trovano le tonsille. Gli antibiotici servono soltanto se il responsabile è un batterio e devono essere sempre prescritti dal medico. Possono essere utili in certi casi il tampone faringeo o un test rapido.
Uno dei disturbi più insidiosi
Puntuale come ogni anno arriva la stagione delle malattie da raffreddamento e il mal di gola è uno dei disturbi più insidiosi. «Quando le temperature si abbassano i virus circolano di più e hanno più facilità a diffondersi. Non solo, il cambio climatico indebolisce la capacità del nostro sistema immunitario di difendersi dagli agenti infettivi», osserva il professor Mario Bussi, primario di Otorinolaringoiatria dell'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano e presidente della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale. «Senza contare fattori come l'inquinamento atmosferico che, soprattutto in chi vive nelle grandi città, può favorire le infezioni respiratorie e la riacutizzazione di malattie come la bronchite cronica e l'asma». Di solito, si tratta di una condizione risolvibile: «Se i sintomi, nonostante le terapie, persistono troppo a lungo però (oltre le tre settimane) è bene farsi vedere da un otorinolaringoiatra per escludere patologie più gravi», aggiunge.
Da che cosa può essere scatenato?
«Nella maggior parte dei casi il mal di gola ha origine virale» spiega Bussi. «Può essere chiamato in causa il virus dell'influenza così come i tanti virus parainfluenzali, gli adenovirus e i virus del raffreddore. Spesso tutto inizia con un bruciore tra naso e gola: il naso inizia a colare, la gola si arrossa e poi possono comparire in sequenza altri disturbi dalla febbre ai dolori muscolari. Di norma in tre, cinque giorni il problema virale tende a risolversi, con l'eccezione dell'infezione da virus di Epstein-Barr (mononucleosi), la forma più insidiosa e persistente. Se però si trascurano queste avvisaglie, magari perché presi dai mille impegni quotidiani, non è raro che all'infezione virale se ne possa sovrapporre una batterica. Esistono però casi in cui il mal di gola parte direttamente da un'infezione batterica. Il batterio più spesso coinvolto, soprattutto nei bambini, è lo Streptococco beta emolitico di gruppo A».
Come si distinguono le diverse forme?
«Non è sempre facile, tuttavia un'attenta valutazione dei sintomi può essere d'aiuto. In genere il mal di gola virale inizia con bruciore alla gola, spesso accompagnato da raffreddore e malessere generale» sottolinea Bussi. «La febbre, invece, è lieve o assente e, quando c'è, tende a risolversi in due o tre giorni. La gola, infine, appare molto arrossata. Quando la faringite è batterica, la gola fa molto male ed è arrossata, ma in più le tonsille, molto ingrossate, appaiono macchiate («placche») o ricoperte da un essudato biancastro (pus). Questa forma di mal di gola è quasi sempre accompagnata da febbre elevata e persistente, salivazione eccessiva, difficoltà a deglutire e malessere generale. Spesso è presente anche un aumento dei linfonodi del collo. L'assoluta certezza diagnostica si ha, però, solo con l'esecuzione del cosiddetto tampone faringeo».
Va sempre fatto il tampone faringeo?
«È un esame utile da eseguire quando il quadro clinico è serio oppure quando c'è un'apparente fallimento della terapia antibiotica. Un'alternativa al tampone, soprattutto nei bambini, è l'esecuzione del test rapido per lo Streptococco beta emolitico di tipo A, che dà una risposta abbastanza affidabile in soli 10 minuti».
Come va trattato il mal di gola?
«La vera terapia delle faringiti virali è il riposo, per permettere al sistema immunitario di combattere l'infezione. Al bisogno si può poi ricorrere a farmaci per contrastare i sintomi, come gli antinfiammatori e gli antifebbrili. Quando il mal di gola ha origine batterica vanno usati gli antibiotici. Se è stato eseguito il tampone, si fa una scelta mirata in base al risultato dell'antibiogramma, negli altri casi si sceglie l'antibiotico più tollerabile ed efficace».
Come bisogna usare gli antibiotici?
Sempre con la massima attenzione, pena il rischio di favorire fenomeni di resistenza e non solo. Il primo errore da evitare è quello dell'autoprescrizione come spesso accade. L'antibiotico è del tutto inutile se l'infezione è virale. Deve essere il medico a prescriverlo ed è fondamentale seguire le indicazioni in termini di dosaggio, orari di assunzione e durata della terapia. Se ciò non accade si rischia la perdita di efficacia, la risoluzione solo apparente della patologia, con aumento del pericolo di ricadute; la selezione di ceppi batterici resistenti nonché l'aumento degli effetti collaterali in caso di sovradosaggio per assunzioni troppo ravvicinate.
La malattia reumatica
L'infezione da Streptococco beta emolitico di classe A nasconde insidie legate alla cosiddetta malattia reumatica, che in genere compaiono a circa tre settimane di distanza dall'episodio acuto. «Tale complicanza prima attacca un'articolazione, ma poi può colpire molti organi (cuore, reni, occhi, sistema nervoso). Bisogna perciò vigilare sull'evoluzione di ogni faringotonsillite e sulla sua guarigione», spiega Mario Bussi.
La prevenzione e i consigli
È utile, soprattutto per alcune categorie di pazienti, la vaccinazione antinfluenzale.
Sono valide alleate le buone norme igieniche, come lavare spesso e bene le mani.
Se gli ambienti sono troppo secchi possono giovare le inalazioni di vapore o l'utilizzo di umidificatori.
Bere molto.
Evitare l'autoprescrizione di antibiotici, il loro impiego va deciso sempre e solo dal medico.
Se il mal di gola si protrae oltre le tre settimane, richiedere un controllo specialistico per escludere problematiche più serie.
Antonella Sparvoli